•capitolo 10•

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Benjamin
L'agitazione mi corrode gli organi interni mentre tento in tutti i modi di regolarizzare il respiro. Sembra la mia prima volta, la quale è avvenuta sempre con lui solo che non lo sapeva: gli avevo raccontato di averlo già fatto, per evitare di sentirmi una merda dopo al pensiero che stessi dando la mia verginità ad una sorta di scopamico.
A posteriori mi rendo conto che è stata una mossa stupida. Ma ora sento di avere nuovo 16 anni, con la fronte sudata e brividi che mi corrono lungo tutto il corpo. Siamo finiti in camera da letto senza riuscire a staccarci da quel bacio di fuoco che continua ormai da minuti interi. Non credo di aver mai avuto il petto così leggero come in questo momento.
È sopra di me, anche se in realtà lo sento dappertutto, e ha iniziato a baciarmi il collo con una lentezza esasperante. Sento il suo respiro diventare fuoco a contatto con la mia pelle e, come se tutto questo non fosse già troppo di suo, mi slaccia i pantaloni del pigiama senza perdere occasione di accarezzarmi il ventre.
È a quel punto che non riesco più a contenermi e gemo a bassa voce. Nel giro di pochi istanti i pantaloni finiscono in un punto indefinito del parquet, come tutti gli altri nostri vestiti. Quasi mi imbarazza vederlo nudo nonostante sia successo chissà quante volte.
"Sei mio, non ti lascio più" mi dice e mi rendo conto che avremo tanto di cui parlare ma per ora voglio godermelo appieno. In maniera dolce, lenta, come non ho mai fatto da quando ci siamo conosciuti.

Entra dentro di me con una lentezza e leggerezza che mi lascia quasi spiazzato e provo una sensazione del tutto nuova: come se fosse la prima volta. Il mio stomaco si contorce mentre lui continua a baciarmi e prende a muovere il bacino con una cadenza regolare mentre lascio segni rossi sulle sue spalle e la schiena.

"Mi dispiace" inizia e mi sembra quasi ridicolo che decida di cominciare a parlare proprio ora, non credo di essere nelle condizioni mentali di prestare attenzione a quello che mi dice ma ci provo con tutto me stesso. "Per tutto quello che ti ho fatto" sento la sua voce incrinarsi. Se si mette a piangere adesso, giuro su Dio che gli tiro un calcio.
"Avevo paura" mi confessa e continua a tenere il viso seppellito nell'incavo del mio collo, come se avesse il terrore di guardarmi negli occhi. Sinceramente non lo biasimo: tengo gli occhi chiusi, trattengo a fatica i gemiti e sento la sua voce nelle orecchie. "Perché più andavo avanti e più mi rendevo conto che eri più una semplice scopata". Probabilmente è quella precisa frase che mi fa collassare, fisicamente ed emotivamente. Inizio a piangere senza neanche accorgermene e mi aggrappo a lui come se fosse l'unica cosa che in questo momento può salvarmi dal cadere. La tensione è tanta, la mole di sensazioni che provo è troppa e non ho nessuna voglia di trattenermi: non con lui, non ora che sono riuscito a spogliarmi di tutto quello che mi rendeva prigioniero.
Finalmente ha il coraggio di guardarmi e riesco a constatare il fatto che anche lui stia piangendo: ha il viso rigato dalle lacrime, gli occhi acquei e un'espressione malinconica sul volto. È semplicemente incantevole nonostante la situazione.
"Eppure non volevo..." inizia ma io non ce la faccio più.
"Ti prego basta, è tutto apposto" lo rassicuro a fatica, a causa delle sue spinte che persistono, e lo accarezzo. Lo stringo a me e lui poggia le ginocchia sul materasso: sento che non durerà ancora a lungo.
"Dan" lo chiamo in preda al piacere sfrenato. "Dimmi amore"
Amore... che parola meravigliosa. Vedo i suoi occhi brillare, fa un sorriso tremante mentre il mio cuore esplode al pensiero di avere vicino a me uno come lui.
"Fammi venire" gli sussurrò in preda alla foga e solo dopo qualche secondo sento una spinta poderosa e sembra aver ricevuto il mio "ordine". Smettiamo di parlare e ci lasciamo trasportare dalla passione più sfrenata, dall'armonia del momento e dall'amore che ha riempito questa intera stanza. Veniamo entrambi dopo poco con le fronti sudate e i cuori accelerati. Finalmente, solo quando si trova steso al mio fianco, riesco a girarmi per guardarlo e lo vedo già con gli occhi mezzi socchiusi: in effetti è abbastanza tardi.
Lo stringo a me, prendendolo per la vita e infilando una gamba in mezzo alle sue, incurante del fatto che sia completamente nudo: era da non so quanto che desideravo fare un gesto così intimo. Non so perché ma stiamo ancora piangendo eppure sembra andare tutto ok, come se non avessimo un solo problema al mondo.
"Mi sono innamorato di te". Perdo un battito.
"E sono stato così stupido a non ammetterlo".
E io sono stato così stupidi a non dirtelo prima vorrei dirgli. Probabilmente mi sarei evitato un sacco di turbe mentali e notti solitarie passate a piangere. Ma fatto sta che ora sino qui, tra le sue braccia mentre continua a baciarmi le labbra, come se non riuscisse più a farne a meno. E va bene così.

SA
Volevo avvisarvi che il capitolo successivo sarà l'ultimo. Mi scuso per il ritardo ma in questo periodo non avevo molta voglia di scrivere, mi riprenderò.
Come sempre, vi chiedo di votare e commentare facendomi sapere la vostra opinione. A presto xx

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