3- Fratellastro ambiguo

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Sposto le morbide coperte e poggio i piedi sul pavimento freddo e mi avvicino a lui. L'aria tiepida mi accarezza i piccoli spazi di pelle nuda, come il viso, le mani o i piedi; specchiandomi nel grande armadio davanti a me riesco a scorgere i capelli arruffati e gli occhi stanchi.
A pochi centimetri dal suo viso rilassato, riesco a scorgere piccolezze che magari prima non avevo visto o che da lontanto non si possono scorgere, tipo la leggera barba scura che gli incornicia le mascelle squadrate, l'arco di cupido irregolare;

<<Psst>> provo a richiamare la sua attenzione, ma senza riuscirci.
<<Alex, svegliati>> sto continuando a chiamarlo, ma in risposta ricevo solo dei pesanti sospiri caldi, che mi sfiorano il viso.

L'aria si è raffreddata, o almeno è ciò che percepisco, e ora si muore di freddo.

Avvicino, molto incerta, la mano sulla sua spalla.
Essa si rileva dura e calda, e non posso che chiedermi come fa a non avere freddo?

Continuo a scuoterla, ma non si sveglia.
Bhe, a questo punto mi rimane solo una cosa da fare: ribaltarlo. 
Mi metto al suo fianco destro e comincio a fare leva con le mani una sul fianco e una sulla spalla.

Faccio pressione, e riesco nel mio intento, o quasi.
Mentre lo spingo, e non nego di godermi la vista, e riesco quasi a far cadere quel corpo da dio greco, lui apre gli occhi. <<Che stai facendo, bambolina?>>, un ghigno si forma sul suo viso, appena nota il mio sguardo rivolto direttamente ai suoi addominali.

<<Come mi hai chiamata?>>
Sono certa di essere diventata completamente rossa, proprio come un pomodoro. Un pomodoro-vampiro.

<<Bambolina, dici?>> sempre con il ghigno stampato in volto, stringe gli occhi.

<<P-perchè mi hai chiamata così?>> l'imbarazzo è svanito totalmente, e la rabbia ha preso le redini della situazione. Ho le sopracciglia scure aggrottate, dirigno i dentini bianchi che mi ritrovo, e quasi quasi possiamo vedere il fumo che esce dal mio naso e dalle mie orecchie.

<<Ti chiamo come voglio>>, e si alza dalla seggiola cigolante. <<Sono fidanzata!>> esclamo, saltellando e battendo i piedi, proprio come una bambina.
Lui allunga le braccia e spinge il corpo indietro, riprendendosi dalla lunga dormita in camera mia.

Non mi risponde nemmeno, mi guarda e scoppia a ridere. <<Cosa ridi?! E cosa ci facevi in camera mia!>>, esclamo in preda alla rabbia.

Contavi le pecore che corrono tra le stelle da camera mia, per cercare di dormire?

Mah, non lo so io. Adesso pure i fratellastri psicopatici mi devo beccare.

<<Faccio quello che voglio, bambolina.>> dice sicuro e con sguardo serio, tant'é che non riesco a cogliere nemmeno una scintilla di scherzo nelle gemme che si ritrova al posto dell'iride.

Detto questo, rimango un attimo impietrita, ma troppo tempo visto che Alex ha girato i tacchi e de n'è andato, deliziandomi con la vista della sua schiena e delle sue spalle larghe.  Il chiaro di Luna brilla ancora, e adesso si specchia sulla pelle morbida del fratellastro che ho conosciuto oggi.

Appena chiude la porta scuoto la testa e mi ributto nel letto, sperando che nessun altro venga a spiarmi di notte.

Oh mio Dio.
Come potrei non fare ritardo?
Sono proprio un genio, non trovate?

Infilo velocemente i jeans neri, classici, senza nè strappi nè borchie, e una felpa bianca con scritto "TOM-BOY" all'altezza del seno. Ordino i miei capelli corvini in quella che dovrebbe essere una crocchia disordinata,  e mi avvio verso il bagno.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 15, 2019 ⏰

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Alyssa⇝ Gli albori dell'Inferno Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora