Capitolo 1

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Tormento, luci percepite attraverso i miei occhi sigillati... dolore.
Mi sto muovendo, sto arrancando verso una meta, anche se non ho idea di quale sia. So solo che devo andarci, che devo spostarmi da dove sono adesso. Sto strisciando sul terreno, con il corpo percorso da fulmini di dolore. Il mio unico scopo è allontanarmi da qui, cerco di ignorare le continue fitte che mi stanno distruggendo. Cerco di schiudere le palpebre, ma è come se fossero incollate o estremamente pesanti.
Cerco di orientarmi con l'udito, ma stranamente intorno a me vi è solo il silenzio. Non mi perdo d'animo, continuo ad avanzare in preda al dolore, aguzzando i miei sensi, per quanto possibile.
Non so più dove sto andando...
Dopo del tempo, a ne parso come un eternità, avverto un rumore a me familiare che mi inonda l'animo di speranza... il gorgoglìo di un ruscello.
Solo ora mi accorgo di quanto sono assetato. Raccolgo le mie ormai poche forze e mi trascino verso io benefico rumore. Ancora non riesco ad aprire gli occhi. Riesco ad alzare il busto da terra, gattonando Il rumore si intensifica, ormai lo sento distintamente, sono sicuro di essere vicino.
Ad un certo punto, il vuoto... me ne accorgo troppo tardi, ormai sono sbilanciato e inevitabilmente precipito in basso rovinando sulla base del dirupo.
*

*
Quando rivenni, mi preparai a sentire un immane dolore, ma niente. Le fitte non erano quasi aumentate, rispetto a quelle precedenti, anche se, il tutto, mi causava del dolore non ignorabile. Constatata la mia integrità fisica dopo la caduta, cercai di concentrarmi su ciò che sentivo: quel rumore fresco, molto più forte di prima. Arrancai verso la fonte del suono benefico, in silenzio, ma urlando di dolore nella mia mente.
Finalmente le mie mani secche scivolarono sull'umida riva del ruscello, finendo in acqua, una scarica di gioia percorse il mio corpo malandato, mentre avidamente immergevo le labbra tormentate dalla sete nel vitale liquido. Sorseggiai avidamente l'acqua fresca sentendo delle scariche di benessere percorrere il mio busto, affievolendo il mio dolore generale... *voglio vedere l'acqua* pensai, ma i miei occhi erano ancora chiusi... sciacquai il mio viso, sperando di ripristinare così la mia vista. Lentamente le mie palpebre si alleggerirono, riempiendo il mio sguardo con l'acqua limpida e fresca, il liquido che stava lavando via una parte del mio dolore, donandomi qualche attimo di beatitudine.
Lentamente mi guardai intorno, rimirando il luogo dove avevo trovato la salvezza, constatando che il sottile ruscello che mi aveva salvato era limpido e pulito, per mia fortuna. Il rumore che mi aveva attirato proveniva da una cascatella, nascente da una parete rocciosa ad un paio di metri d'altezza. Raccolsi le mie forze e in una dolorosa torsione del busto e mi alzai, prima sulle ginocchia e infine in piedi.
Ora riuscivo a vedere bene la funesta scarpata, notando anche un ribassamento di essa un po' più  a destra. Pensai che magari potevo provare a superarla, per vedere da dove ero arrivato, dato che i miei pensieri erano ancora molto confusi...
Mi avviai, molto lentamente, immerso nel dolore fisico, verso la mia nuova meta. Strada facendo, trovai anche un bastone, l'ideale per attenuare la mia sofferenza.
Finalmente superai il dislivello... un odore acre invase le mie narici, facendomi lacrimare gli occhi, contorcendomi il viso in una smorfia di disgusto e facendomi scuotere da violenti conati di vomito.
Non mi capacitavo dell'esistenza di un simile tanfo, il mio corpo mi urlava di scappare, di allontanarmi  il più possibile dalla lì... ma la mia mente voleva sapere...

*da dove arriva? Cos'è questo odore?Ho paura...*

Il luogo mi è familiare, non so come mai...

*io... io sono già stato qui...*

Ero a disagio, mi turbava non avere il controllo di me e non ricordare nulla. L'odore terribile mi dava dei fastidiisi giramenti di testa...

Ero confuso.. però di una cosa ero sicuro: io dovevo sapere.

Con questa idea mi diressi verso un luogo indefinito, dove probabilmente nasceva l'odore, seguendo un percorso che ero sicuro di non aver mai percorso... forse...
Iniziai a risalire il ripido colle ricoperto da un ispido vello erboso.
Avevo quasi raggiunto la cima quando inciampai in un fastidioso oggetto metallico ferendomi la pianta del piede... era una spada macchiata di sangue, non mio...
I miei battiti accelerarono..
con orrore coninciavo a sospettare l'origine di quel fetore...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 17, 2020 ⏰

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