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𝖒𝖊𝖗𝖈𝖊 𝖉𝖎 𝖘𝖈𝖆𝖒𝖇𝖎𝖔 𝖊 𝖑𝖊𝖌𝖆𝖒𝖎 𝖔𝖈𝖈𝖚𝖑𝖙𝖎

Non avevo chiara in mente la motivazione per cui avessi deciso di sfidare la Casata dei Kim, certo, infastidirli era sempre un piacere ma decisamente non in una situazione precaria come quella attuale. Non mi sento ancora pienamente in forma nonostante abbia bevuto da quell'umano, è come se nonostante il pasto mangiato, la quantità di energia ricavata da questo non bastasse comunque per permettermi di affrontare quel loro gruppo, numeroso o meno che fosse.

E non lo capivo, diamine se non lo capivo, ma era come se mi fossi sentito in dovere di proteggere ─ anzi no, reclamare ─ ciò che fosse mio.

Quell'umano era stato il mio pasto e non avrei permesso a nessuno di avvicinarsi a lui, nemmeno per raccoglierne gli avanzi.

«Pensi davvero di riuscire a proteggerlo? Nelle tue condizioni?» domandò il biondino con tono arrogante, ignorando completamente il mio avvertimento verso il maggiore dei due ed avviandosi con fare disinvolto verso l'entrata del bunker. «Siamo in maggioranza, siamo più forti e non abbiamo nessuno da proteggere» inarcò un sopracciglio, saccente. «Vinceremo noi, Park»

Mi lasciai scappare uno sbuffo divertito. «Kim, sono decenni che sopravvivo ai vostri attacchi facendovi tornare indietro con la coda tra le gambe, non farmi ridere» ed assottigliai lo sguardo nel momento in cui il suo s'incupì. «E sai cosa? State diventando anche piuttosto prevedibili»

Percepii Taehyung scattare verso di me, esatto, percepii perché la rabbia con la quale mi aveva attaccato a causa della provocazione aveva inibito maggiormente ogni sua razionalità portandolo ─ sì, ad aumentare le sue prestazioni ─ ma anche a diminuire la precisione dei colpi.

Taehyung è un vampiro relativamente più semplici da combattere, ha sempre avuto questo complesso d'inferiorità verso il maggiore ─ comandante della loro Casata ─ cercando costantemente di dimostrarsi un degno rivale nella corsa al primato ma la semplice e cruda verità era che questa continua pressione non faceva altro che alterarlo maggiormente, rendendolo instabile ed agitato a riguardo, al punto da fargli perdere la concentrazione.

Più cercava di diventare perfetto e più si allontanava da ciò.

Ed è esattamente per questo motivo che ─ nonostante i miei occhi non riuscirono a captarlo ─ fui comunque in grado di afferrarlo proprio per il corpo, roteando su me stesso in modo da sfruttare la sua rapidità d'attacco per poi scagliarlo perfettamente contro Seokjin, fermando anche quest'ultimo e consentendomi di guadagnare il giusto margine per correre all'interno del bunker.

Indirizzai immediatamente lo sguardo verso l'angolo in cui avevo abbandonato l'umano ─ ormai a poche ore dalla morte ─ trovandolo per l'appunto ancora immobile a terra: occhi chiusi, respiro corto e testa china in avanti abbandonata a sé stessa.

«Diamine-» ringhiai raggiungendolo agitato; gli afferrai le spalle e presi a scuoterlo cercando di risvegliarlo da quello stato d'incoscienza in cui io stesso l'avevo portato. «Svegliati inutile umano-» ringhiai ancora, afferrandogli il collo. «Non ho intenzione di portarti sulle spalle»

«Park!» sentii richiamarmi, trasalendo alla voce del biondino. «Sto venendo a prenderti-»

Diamine.

Puntai lo sguardo sulle mie braccia, rimboccai una manica e mi feci un profondo taglio ─ sfruttando i canini affilati ─ ben cosciente di come avessi solo una manciata di secondi per agire prima che questo finisse con il chiudersi a causa della rigenerazione; ottenuto il taglio e del sangue sgorgare fuori dalla ferita, portai il polso a contatto con le labbra del moro che obbligai ad inclinare la testa all'indietro facendogli ingerire più sangue possibile.

Gli umani sono soliti rigettare completamente il sangue di vampiro ─ motivo per cui quando siamo sazi ma abbiamo comunque delle prede, gli offriamo il nostro sangue solo per vederli contorcere e morire sotto i nostri occhi ─ ma quando ho bevuto da lui ho percepito qualcosa di strano nel suo sangue, qualcosa di particolare quindi avrei solamente dovuto sperare che il suo corpo potesse reagire in maniera differente dai soliti umani.