Theo si riteneva una persona tutto sommato piacevole.
No, questa è una bugia. Sapeva benissimo di essere un ragazzo carismatico, che attirava a sé le persone. Le ammaliava con i suoi sorrisi perfetti, i capelli perfetti, la media perfetta. Non era "tutto sommato piacevole", era il tipo di ragazzo che piaceva a tutti.
A tutti eccetto che a Liam Dunbar, per una stupida goleador alla fragola. A lui non piacevano nemmeno le goleador alla fragola. E se pensava che l'unica macchia sulla sua perfetta reputazione in quella scuola erano i continui diverbi con Liam quasi gli veniva da ridere.
Gli veniva da ridere soprattutto perché Liam era così ottuso da non rendersi conto che Theo era innamorato di lui dalle scuole medie e che il suo continuo dargli corda era dovuto unicamente a quello. Era tragicomico, allora, che Liam lo considerasse il suo "acerrimo nemico" o qualcosa del genere.
Non si stupì quindi quando Liam lo superò a mensa con una spallata, e non si trattenne dal gridargli una delle sue solite frecciatine, ma ciò che lo meravigliò fu il fatto che Liam non solo non replicasse, ma sembrasse quasi star fuggendo dalla mensa, il viso arrossato e i pugni stretti come quando voleva trattenersi dallo spaccare tutto. Theo lo aveva visto molte volte in quello stato nel periodo in cui gli era stato diagnosticato il disturbo esplosivo intermittente, ma ormai era parecchio che non lo vedeva capitare.
Entrò in mensa con una smorfia preoccupata, indeciso se andare a cercarlo o lasciar perdere. Fu quando vide Hayden comodamente seduta sulle gambe di Brett che mollò il vassoio sul primo tavolo che gli capitò sotto mano, facendo sobbalzare tutta la mensa per la forza che ci mise nello sbatterlo sul legno, e si lanciò alla ricerca di Liam. Non sapeva nemmeno cosa gli fosse preso. Voleva solo trovarlo e assicurarsi che stesse bene.

                            *****

Liam corse fino al campo di lacrosse, superò la linea di campo e si rifugiò sotto le gradinate, iniziando quasi subito a prendere a calci la colonna di cemento che le sosteneva. Quando non bastò più, fece per sferrare un pugno sul duro cemento, ma una mano salda gli afferrò il braccio per trattenerlo.

-Ti romperai una mano.-sbottò Theo, furioso quasi quanto lui e accaldato per la corsa che aveva fatto.

-Lasciami stare.-si divincolò Liam, cercando di colpire l'altro con un pugno e rischiando di rompergli il naso. Theo scartò di lato e gli rivolse uno sguardo oltraggiato, bloccandogli anche l'altro braccio e trattenendolo.

-Lasciami subito Reaken, non ho tempo per le tue cazzate.-sibilò Liam, scalciando.

-Non sto cercando di farti innervosire, stupido! Sto cercando di evitare che tu ti rompa una mano!-gridò Theo, perdendo l'equilibrio quando Liam gli sferrò una testata sul mento e trovandosi a terra in un attimo, stordito dal colpo ricevuto e con il peso dell'altro che gli gravava addosso.

Quando si fu ripreso abbastanza da aprire gli occhi, la prima cosa che vide fu il viso di Liam contratto in una smorfia di rabbia che lo sovrastava. Si schermò il viso con una mano, sicuro che l'altro lo avrebbe colpito, ma il colpo non arrivò mai e, anzi, il corpo di Liam sembrò perdere tutta la forza, accasciandosi su di lui. Quando riaprì cautamente gli occhi, quello che sarebbe dovuto essere il suo acerrimo nemico singhiozzava sonoramente sul suo petto.
Per un lungo momento Theo rimase immobile, attonito, poi Liam si soffiò rumorosamente il naso sulla sua t-shirt nuova e Theo se lo scrollò di dosso disgustato.

-Che cazzo Dunbar!-strillò, storcendo il naso.

-Stai zitto.-si lamentò Liam.-La tua voce mi fa arrabbiare.-

Theo alzò gli occhi al cielo, indeciso sul da farsi. Liam stava spargendo bava e moccio sulla sua t-shirt e questo non gli faceva sicuramente piacere, ma meno ancora gli piaceva il fatto che fosse triste.

-Dai, tirati su.-disse debolmente, allungando una mano con cautela fino a posarla sui capelli arruffati dell'altro, solo per rendersi conto che erano forse la cosa più morbida che avesse mai toccato.  Aveva sempre voluto accarezzarli in quel modo, solo avrebbe preferito che Liam non stesse piangendo disperato nel momento in cui poteva finalmente farlo.-Smetti di piangere, Dunbar.-sbuffò, perché non era mai stato bravo a consolare le persone e perché odiava vedere Liam piangere.

L'altro, dal canto suo, sembrò non averlo nemmeno sentito e si limitò a borbottare qualcosa che suonava incredibilmente simile a "Hayden" e "fanculo la chimica", che per Theo non aveva nessun senso e lo mandava solo maggiormente in confusione. Voleva solo che Liam tornasse a sorridere o anche solo ad essere arrabbiato. Non sapeva rapportarsi con le persone che piangevano sulla sua spalla (o, nel caso specifico, sulla sua t-shirt).

-Se smetti di piangere ti compro il gelato.-sbottò all'improvviso, alzandosi di botto e portando Liam con sé. L'altro lo guardò con le sopracciglia inarcate, gli occhi ancora lucidi di lacrime e le guance arrossate e, Dio, era bellissimo anche così e Theo voleva baciarlo più del solito.

-Andiamo.-disse, tirandosi su e afferrando la mano di Liam per trascinarlo con sé, approfittando del fatto che avesse momentaneamente smesso di singhiozzare. Non aveva mai attraversato così velocemente il campo di lacrosse e di certo non aveva mai rischiato di rompere gli armadietti di entrambi per la forza con cui li aveva aperti per radunare le loro cose e mettersi entrambi i loro zaini sulle spalle (sì, anche quello di Liam, perchè lui sembrava così fuori dal mondo che si era limitato a lasciarsi trascinare per mezza scuola). Quando imboccò l'uscita, un paio  di teste si girarono nella sua direzione, probabilmente chiedendosi cosa diavolo stesse  facendo con due zaini su una spalla sola e la mano di quello che avrebbe dovuto essere il suo acerrimo nemico saldamente stretta nella sua. 
Il punto è che nemmeno lui  sapeva cosa stesse facendo di preciso, non sapeva nemmeno cosa lo avesse portato a proporre una cosa così ridicola, ma l'importante era che Liam non stava più piangendo e non si era ancora divincolato dalla sua stretta, la mano calda e ruvida ben intrecciata con quella di Theo, che lo guidò fuori dalla scuola senza nemmeno sapere bene dove volesse portarlo.

-Lo voglio alla fragola.-fu tutto quello che disse Liam.

Theo alzò gli occhi al cielo: ovviamente lo voleva alla fragola.

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