In trappola

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"Ti prego, fa cambiare idea a mia madre, fa che non mi dia in mano ad uno sconosciuto, fa che capisca la mia vocazione e mi lasci qui. Non lasciarmi andare. Amen" Sciolgo le mie mani conserte e faccio il segno della croce, mi alzando dall'inginocchiatoio posando lo sguardo sul crocifisso che stava sul muro della chiesa, mi sono sempre chiesta il perché a vita siamo destinati a soffrire? Sin da piccola sono entrata in questa piccola cappela, guardandomi in torno ho sempre visto quadri di persone che piangono disperati, in ginocchio che pregano perché stanno affogando nella disperazione. Vedo statue enormi e bianche, sembrano cosi potenti eppure non possono fare niente per noi, perché ne siamo circondati? La vita è cosi, un mare di dolore e alla quale non possiamo sottrarci, è sempre stato cosi e l'unico rimedio, l'unico rifugio è la speranza. La speranza è il faro nell'oscurità, nella mia vita nei momenti hui mi sono rifugiata nella preghiera, "mho sempre fatto. Forse perché sono circondata da uomini di chiesa quando sono nata, forse perché mia madre mi ha impoesto questa educazione o forse non ho mai avuto nessuno con cui parlare. Una nobile va in chiesa ogni Domenica, deve pregare ogni sera prima di andare a dormire, deve seguire le regole del vangelo, non lasciarsi distratte dai beni terreni, deve essere perfetta. Questa vita, in qualche modo, mi ha sempre portwto verso la solitudine, non ho mai avuto delle compagne o un compagno, perciò quando avevo bisogno di qualcuno pregavo, pregavo in ginocchio fino a quando le gambe non mi facevano male, avvolte pregavo tutta la notte per un vita diversa, ero una principessa prigioniera nel proprio castello.
Non ho mai avuto un corteggiatore, un amante. Ma, sinceramente, non ho mai sentito il bisogno, ho sempre trovato quello di cui avevo bisogno in Dio. Anche se in questi giorni non trovo pace, mia madre l'altra sera mi ha detto che vole maritarmi con il figlio del signore di firenze, Lorenzo De' Medici. Ho sentito parlare di lui, padre carlo, il parroco della chiesa che seguo e aiuto da anni, è suo zio. Ne parla sempre bene, lo descrive come una persona così intelligente e che ama ogni forma d'arte, lui li vede come salvezza dell'anima. Non l'ho mai conosciuto ma penso che sia una brava persona, ma cosi differente da me. Non ho mai pensato ad un matrimonio nella mia vita, quando mia madre mi ha parlato di una possibile unione sono stata in silenzio, non so precisamenre il perché. Mia madre non sapeva che ho l'intenzione di prendere i voti e dedicarmi aDio, non le interessa. In realtà a nessuno in teressa cosa voglio o cosa no. Non voglio sposarmi, non voglio fare la moglie, non volio conoscere Lorenzo De' medici.

-Clarice- mi giro sentendo il mio nome che proveniva da una voce maschile

-Padre carlo- sforzo un sorriso. In questi giorno la mia mente gira solo nel pensiero del matrimonio e quasi non riesco avere delle espressioni.

-Successo qualcosa? Non vedo il sorriso che sei solita avere.- si avvicina prendendo per le spalle e mi fa sedere sulla panchina della sacrestia -Si tratta di mio nipote, giusto?- annuisco -Clarice, non posso immaginare come tu stia, ma hai trovato la tua vocazione. Non puoi mollarla per un matrimonio. Tua madre capirà-

-No, non lo farà. Un matrimonio con i medici significa molto per la nostra famiglia, almeno cosi dice lei.-

-hai provato a dissuaderla?-

-Ho inventato scuse, tipo che non voglio sposare un uomo che non amo e che non ho mai visto, che d'altronde non è una bugia. Dovrei andare in una città che non conosco, come vedranno una romana a firenze? Sarò lontana dalla famiglia e da questa chiesa, che è l'unica parte dove posso essere davvero io. Mia madre non capirà mai questo.- senza rendermi conto una lacrima percorre lavstrada del mia viso. La caccio via subito con la mano, non devo essere cosi.

-Purtroppo essere una famiglia di sangue nobile comporta sacrificare una parte di te. Non ho mai voluto far parte della famiglia dei medici, sono il figlio illegittimo di Cosimo De' Medici ma mi avevano accettato, io ho scelto di andarmene e ,per fortuna, Dio ha trovato me.- Sorrido a queste parole, padre carlo è sempre stato un esempio per me, è andato via da Firenze per amore di Dio e ha rinunciato di far parte di quella vita corrotta, piena di sorteggi, una vita fatta di menzogne. -Cosi devi fare clarice, sii più forte-

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 09, 2020 ⏰

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