Non ricordo l'ultima volta che ho visto la luce, che ho percepito il calore del sole sulla mia pelle. Sono giorni, ormai, che non esco di casa. Stavo aspettando il giorno perfetto, il momento in cui le nuvole si sarebbero riempite di inchiostro, per poi sputarlo nelle strade. Ma ormai è sempre sereno, mentre nella mia testa è tutto spento, buio.
Sento di aver perso la mia lucidità, non so neanche io perché. Certe mattine mi sveglio e bevo il mio caffè e poi mi chiudo nella mia stanza a scrivere. Questi sono i giorni che ricordo. Ho perso ore, giornate intere e non riesco a riportarle in superficie.
Forse è amnesia? No, non può essere.
È come un velo che mi separa da quei giorni, una coltre sottile che si alza solo di notte e mi trascina in un incubo.
Forse sto impazzendo.Oggi sono fortunato, mi sento bene, o per lo meno mi sento sveglio.
Nella mia tazza da colazione, il caffè accoglie il latte caldo, prima con distacco e poi con dolcezza. Mangio i biscotti davanti ad un televisore spento, perché ormai la mia testa è un martellare continuo ed ogni suono mi provocherebbe una fitta di dolore.
Penso spesso al caso di Bologna, agli omicidi. Ci penso così tanto, a volte, che mi sembra di esserci stato, su quelle scene del crimine. Come se le avessi viste - vissute - in prima persona.
La figura incappucciata, quella ragazza, è come un flash che con intermittenza invade le mie giornate. La ritrovo sempre lì, a girovagare nel mio inconscio.
Mi tiro uno schiaffo. D'istinto, senza pensarci: voglio solo scacciarla dalla mia mente.Un rumore familiare mi risveglia: un tuono in lontananza. Dentro di me si smuove qualcosa, quella parte di me che vuole uscire solo quando piove.
Abbandono la tazza sul tavolo, ancora piena per metà, e indosso la mia felpa nera.
Nel momento in cui i miei piedi toccano l'asfalto del marciapiede, fuori dal palazzo, la sento: prima sul dorso della mano, poi sul viso quando lo alzo per accoglierla.
La pioggia.
Bagna tutto, prima con delicatezza, poi con rabbia.
È come un angelo vendicatore che pulisce il mondo, lo lava, lo spurga dai suoi peccati.
Lo rinnova.
Piove ed io mi sento rinato.Un altro suono in lontananza mi disturba, mi strappa da questo momento. Si fa sempre più vicino, acuto ed insistente. La mia testa pulsa di dolore, ma non la ascolto.
Siamo solo noi, adesso.
All'improvviso il suono si ferma.«Dario Matassa?» mi chiama una voce.
Rimango immobile, lasciando che la pioggia mi lavi via la pelle. La mia seconda pelle.
Abbasso lo sguardo sull'uomo davanti a me. Indossa una divisa e mi guarda come si guarderebbe un leone fuori dalla sua gabbia.
«Sì, sono io» rispondo impassibile.
Lui mi guarda, la mano che sfiora l'arma attaccata alla sua cintura.
Inclino la testa di lato e gli rivolgo uno sguardo interrogativo.
«Siete qui per me? Ho fatto qualcosa di sbagliato?»
La mano dell'uomo si sposta dalla pistola, e si muove verso qualcos'altro.
«Lei è in arresto per duplice omicidio» annuncia.
Mi scappa un ghigno. Non volevo farlo, davvero. Ma non... Non lo posso controllare.
L'agente viene affiancato da un collega, mentre mi fa girare e chiude i miei polsi tra le due manette. Sono fredde e strette.
L'altro agente inizia ad elencare i miei diritti - l'ho visto fare un sacco di volte nei film.
È una scena esilarante.
«Ha il diritto di rimanere in silenzio. Qualsiasi cosa dirà potrà essere e sarà usata contro di lei in tribunale...» sta dicendo l'uomo, mentre mi trascina verso la vettura.
Ma io non lo sento più. La sua voce ormai è coperta dalla mia, mentre rido.
Rido, rido, rido.
Rido così tanto che mi fa male lo stomaco, che mi fa male la faccia. Il volto tirato in una smorfia disumana, la bocca troppo aperta, i denti fuori, un filo di bava che inizia ad uscire.
Non riesco a smettere.
È tutto così...
Esilarante.
La mia risata è un suono feroce che rimbomba nell'aria, dentro la mia scatola cranica, e sfreccia tra le gocce di pioggia.Poi chiudono lo sportello, accendono il motore e io penso a lei.
La mia prima volta.
Non la dimenticherò mai.Guardo fuori dal finestrino, ammiro la mia compagna di avventure.
Così, mi portano via.Succede sempre qualcosa di brutto quando piove.
Telegiornale - Ultima ora
"Il mistero di Bologna si risolve.
Questa mattina, intorno alle 8:00, il comando della polizia di Bologna ha arrestato il colpevole dei due omicidi che avevano scosso la città nelle ultime settimane.
Il DNA dell'assassino, un giovane di 24 anni, è stato rinvenuto sui corpi di entrambe le vittime ed è stata la prova lampante e definitiva che ha permesso alla polizia di identificare il colpevole.
È stato inoltre constatato che il secondo corpo ritrovato risale a circa due mesi fa, e che quindi la ragazza sia stata la prima vittima del carnefice, seguita poi dalla seconda, a distanza di poche settimane.
Le accuse contro il 24enne sono di duplice omicidio di primo grado, e il ragazzo è già stato consegnato nelle mani della giustizia.Si conclude così, grazie all'ottimo lavoro della scientifica e della polizia, la tragedia che ha colpito Bologna".
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Quando piove
Детектив / ТриллерSuccede sempre qualcosa di brutto quando piove. Breve storia inquietante su Dario