Prologo

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<<Kristin! Dove sei?>>
Era una semplice notte d'Aprile, e Alyssia, Kristin e Ella erano andate in una discoteca.

La serata era andata benissimo: avevano conosciuto dei ragazzi simpatici e molto belli, avevano anche bevuto, nonostante i loro genitori non volessero, avevano ballato fino a togliersi i tacchi; insomma, si erano divertite molto.

Mentre se ne stavano andando, Alyssia rimase sola, improvvisamente. Urlava i nomi delle sue amiche al vento che soffiava feroce sul suo viso, mentre i suoi capelli venivano bagnati da una leggera pioggia.
Le sue gambe erano infreddolite, mentre i brividi le sfioriavano.

La scena era tetra, con quella luna che emanava poca luce, senza lampioni che illuminassero la strada e nessuna macchina intorno.

Si era ritrovata sola, mentre aspettavano i genitori di Ella. Ansima, mentre la sua gola si era seccata e i capelli bagnati e arruffati si erano appiccicati alla pelle morbida e liscia del suo viso.

Una sagoma apparì improvvisamente infondo al parcheggio. I suoi occhi si sbarrarono, e le labbra secche si schiusero. Fece qualche passo indietro, e ormai gli unici rumori udibili erano i tacchi che battevano contro il cemento.

Si girò e diede le spalle alla sagoma, strinse gli occhi e cominciò a correre, correre sempre più veloce.
Peccato che non fosse un asso nello sport, e cadde.
Le sue ginocchia cominciatono a grondare sangue scuro, mentre le lacrime le bagnavano il viso, fino ad arrivare al mento e colare sul cemento.

Alzò lentamente lo sguardo, quando sentì dei sospiri davanti a lei. La sagoma che vedeva in lontananza era lì, ed era un uomo che fissava intensamente il liquido misto all'acqua.

Avrà avuto almeno quarant'anni, era molto alto, e le sue spalle erano coperte da una giacca di pelle nera che contrastava con la maglietta bianca. I jeans neri gli fasciavano perfettamente le gambe, e alcuni strappi mostravano dei tagli.

Si accovacciò vicino a lei, portando un dito sulla ferita.
Lei non si muoveva, batteva forte i denti mentre stringeva in un pugno il vestito viola che la copriva.

Portò un dito sulla ferità, e raccolse qualche goccia di sangue. Lo avvicinò al naso, e prese un forte respiro, mentre Alyssia era sempre più spaventata: cosa le sarebbe successo? L'avrebbe uccisa?

L'uomo misterioso si morse un labbro e abbassò il dito alla bocca, per poi succhiare il sangue presente.
Chiuse gli occhi e si lecco le labbra, per non perdere nemmeno una goccia di quello che, per lui, era un prezioso nettare.

Spostò lo sguardo sui suoi polsi e sul suo collo, e un ghigno si presentò prepotentemente sul suo viso, mostrando ad Alyssa i suoi canini.

Nemmeno un secondo dopo, l'aveva buttata sul pavimento e si era avventata sul suo collo, succhiando molto sangue, mentre lei cercava di dimenarsi e lui la teneva ferma con le grandi mani.

Tutto girò, e in un secondo lei non vide più nulla.

Alyssa⇝ Gli albori dell'Inferno Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora