𝓒𝓐𝓟𝓘𝓣𝓞𝓛𝓞 3

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Taehyung's pov

Due ore.
Due ore che sono chiuso in camera mia a piangermi addosso.
Due ore che ripenso a tutto quello che c'è di sbagliato in me.
Due ore che penso ai miei genitori biologici e a come adesso sarebbero disgustati da me e da quello che sono.
Sto così male che non ho messo piede fuori la stanza, nemmeno per il mio amato spuntino pomeridiano. Ho provato più di una decina di volte a chiamare Jimin, il mio migliore amico, l'unico che riesce a farmi sentire meglio e che c'è sempre per me. Per qualsiasi cosa. Molto probabilmente sarà impegnato con le lezioni di ballo. Già, lui è un ballerino eccezionale. Ha la stessa età di Jungkook e come passatempo insegna ai bambini a ballare. È la cosa più tenera che abbia mai visto, ma in realtà lui è un tenerone di suo. Riprovo un'ultima volta.
"...
...
... Segreteria telefonica. Risponde la segreteria telefonic-" termino la chiamata. Proverò più tardi. È quasi ora di cena e di scendere in salotto e dover guardare Jungkook in faccia non ne ho proprio il coraggio. Lo so, sono un codardo, ma che ci posso fare? Non ho mai amato affrontare i problemi, nemmeno da piccolo. Mi ricordo quella volta in cui, in terza media, alcuni ragazzi se la presero con me e iniziarono a picchiarmi e ad insultarmi gratuitamente. Un calcio, un pugno, un altro calcio. Sentivo dolore ovunque. Non urlai nemmeno, credevo che nessuno sarebbe venuto in mio soccorso. Mi sbagliavo. Lui, lui venne. Jungkook li affrontò uno ad uno, si piegò sulle ginocchia accanto a me e delicatamente iniziò ad accarezzarmi il viso, proprio sul punto in cui stava per formarsi un livido che difficilmente sarebbe andato via. Mi prese in braccio a mo' di sposa e mi portò a casa. Una volta arrivati, mi mise a terra e presa la mia mano, mi condusse in bagno dove mi aiutò a disinfettarmi e pulirmi le ferite. Credo che già lì, sotto sotto, iniziai a capire che forse non erano le ragazze ad interessarmi davvero. Quanto mi manca stare così con lui, ma non posso certo dirglielo. Non farebbe altro che prendermi in giro, come tutti gli altri. Basta! Non posso continuare a deprimermi in questo modo. È vero, non voglio incontrare quella grandissima testa di cazzo, ma non ho nemmeno voglia di rimanere digiuno a causa sua. Ora scendo, mangio qualcosa e subito dopo me ne torno qua. Mi alzo dal letto, indosso le mie adorate e batuffolose pantofole bianche, e aperta la porta, inizio a camminare a passo veloce verso la cucina. Scherzavo, cazzo se scherzavo! Non ce la faccio, non ce la posso fare! Ok, ritirata. Per oggi niente cena, tanto a pranzo ho mangiato più del dovuto e un po' di dieta non fa male a nessuno, no?
Non faccio nemmeno in tempo a girarmi che mi ritrovo Jungkook davanti intento a cercare qualcosa da mangiare in frigo. Non si è accorto di me, come sempre d'altronde. Tiro un sospiro di sollievo, ma proprio in quel momento vedo che alza la testa per poi guardare nella mia direzione subito dopo. Cazzo era un sospiro, non un tornado. Cos'ha, le orecchie bioniche?!
"C-ciao" lo saluto con la testa bassa. Dio ma perché devo essere così idiota! Lui è nel torto e quello che balbetta sono io. Inutile, sono sempre lo stesso.
"Mamma e papà stasera non tornano, hanno una riunione di lavoro e hanno detto che faranno tardi quindi si fermeranno a dormire in hotel" mi dice, cercando qualcosa negli scaffali sopra ai fornelli.
"Perché in hotel?" chiedo avvicinandomi alla tavola e poggiandomi sui gomiti. Sono ancora arrabbiato con lui, ma stranamente stiamo avendo una conversazione come due persone civili e non penso sia il caso di fare una scenata proprio ora.
"Sai com'è papà, tende a bere qualche bicchierino in più quando sono tra colleghi e non credo sia il caso che guidi ubriaco. Perciò domani toccherà a noi mettere la sveglia per andare a scuola" continua prendendo le spezie da un cassetto.
"M-ma" cerco di dire qualcosa, ma ho paura di una sua possibile reazione.
"Cosa c'è ora Taehyung? Non vedi che sto cucinando?" mi risponde scocciato.
"E-ecco, di solito è papà ad accompagnarmi a scuola, ma se lui non c'è io non so come andarci domani" gioco con le mani sperando che mi accompagni lui. Jungkook ha una bellissima auto, ma ovviamente a me è vietato anche solo guardarla e siccome a scuola "non ci conosciamo", non può di certo farsi vedere in macchina con me.
"E va bene! Domani mattina ti sveglio presto per non perdere il pullman" dice continuando il suo lavoro. Ah, come non detto.
"G-grazie. Posso aiutarti in qualcosa?"
"Ah, finalmente decidi di renderti utile! Accendi il fuoco e metti l'acqua nella pentola, io intanto preparo il resto. E cazzo Taehyung smettila di balbettare!" mi dice infine ridendo. La sua risata. Non mi sono mai reso conto di quanto fosse bella e armoniosa la sua risata. Io lo prendo in giro, è vero, ma sembra proprio un piccolo coniglietto con quei suoi den-.... Taehyung, svegliati! È di Jungkook che stiamo parlando. Lo stronzo che fino a qualche ora fa ha detto che sarebbe stato meglio se fossi morto! Improvvisamente le sue parole tornano velocemente nella mia mente e come d'istinto, le lacrime cominciano ad uscire da sole.
"Taehyung passami il sale". Sento Jungkook chiamarmi in lontananza,ma non riesco a rispondere. Sono troppo concentrato nel cercare di non fare rumore. Non voglio che mi senta piangere, non voglio che mi reputi un bambino che non sa fare altro che aprire i rubinetti ogni volta che feriscono il suo piccolo cuoricino.
"Taehyung?.." ripete stavolta girandosi verso di me.
"Taehyung!!" è l'ultima cosa che sento prima del buio più totale. Come quel giorno. Tutto mi riporta sempre a quel giorno.

¡Brothers by chance, lovers by choice! [KOOKV] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora