Caro nonno

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Caro nonno,
sai a volte ripenso a quei nostri quindici anni passati insieme.
È come se noi fossimo due equazioni messe in un sistema; la nostra intersezione corrisponde esattamente al tempo che abbiamo avuto da passare insieme.
Mi manchi.
Da piccola non dimostravo mai il mio affetto, come adesso d'altronde, ma anche se non dico mai "ti voglio bene" io lo dimostro, lo dimostro in tutti i modi possibili.
Un mio più grande problema è l'insicurezza; l'insicurezza di non essere mai abbastanza per qualcuno, di star costantemente sbagliando qualcosa.
Ci sono alcune sere dove non riesco a dormire. Mi giro, mi rigiro, ma non riesco mai a smettere di pensare. Penso a tante cose, forse anche troppo ma va bene così.
A volte penso anche a te. Quelle sono le notti più difficili. Non so neanche spiegarti il perché ma le sento dentro, come se sulla mia anima si fosse poggiato un altro mattone. 
La cosa che più mi logora dentro è il fatto di non esserci stata nel momento in cui hai deciso di prendere il volo. Non c'ero e nei giorni dopo non ci sono stata.
Posso sembrare cattiva, cinica, ma non ho ancora perdonato tua figlia per non avermelo detto. Io meritavo di sapere, io meritavo di decidere cosa fare, io meritavo quello che non mi è stato permesso di sapere.
L'ultima cosa e poi non ti disturbo più: sappi solo che ovunque tu sarai, rimarrai sempre nel cuore di qualcuno, un po' con la tua macchina distrutta, un po' con le tue galline, un po' con il tuo modo di fare e i tuoi balli strampalati, ma sappi che tu rimarrai per sempre e in eterno nella mente di tutti.
Ti voglio bene
Tua nipote

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