•capitolo 2•

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Mi sono davvero addormentato: ricordo che l'ultima cosa che ho visto è stato un frame della televisione, poi ho sentito la sua mano accarezzarmi il ginocchio e poi più nulla. Anzi no, mi sono più o meno svegliato quando ho sentito delle braccia sollevarmi dal divano. Le ho identificate come le sue, il suo odore inconfondibile, mentre mi prendeva a mo di sposa. Ricordo di essermi svegliato ma non di aver aperto gli occhi. Mi sono solo stretto di più al suo petto e l'ho sentito ridacchiare divertito da tutti quei versetti che stavo producendo.
Dopo avermi posato sul letto ho sentito la sua solita metà cigolare, segno che si stava stendendo al mio fianco. Ho sorriso mentre ero in uno stato di dormiveglia confuso e sentivo la freschezza del cuscino viso e io suo odore tutt'intorno. È stata la prima volta che una nostra serata è finita in questo modo.
***
Ormai è da circa un mese che ogni mattina mi sveglio con il mal di testa, come se mi fosse passata addosso una mandria di elefanti: immagino sia una sorta di emicrania.
Mi giro nel letto e lo vedo al mio fianco, intento a scrivere al cellulare. Mi guarda e mi abbozza un sorriso.
"Ti ho svegliato?" Mi chiede con voce bassa, forse per non rovinare l'atmosfera di pace tipica del mattino.
"No, mi sono svegliato da solo" gli dico mentre mi alzo, passandomi le mani sul viso.
Continua il silenzio e non so se è un bene oppure no.
"Cosa abbiamo fatto?" Lo sento chiedermi mentre mi alzo. Possibile che abbiamo scopato e non me lo ricordo?
"In che senso?" Domando. Mi giro verso di lui e lo vedo seduto sul letto, con la coperta che gli arriva al ventre.
"Forse è stata la prima volta che ci siamo visti e non abbiamo fatto sesso" dice e sembra... sorpreso? Fa sul serio?
"È un problema?" Chiedo senza pensarci per davvero. Lui mi guarda e non dice nulla, come se volesse parlare ma infondo si rende conto che è meglio stare zitto.
"Non lo so" risponde e si alza dal letto e tono con estremo piacere il fatto che sia in mutande.
Nel giro di pochi secondi lo sento dietro di me, che poggia le mani sui miei fianchi e percepisco il suo fiato caldo sul collo.
Dalle mie labbra fuoriesce un sospiro rilassato perché, onestamente, non ho nulla da perdere.
Sento la sua presenza sotto i vestiti, sotto la pelle, nelle viscere e le sue labbra bollenti che lambiscono piccole porzioni di pelle del mio collo.
Lo guardo dal riflesso dello specchio davanti a noi e non posso fare a meno di eccitarmi, alla vista del suo corpo possente dietro il mio.
"Recuperiamo?" Mi chiede direttamente nell'orecchio, facendomi scappare un gemito. Io annuisco e non ho nessuna intenzione di tornare indietro.
Con uno scatto rapido mi gira nella sua direzione e comincia a baciarmi il collo e le clavicole, visto che è l'unico punto che può baciare e più in alto non va. Vaffanculo.
Gli stringo i capelli passandomi la lingua tra le labbra mentre lo sento indietreggiare fino a raggiungere il letto. Gli salgo sul bacino nel momento il cui si siede sul materasso e mi sfila la maglia. Sento la sua erezione premere ed ingrossarsi sempre di più sulla mia: il pensiero che io gli provochi un effetto del genere, mi manda scariche elettriche lungo la schiena.
In pochi attimi mi trovo nudo sotto di lui e mentre inizio a dare sollievo al mio membro dolorosamente eretto, osservo il modo il cui mi guarda il corpo. Si passa una mano sui capelli, tentando di metterli in ordine anche se sono totalmente disordinati, e si piega sopra di me per lasciarmi il bacio su una vena sporgente del collo. E non so perché, ma riesco a sentire il suo sapore sulle mie labbra come se avesse baciato proprio quelle.
Ed eccomi sempre lì, sotto il suo corpo, ansimante mentre sento le sue mani ovunque: le sento sul fianchi, sulle cosce. Ci manca solo che non mi squarcino il petto per strapparmi via il cuore. Anche se l'ha già fatto tempo fa.
Mi possiede con forza e io non posso evitare di eccitarmi sempre di più mentre sento il suo fiato caldo sul viso. E siamo vicini, fottutamente vicini: tipo che se alzo la testa di almeno 2 cm potrei benissimo bacialo. Ma non ho lo faccio, anche se la voglia è immensa.
Sto quasi per venire mentre lui mi possiede con una forza quasi sovrumana quando sento la porta della mia camera fare quel classico rumore sordo, segno che si sta aprendo. In un attimo la mia visuale si sposta e vedo Dakota sullo stipite della porta, con le braccia conserte sul petto e con una faccia strana. Come se sapesse già che ci avrebbe trovato così.
Afferro Daniel per le spalle e lo allontano da me con un gesto poco tranquillo. Afferro il lenzuolo, che me frattempo è slittato in fondo al letto, e tento di coprirmi come meglio posso. Lui, al mio fianco, sembra tranquillo e non si scompone di fronte al fatto di essere nudo davanti al mio migliore amico.
Io, nel frattempo, sono diventato totalmente rosso in viso mentre cerco ancora di riprendere fiato.
"Hei" esalo con un cenno di mano, come se non ci avesse appena visto fare sesso.
Lui ha ancora quell'espressione saccente sul volto e mi viene voglia di sotterrarmi. Non tanto per il fatto di averci beccato, esattamente come un padre scopre l'omosessualità del figlio vedendolo a letto con un altro ragazzo o vedendolo masturbarsi un un porno gay.
Gli avevo promesso che non ci avrei fatto nulla, che ci avrei parlato e basta. Come al solito ho un pessimo autocontrollo e a Daniel appena sveglio, con addosso solo i pantaloni della tuta e i capelli spettinati non ho saputo resistere. Vorrei vedere lui in quella situazione.
"Posso parlarti?" Mi chiede con toni severo e non riesco a parlare, solo a fare un cenno con la testa.
"Da solo" sottolinea per poi rivolgere lo sguardo verso Daniel. Lui fa un sorriso amaro e si alza. È ancora nudo e io mi sforzo di non farmi venire una seconda erezione nel giro di 10 minuti.
Si infila le mutande e si riverse sotto lo sguardo di tutti e due, guardo Dakota e riesco a percepire da qui il suo nervosismo.
"Ti chiamo stasera" dice senza guardarmi. Rivolge un ultimo sguardo a Datoka e gli sorride falsamente ; ma lui no, troppo occupato a lanciargli sguardi d'odio.
Quando sento la porta d'ingresso del mio appartamento sbattere, inizio a pregare in 10 lingue diverse. Vedo il mio migliore amico passarsi le mani sul viso e sospirare mentre io mi alzo per rivestirmi.
"Che cazzo fai?" Finalmente parla: quel silenzio mi stava uccidendo.
Io evito di rispondere, se lo facessi direi qualcosa tipo "Si ma cioè... hai visto che pettorali, che braccia che ha".
Dopo aver messo la maglietta mi risiedo sul letto e poggio i gomiti sulle ginocchia.
"Per quando ancora hai intenzione di frati trattare come una troia qualunque?!" Sbraita e sento le parole andare dritte al mio cuore, facendolo sanguinare.
Stringo gli occhi, come se mi avesse davvero dato in pugno in pieno viso. Sento dolore ovunque.
"Hai ragione" dico e neanche mi accorgo della mia voce rotta. Sto davvero piangendo? Per cosa, poi? Sento Dakota respirare pesantemente e si mette al mio fianco, circondandomi le spalle con il braccio.
"Sfogati, ne hai bisogno" mi dice semplicemente e non resisto più. Mi poggio su di lui e lascio libero accesso alle mie lacrime e alla mia disperazione.
Singhiozzo ad alta voce e tutto il mio corpo trema. Sento ancora addosso gli spasmi dell'orgasmo che stavo per avere.
Sto malissimo e, per quando le braccia del mio migliore amico siano confortanti, in questo momento ho bisogno di altro.
Ho bisogno di lui.

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