Capitolo 3

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Theo osservava con malcelato disgusto il modo in cui Liam ingurgitava una quantità spropositata di gelato alla fragola in un silenzio arrabbiato che nessuno aveva il coraggio di rompere. Erano entrambi seduti sul divano di Theo e nessuno dei due sembrava intenzionato a spiccicare parola, Liam troppo impegnato a rimuginare su Hayden e Theo troppo sconvolto dal fatto di essere nella stessa stanza con quello che si definiva il suo acerrimo nemico a consumare chili di gelato alla fragola dalla stessa vaschetta.

I genitori di Theo erano fuori casa e lo sarebbero stati probabilmente fino a sera. Non che fosse una novità, era raro che trascorressero in casa abbastanza tempo da accorgersi uno della presenza dell'altro o, ancor più raro, di quella di loro figlio. Theo guardò con un certo astio le gocce di gelato che colavano dalla vaschetta su uno dei cuscini del divano ma non riuscì comunque a dire nulla. Del resto nessuno si sarebbe accorto di quelle macchie se non forse la donna della pulizie che veniva due volte a settimana.

-...contento.-

Theo rivolse improvvisamente lo sguardo verso Liam, rendendosi conto solo in quel momento che l'altro doveva aver detto qualcosa mentre lui era impegnato a rimuginare.

-Come?-chiese, girandosi nella sua direzione e trovandolo raggomitolato contro un bracciolo del divano, il viso contratto in un broncio e un po' di gelato sul lato della guancia. Sembrava molto più piccolo e a Theo venne voglia di abbracciarlo.

-Sarai contento.-ripeté Liam, un borbottio appena percettibile.

-Non so di cosa stai parlando.-sospirò Theo.

-Sarai contento che finalmente io ed Hayden non stiamo più insieme.-articolò lui, guardandolo in cagnesco ma continuando a mettersi in bocca cucchiaiate del gelato alla fragola che Theo gli aveva gentilmente offerto.

Theo sentì il battito mancargli per un attimo: Liam aveva ragione, era contento che lui e Hayden non stessero più insieme perché significava che Liam era di nuovo single e perché Hayden non gli piaceva, ma il pensiero che Liam potesse leggergli dentro in quel modo lo terrorizzava. Perché significava che Liam era a conoscenza dei suoi sentimenti, giusto?

-Ti è sempre piaciuta Hayden, sarai contento che non stiamo più insieme.-sbuffò Liam.

-Non mi è mai piaciuta Hayden!-sbottò Theo scandalizzato. "Mi sei sempre piaciuto tu" avrebbe voluto dire, ma si trattenne.-E se tiri di nuovo fuori quella storia della goleador e delle elementari giuro che ti caccio a calci da casa mia.-

-Ma mi guardavi sempre malissimo ogni volta che ero con lei.-ribatté Liam, ricordando chiaramente tutti gli sguardi storti che gli aveva lanciato l'altro ogni maledetta volta che lo vedeva con la sua ormai ex-ragazza.

Theo alzò gli occhi al cielo.-Non c'entrava niente la tua storia con Hayden. Non mi importa con chi ti vedi.-mentì facilmente. La verità è che aveva sempre guardato male Hayden perché odiava il fatto che sembrassero così felici insieme e che gli importava eccome con chi Liam si vedesse, ma ovviamente questo non avrebbe mai potuto dirlo ad alta voce.

-Mh. Ok.-sembrò concedere Liam, più perché discutere e mangiare nello stesso momento sembrava un'impresa difficile.

-Cosa è successo, piuttosto? Eravate appiccicosi come al solito solo una settimana fa.-

-La chimica. Brett.-mugugnò Liam tra un cucchiaio di gelato e l'altro.

Theo si rigirò quelle due parole nella mente, non molto sicuro di aver capito. Non aveva mai notato una chimica particolare tra Hayden e Brett, ma non si era nemmeno mai interessato lontanamente abbastanza a nessuno dei due per poter essere in grado di fare caso a una cosa simile.

-E i tuoi amici?-si ricordò all'improvviso. A mensa non aveva visto né Mason né Corey, né loro sembravano aver notato il fatto che avesse praticamente rapito il loro migliore amico, trascinandolo via da scuola.

-Non lo so. Penso che Mason mi abbia chiamato mezz'ora fa.-

Theo rimase in silenzio, aspettandosi che Liam a questo punto pretendesse di farsi accompagnare dai suoi veri amici. Da una parte sperava che loro potessero consolarlo un po' meglio che con un gelato alla fragola, ma dall'altra avrebbe voluto tenere Liam lì con sé, a sporcare il suo divano e lamentarsi e rendere quella casa meno vuota.

-Non penso di volerlo richiamare adesso.-disse Liam, scrutando attentamente Theo come in cerca di una specifica reazione.

-Ok. Resta quanto vuoi.-scrollò le spalle lui, e questa sembrò essere la risposta giusta perché Liam si rilassò, arrivando addirittura ad allungare bruscamente la vaschetta di gelato nella direzione di Theo, che rischiò di cadere dal divano per la sorpresa. Ed era una sorpresa legittima, perché anche chi a scuola non conosceva bene Liam sapeva almeno quattro cose su di lui: era il capitano della squadra di lacrosse, era una testa calda, non sopportava Theo e non condivideva mai il suo cibo se non con i suoi amici, e qualche volta nemmeno con loro. Offrire del gelato a Theo, allora, era un po' un modo per saldare nuovamente la loro amicizia, per dimenticare quella goleador alla fragola e tornare ad essere...beh, non "acerrimi nemici" se non altro. Theo si prese appena un secondo per riflettere: apprezzava l'offerta, lui non voleva essere amico di Liam, o almeno non soltanto. Non poteva permettersi di uscire dalla "acerrimo nemico-zone" (se una cosa del genere esisteva) per piombare immediatamente nella friendzone, e forse era il caso che iniziasse a metterlo sottilmente in chiaro da subito.

Invece di allungare una mano e prendere il secondo cucchiaio che aveva messo sul tavolino prima di capire che Liam aveva intenzione di monopolizzare il gelato, afferrò la mano di Liam che reggeva il suo cucchiaio e la guidò prima nella vaschetta e poi direttamente nella sua bocca, senza mai distogliere lo sguardo da quello dell'altro, che lo fissava in un misto di confusione, sbalordimento e imbarazzo. Theo si assicurò di guardarlo negli occhi anche mentre leccava le ultime gocce del gelato dal cucchiaio, mollando la presa sulla mano di Liam solo quando l'altro era ormai arrossito adorabilmente sulle guance e sulle orecchie per l'imbarazzo.

Soddisfatto, non potè fare a meno di sfoderare un sorrisetto divertito e sistemarsi più vicino all'altro, che lo fissava come se improvvisamente gli fosse spuntata un'altra testa ma che non tentò di allontanarsi. Ecco, una cosa così Theo la chiamava in un solo modo, ed era progresso

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