*NAMJOON*
| due settimane dopo |
Erano passati diversi giorni dallo scontro avvenuto nella tenuta dei Lee e nonostante mio padre fosse completamente svanito ─ diventando irrintracciabile ─ eravamo stati in grado di sopravvivere ad ogni attacco dei Kim che avevano cercato di minacciare in qualunque maniera possibile lo spostamento del mio villaggio all'interno del regno dei Minjung.
Quest'ultimi si erano occupati di fornirci ogni forma di supporto per proteggere ogni umano e ─ insieme al controllo di Jimin ─ ero riuscito a contribuire alla loro protezione.
Faticavo ancora molto a convivere con questo nuovo corpo e con queste nuove abilità e nonostante avessi diversi picchi di umanità che mi facevano tornare l'essere tanto vulnerabile che ero, ormai passavo il più delle volte nella mia forma vampiresca; Jimin si era preso il compito di tenermi sotto controllo stando costantemente al mio fianco essendo l'unico in grado di placare la mia ─ imperterrita e spaventosa ─ irrazionalità che giungeva a volte abbastanza improvvisa da rischiare di poter causare problemi.
Non riuscivo a controllarmi benissimo ma nonostante questo sia mia madre che mia sorella mi restarono accanto continuando a guadarmi come il figlio e il fratello maggiore quale ero; non mi avevano mai guardato con quello sguardo disgustato o terrorizzato e fu davvero un sollievo perché in quei quattordici giorni più e più volte mi ritrovai a dubitare di me stesso e della mia persona.
Ero diventato esattamente ciò che odiavo quindi perché non riuscivo a porre fine alla mia vita? Perché avevo egoisticamente pensato di poter risparmiare la mia stessa vita e aiutare il mio villaggio a sopravvivere grazie al mio aiuto e alle mie capacità?
Non mi sentivo completamente in pace con me stesso, mi sentivo parecchio sbagliato, ipocrita e sprovveduto ma mia madre non smise mai di ripetermi ─ giorno dopo giorno ─ come questa fosse effettivamente la mia più grande occasione per proteggerli come tanto desideravo fare; aveva anche accettato la presenza di Jimin e l'aiuto che questo aveva saputo darmi mantenendo sotto controllo i miei impulsi.
Jimin aveva appunto avuto modo di spiegare di non aver causato lui gli attacchi al nostro villaggio e ─ dopo la confessione di Jeongguk che spiegò di aver agito sotto richiesta di Lee, mio padre ─ anche il popolo accettò Jimin come mio supervisore.
La cosa che aveva inoltre aollevato l'intero popolo era come Jimin ed io non necessitassimo di sangue umano per nutrirci in quanto ─ automaticamente ─ i nostri corpi si erano adattati alle nostre necessità permettendoci di poterci nutrire l'un l'altro non facendo altro che incrementare sempre più quel nostro legame di cui ancora non avevo compreso pienamente le dinamiche.
Non sapevo se io tutto era possibile grazie al mio sangue ─ in parte ─ primordiale ma smisi di pormi domande quando constatai che il tutto funzionava alla perfezione.
Yoongi ed Hoseok invece mantennero la loro promessa occupandosi di Jeongguk in modo da farlo tornare parte del regno dei Jung ─ e di conseguenza dei Minjung ─ cercando di livellare tutti quei comportamenti aggressivi e sadici che gli erano stati imposti anni dopo anni da Lee; il corvino aveva sbagliato ma i due non avevano voluto abbandonarlo preferendo occuparsene una seconda volta nonostante le difficoltà riscontrate.
«Namjoon!» Nammie mi richiamò entusiasta, saltandomi in braccio e accoccolandosi contro il mio petto. Anche lei fortunatamente stava bene e non aveva riscontrato alcuno shock dovuto al rapimento; Jimin mi aveva spiegato di esser riuscito ─ sotto il consenso di mia madre ─ a modificarle i ricordi in modo da cancellare ogni vicenda riguardante il suo rapimento. «Mi fai vedere di nuovo i denti?» domandò curiosa, portandomi le manine alla bocca e scoprendomi le labbra. Sorrisi mostrandogli i canini e ridacchiai nel vederla urlare sorpresa, come se non fosse già un centinaio di volte che mi chiedeva di mostrarglieli.
«Ehi umana, staccati da lui-» ringhiò Jimin, afferrandola per il colletto della casacca ─ trascinandola lontana dalle mie braccia ─ e ripoggiandola a terra senza farle del male. «Vai a giocare con gli altri umani, io e tuo fratello abbiamo da parlare»
La bimba però non osò muoversi, facendo innervosire Jimin che gli mostrò i denti per spaventarla, facendola però sorridere ancora più contenta.
«Nammie vai dalla mamma, arrivo tra un attimo» le ordinai quindi, sentendo gli occhi di Jimin addosso non appena questa mi ascoltò saltellando via. «Non ci sai proprio fare né con gli umani né con i bambini» lo presi in giro, divertito nel vederlo ribattere. «Di cosa vuoi parlare?»
«Hai ancora intenzione di uccidermi?» domandò, facendomi sgranare gli occhi confuso solo per un primo istante.
Poi tutto fu chiaro. «Sterminerò tutti i vampiri» affermai con tono deciso.
«Me compreso?» alzò un sopracciglio arrogante andando a circondarmi le spalle con il braccio e guardandomi con quello sguardo corrucciato che mi fece ridacchiare.
«Tu, Jimin-» gli sorrisi divertito, conscio di come entrambi sapevamo che ─ al di là del legame stretto ─ lui ed io eravamo stati compagni e ormai saremmo continuati ad esserlo letteralmente per l'eternità. «Sei il primo della lista»
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FINE.
___________________Ed anche la Minjoon è tristemente giunta al termine :c
Sono contenta di esser finalmente riuscita a dare un finale a questa storia che ─ durante la prima versione ─ avevo lasciato in pausa per più di un anno.
È stata una storia breve ma spero comunque vi sia piaciuta, spero che i minjoon - nonostante la coppia un po' sottovalutata - possano essere entrati nel vostro cuoricino.
È la prima volta che scrivo qualcosa legata al fantasy e nonostante non sia il mio genere, sono felice di averlo testato, spero davvero questi dieci capitoli vi siano piaciuti.
Grazie per averla seguita, votata e commentata.
Vi voglio bene ♡
Alla prossima ^^
-Nik
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➽ Blood Instinct | Minjoon ✔
Vampir| 𝐂𝐎𝐌𝐏𝐋𝐄𝐓𝐀 | «Sterminerò tutti i vampiri» «Me compreso?» «Tu sei il primo della lista» Namjoon e Jimin appartengono a due categorie completamente differenti. Il primo è un semplice umano spinto da istinti primordiali come la rabbia e la vend...