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Si udono dei tonfi.

È tutto buio…

Una donna accende la luce e raccomanda ad un  bambino di nascondersi.

"Asiye" si riesce a percepire solo questo, una voce che pronuncia costantemente questo nome.

"Sono venuto a prendermi tuo figlio"

La donna è spaventata, non sa cosa fare.

Subito dopo la porta viene spalancata, in pochi istanti il più grande degli incubi di Asiye compare al suo cospetto.

"Non hai mantenuto la promessa" dice un uomo.

"Non mi è stata data la possibilità di farlo" espone Asiye quasi piangendo

Gli altri uomini che si trovavano dietro quest'ultimo iniziano a sviscerare per tutta la casa.

Nella camera adiacente all'entrata, una stanza appestata da muffa, umidità, composta da poche cose come un piccolo letto e un armadio, di quelli antichi.

Gli uomini iniziano a rovistare sotto al letto e poi subito dopo trovano il bambino rannicchiato all'interno di quel grande vecchio armadio.

"Mamma" il bambino diceva, aveva paura degli uomini in maschera, quella bautta che lasciava scoperti solo i loro occhi che ti intimorivano fino al paralizzarti.

"Mamma, cosa vogliono questi uomini" chiedeva alla madre quel piccolo bambino.

"Figliolo, vogliono te, come pegno per i miei peccati"
"Verrò a riprenderti figlio mio" raccomandò Asiye al figlio in lacrime.

"Perchè?" disse il bambino con quella faccia da innocente

Poi tenta di fuggire ma invano, gli uomini lo bloccano e uno di loro lo prende in braccio.

"Akça ti verrò a prendere, lo prometto figliolo"

Akça morde la mano all'uomo e riesce a scendere, però l'uomo senza maschera punta una pistola alla fronte della donna.

La donna ormai in lacrime supplica il figlio di andar via.

"Akça tutto andrà bene, te lo prometto, vai con loro"

L'uomo mette via la sua arma e prende Akça, così si avvia alla porta pronto a strapparlo dalle mani della madre.

Il bambino guarda intensamente la madre a terra stremata e poi la porta che non varcherà più.


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