𝓒𝓐𝓟𝓘𝓣𝓞𝓛𝓞 1

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{Flashback}

"M-mamma... P-papà..! Svegliatevi... vi prego!!" mi getto con le ginocchia sull'asfalto accanto ai corpi, ormai senza vita, dei miei genitori. Non possono, non possono andarsene così. Ho così tanto bisogno di loro. Ho bisogno di tornare a casa da scuola e trovare mamma ai fornelli intenta a cucinare i suoi famosi muffin che tanto adoro, ho bisogno di sedermi comodamente sul divano con papà e guardare la partita assieme urlando come due assatanati in caso di goal da parte della squadra avversaria, ho bisogno delle nostre "cenette in famiglia" al ristorante con vista sul mare una volta a settimana. Non potete, non lasciatemi solo...non ora. Cazzo svegliatevi!!
"Mamma!!» urlo vedendola aprire gli occhi lentamente, ma respirando a stento. Mi avvicino a lei e le prendo la mano tra le mie, è gelata.
"T-Tae - colpo di tosse -, la catenina..» sussurra riuscendo a malapena a muovere le labbra.
"C-cosa?" le chiedo tra un singhiozzo e l'altro. Non voglio che mi lascino solo. Dovevamo andare all'acquario, solo noi tre, una gita in famiglia. Perché? Perché quel signore non è stato in grado di fermarsi? Non meritano questo, sono le persone migliori che conosca. Perché proprio loro? Perché portarmeli via?
"La c - colpo di tosse - la catenina al c-collo" disse indicando il punto nominato. Gliela sfilo delicatamente e la poggio sul petto, dalla parte del cuore.
"Prendila Tae e non dimenticarti che s-saremo sempre con t-te. Ciao tesoro mio". Le lacrime iniziano a scendere copiosamente, senza mai fermarsi. Buio. Intorno a me solo buio. Sento in lontananza quelle che credo siano le sirene dell'ambulanza, ma ormai è troppo tardi. Loro sono morti e sto per raggiungerli anch'io.

{ Fine Flashback}

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Taehyung 's pov

Dopo l'incidente stradale che causò la morte dei miei genitori, mi mandarono in orfanotrofio e fui costretto a convivere per diversi mesi con ragazzini che non facevano altro che prendersi gioco di me e trattarmi come se fossi una feccia umana. Li odiavo. Li odiavo con tutto me stesso. Provavo ad ignorarli e ogni giorno mi ripetevo che ce l'avrei fatta, che avrei trovato una famiglia che avrebbe voluto prendermi con sé nonostante avessi undici anni. Già, perché adottare un bambino della mia età era una cosa rara. Di solito le famiglie, specialmente quelle che non potevano avere figli, preferivano i bambini appena nati così da poterli crescere come se fossero loro, ma purtroppo con me non avrebbero potuto farlo. Io però non perdevo mai la speranza, quella mattina promisi a mia madre che non li avrei dimenticati e che avrei lottato con tutte le mie forze pur di diventare l'uomo di cui sarebbero stati fieri. Ogni giorno vedevo bambini di tutte le età fare le valigie e partire per poter vivere con le loro nuove famiglie una nuova vita, un nuovo inizio. Quel giorno arrivò anche per me. All'inizio quando mi dissero che una donna era venuta in orfanotrofio e aveva intenzione di adottarmi, credetti che fosse un altro scherzo di quegli stupidi bulletti ,ma fortunatamente mi sbagliavo. Fu così che dopo aver conosciuto la signora Jeon, lei e il marito già il giorno seguente firmarono le carte per poter portarmi a casa con loro promettendomi tutto l'amore di cui avrei avuto bisogno. Amore. Quanto mi mancava il "ti amo" di mia madre. Quando me lo diceva la mattina appena sveglio e la sera prima di andare a dormire. Ma sarei stato bene e loro si sarebbero presi cura di me, come mamma e papà.

¡Brothers by chance, lovers by choice! [KOOKV] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora