KILL LA KILL

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Houka x Nonon

Un'altra giornata di scuola era appena terminata. Quel pomeriggio si presentava molto pesante per la ragazza: controllare i gruppi che gestiva, fare rapporto scritto, assistere ad un'altra riunione del consiglio studentesco e altro lavoro. Avrebbe finito tardi.

Uscì dall'aula e si diresse verso la sede del consiglio studentesco, nel corridoio vedeva le studentesse vivaci e sorridenti che si davano appuntamento fuori per passare il pomeriggio assieme, ma la cosa che la sorprendeva di più era il fatto che nonostante fossero senza stelle o avessero una stella sola, queste persone erano comunque felici.

Il lavoro che svolgeva tutti i giorni era notevole e per questo non aveva tempo per gli amici, la sua condizione era dovuta da questo suo impegno quotidiano e per il bene della sua famiglia non ci avrebbe rinunciato. Poi aveva lady Satsuki e questo era sufficiente.

La porta emise uno strano cigolio: nella stanza c'erano solo Inumuta e Sanageyama che stava anche per andarsene,

- Ciao Nonon - intonò spettinandole leggermente i capelli, con il suo solito sorriso beota, come preferisce definirlo lei.

- Non mi toccare stupida scimmia - disse sistemandosi la capigliatura rosa.

I moduli da compilare si trovavano sul tavolo assieme al suo capello e al suo bastone.

- Siamo di cattivo umore oggi? - chiese Inumuta con un briciolo di malizia nel tono della voce, senza distogliere lo sguardo la computer.

- Non sono affari tuoi, idiota.- proseguì Nonon. Prese i suoi effetti e cominciò il suo lavoro.

Passarono un paio di ore prima che rientrasse e pensare che aveva ancora tanti documenti da compilare. Al tavolo c'era Inumuta nella stessa posizione di prima, probabilmente non si era mai mosso.

Si sedette decisa a finire presto, e cominciò a scrivere.

Riaprì gli occhi pigramente, aveva leggermente freddo alle ginocchia, poi si ricordò quello che stava facendo e si alzò improvvisamente. Era sul divano della sede, aveva dormito molto, troppo per quello che poteva permettersi.

Guardò fuori dalle finestre: era già buio, le luci delle abitazioni punteggiavano il manto serale che avvolgeva gli edifici, come le goccie d'acqua donano luce e posia ad un ritratto ad acquerello.

- Ben tornata tra noi. - si girò e trovò nuovamente Inumuta al tavolo a picchiettare sul computer.

- Ma tu non vai mai a casa? E come ho fatto a finire qui? - chiese confusa.

- Ti ci ha portata di peso Sanageyama dopo che sei crollata. E comunque sono uno di quelli che lavora di più e finisce solitamente più tardi. Iori è l'ultimo a lasciare la scuola.-

Gli si avvicinò, piegò i suoi documenti e si preparò a rincasare. Lo stesso fece il ragazzo, prese il suo portatile sotto braccio e arrivò sulla soglia, poi si girò.

- Vieni? - finalmente si vide il suo collare aprirsi mostrando la bocca, per poi richiudersi a frase terminata.

Lo raggiunse e insieme percorsero il corridoio senza proferire parola. Quando uscirono un maestoso cielo si stagliava sulle loro teste: le stelle biancastre dominavano la situazione, ordinate in una scia sfumata in alcune parti, le sfumature del cielo variavano dal blu all'azzurro, macchiato di una nota lattiginosa.

Lui fece pochi passi poi si sedette sulla panchina lì fuori e ricominciò a scrivere sul suo computer.

- Non puoi proprio fare a meno di stare attaccato a quel robo? - disse lei ruotando gli occhi.

- Come sei sciocca, si vede che non sai quanto sia importante avere tante informazioni dell'ambiente che ci circonda, anche del cielo. Tutto cambia, di giorno in giorno, muta e si trasforma. -

Si sedette anche lei in silenzio con gli occhi verso quell'ipnotico spettacolo naturale.

Dopo una decina di minuti il ragazzo si rialzò e porse una mano a Nonon per aiutarla. Lei era inizialmente sorpresa dal gesto, poi però gli diede la mano: al momento del contatto sussultò, aveva le mani gelate mentre invece lei calde.

Si tirò su e di istinto le venne di stringere le mani di Houka per riscaldarle. Quando fece quel gesto il ragazzo sgranò gli occhi: era bastato un secondo per creare imbarazzo. Nel momento in cui lei se ne accorse lasciò subito la presa e arrossì violentemente.

- Non credevo che la cosiddetta serpe Nonon Jakuzure facesse qualcosa anche per gli altri - scherzò.

- Stai zitto cretino! Stai rendendo questa giornata più lunga e pesante del previsto! Mi irriti quando fai così! - sbottò.

Dopodiché le loro strade si divisero e senza pensarci la ragazza imboccò la via più lunga per casa.

Passava per le vie più belle di tutta Honno, costeggiando i negozi più luminosi e appariscenti, ma anche costosi e sofisticati, insomma cose che solo i pluristellati possono permettersi.

Si fermò davanti ad un negozio della Revocs, la cui rappresentante, Ragyo Kiryuin, è anche la direttrice. Vedeva tutti quegli abiti, fredde biofibre intrecciate. Sospirò.

Non diede più peso a ciò che c'era dietro alla vetrina, bensì a quello che vi ci si rifletteva sopra: sebbene fosse sera vedeva coppie di innamorati a braccetto che passeggiavano alla luce dei lampioni, oppure gruppi di amici spensierati che si godevano la serata.

Aveva fantasticato per tanto tempo di portarci Satsuki e passare un pomeriggio all'insegna dello shopping e dello svago ma, ahimè questa era solo una fantasia, i giorni liberi erano una vera rarità per loro.

Tornò a casa pian piano pensando a come sarebbe stato vivere con più libertà.

Aprì la porta di casa, nessuno era lì, probabilmente tutti fuori o troppo impegnati nel proprio lavoro.

Appese la sua divisa impeccabile bianca nel suo armadio, si preparava a fare un bagno caldo nella sua vasca spaziosa.

Rimase nell'acqua per molto tempo, alla fine restando sempre sola aveva molto tempo per sé e nessuno si sarebbe lamentato. Le punte dei suoi capelli rosa toccavano la superficie dell'acqua , il vapore saliva lentamente e la schiuma la avvolgeva completamente.

Pensava, pensava, pensava.

Pensava alla sua vita, al suo lavoro, alla sua giornata. Tutto quello che le era capitato non era solito e per un sistema come questo era strano, anormale. Quello che era successo lo sapevano solo lei e Houka, sì, perché anche la sua giornata per colpa della ragazzina era diventata "anomala".

Houka. Quel ragazzo sembra più di un patito di computer, alla fine, sotto sotto possiede un lato umano. Lo aveva visto arrossire seppur per un momento, quando gli aveva stretto le mani.

Era nel letto, le luci spente che fissava il soffitto e pensava, non sarebbe stata una nottata serena, bensì piena di pensieri e paranoie.

Eppure sperava che un'altra giornata potesse essere anomala, la ragazza voleva vedere di più...

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