La presi di parte.
All'inizio non mi voleva parlare...
Torno al mio banco tristissimo... Volevo sapere il perché!
Torno da lei ancora più deciso.
Mi parla e mi dice soltanto:"Con te mi sentivo chiusa"
Sembrava che il mondo mi stesse cadendo addosso. Cosa avevo sbagliato? Cosa avevo fatto di male? Perché dovevo sentirmi dire queste cose?
Passando sul letto il pomeriggio del giorno stesso, cercando di riflettere sul significato di quella maledetta frase, trovai disperazione e scoraggiamento ovunque dirigessi il mio pensiero. Non capivo il senso di questo dilemma, non lo concepivo neanche lontanamente possibile.Un confronto col mio migliore amico sarebbe stata la migliore opzione del momento, dato che alla fine non sapevo a chi altro rivolgermi (proprio perché stavo perdendo la mia più grande amica). Lui pensava che la speranza principale fosse riposta nella diretta interessata, sperando che sarebbe riuscita a spiegarsi meglio e a dialogare per trovare un punto d'incontro, come in una vera amicizia. Non riuscivo più a dormire ed i primi episodi di dispnea da stress iniziarono a verificarsi. Il terribile aspetto grigio della vita iniziava ad accumularsi sulle mie spalle. Eravamo un gruppo, un bellissimo gruppo, formato da me, Edward, Aurora e quella mia amica a cui piacevo. Parlavamo, ci divertivamo insieme, eravamo un quartetto davvero spettacolare: tutto sembrava così perfetto, per quei 5-6 mesi di prima superiore.
Fu solo a maggio che quell'alba che sognavo miracolosa iniziò a trasformarsi in un tramonto che faceva andando a rotoli. Per la prima volta iniziai a scontrarmi con le forti difficoltà della vita, difficoltà seriamente rilevanti nella mia giovane vita.
Aurora non risponde alle chiamate, ai messaggi, ed all'intervallo fa come per ignorarmi. Dopo una festa di compleanno notturna di una popolare compagna di scuola, festa a cui venimmo invitati entrambi, decisi di dichiarare i miei sentimenti per lei... A forza di passare tutto quel tempo con lei, dopo aver passato con lei così tante esperienze, dopo aver compiuto tutte quelle imprese serali (come tornare a casa la sera in ritardo per cena sperando di non essere sgridati), non potevo fare che innamorarmi di lei.
Peccato che ignorai un aspetto fondamentale: mi aveva appena scaricato come migliore amico, figuriamoci se mi avrebbe accettato come un qualcosa di più... Erano passati mesi da quando mi disse quella cosa, e, dopo averne parlato per settimane ed aver visto che ciò non stava portando a nulla, sapevo già che mi sarebbe convenuto non sputare altro sangue per una persona che neanche mi voleva vedere: ebbene sì, lei preferiva sostituirmi con qualcuno di più nuovo, con qualcuno che fosse più popolare o adatto ai suoi standard, con qualcuno più bastardo di me, insomma, con il cosìdetto "ultimo arrivato"... Beh, in un certo senso peggio per lei, io avevo decisamente sofferto abbastanza, correndole dietro ad ogni occasione, cercando di essere sempre più gentile e disponibile, ma soltanto dopo capii che per lei ero già una nullità per lei.
Tanto vale ricordarle che per me lei valeva qualcosa di più, qualcosa che era più di un'amicizia, qualcosa per il quale avevo dato il tutto per tutto... Tenevo davvero troppo a lei, talmente tanto che mi sono ritrovato in una trappola, senza aver compreso la sua vera natura in tempo. Volevo solo che lei ne fosse consapevole, volevo soltanto che lei sapesse delle sue capacità e della sua bellezza interiore. Purtroppo sì è rovinata da sola, ma che dire, ad un certo punto è peggio per lei se mi ha perso.
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L'alba
Teen FictionUn inizio senza fine. Questa storia parla di tante delusioni, tante delusioni quanto soddisfazioni. Una serie di lezioni di vita dure che ha guadagnato. La storia narra il cammino di un ragazzo in...