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Il caldo sole di giugno splendeva alto nel cielo in quel giorno d'estate. A mezzogiorno non c'era nessuno nelle strade di New York che non fosse al riparo dentro una macchina con l'aria condizionata al massimo.

Central Park era completamente vuoto.

Quasi tutti i ragazzi che avevano terminato il liceo si stavano preparando per andare in vacanza oppure ci erano già.

Alison si trovava nella prima situazione. Dalle dieci di quella mattina, la ragazza era chiusa nella sua stanza a preparare la valigia. Tutti i suoi parenti le avevano regalato una crociera intorno a globo per il diploma, in modo tale che potesse prendersi una pausa dallo studio.

Quando le avevano comunicato la sorpresa, Alison aveva iniziato a saltare per la gioia, per poi mettersi a piangere, infinitamente grata di avere una famiglia che l'amasse così tanto.

Non si era mai sentita così felice. Allora tutte le volte che mamma mi chiudeva in camera obbligandomi a studiare sono servite a qualcosa pensava. E aveva ragione. Era stato proprio grazie ai suoi buoni voti che i genitori avevano deciso di donarle una vacanza da sogno.

Un velo di sudore si posava sulla sua pelle mentre piegava e metteva accuratamente i vestiti nella valigia. Lo chignon disordinato minacciava di sciogliersi, così la ragazza decise di rifarlo per continuare a godere del ramo di aria fresca che le accarezzava il collo.

Qualcuno bussò alla porta. «Avanti», disse, mentre si passava una mano sulla fronte per il caldo e con l'altra si sistemava le pieghe sulla sua canottiera.

«Tesoro, sei qui dentro da ore, che ne dici di venire in salotto con noi?», chiese sua madre con una nota di leggera preoccupazione. Sapeva che sua figlia le sarebbe mancata moltissimo e avrebbe voluto trascorrere ogni secondo di quei due restanti giorni insieme a lei prima che partisse, ma sapeva che la vacanza sarebbe durata molto e Alison voleva essere certa che non le mancasse nulla.

«Finisco di piegare queste maglie e poi scendo, ok?».
La ragazza si diede da fare e in dieci minuti aveva finito. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per rendere felici i suoi genitori, ed ora la cosa che li avrebbe resi allegri era la sua presenza.

Prima di raggiungere il salotto, andò in bagno per rinfrescarsi un po'. Se pensava che tra poco sarebbe stata distesa su una spiaggia caraibica, tutto quel caldo le sembrava sopportabile.

Aprì il rubinetto e si sciaquò il viso con l'acqua fresca. Si sentiva come rinata. Stette qualche secondo a contemplare la sua immagine allo specchio posto sopra al lavandino, con le goccioline che le scivolavano rapide sulla guance e le donavano ancora una volta una sensazione di freschezza.

Si asciugò con l'asciugamano morbido ed uscì dal bagno. Camminava lentamente, come a voler imprimere nella sua mente il legno levigato del pavimento che entrava in contatto con i suoi piedi scalzi.

Scese le scale con estrema cautela e quando arrivò in salotto trovò i suoi genitori ad aspettarla sorridenti.

«È successo qualcosa? Perché siete così felici?», chiese. Io suo tono di voce lasciava capire quanto Alison fosse curiosa.
Sorrise alla madre e poi al padre, attendendo da uno dei due una risposta.

«Non è successo niente, è solo che siamo così orgogliosi di te. Stai crescendo e stai diventando una donna meravigliosa, tesoro». Le parole del padre erano colme d'amore per la figlia. Sorrise e sul suo viso si formarono delle piccole rughe che gli davano un'aria adorabile.

Il giovane cuore della ragazza si riempì di gioia e gratitudine verso i genitori così amorevoli nei suoi confronti.

Nonostante il caldo li abbracciò entrambi. Si sentì protetta tra le loro braccia, come quando da bambina aveva paura del buio e si rifugiava nel loro letto.

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