'Entrerò a far parte degli ANBU'
Quando glielo disse, la voce di Itachi era incolore. Tutto calcolato, per un tipo come lui era semplice far credere che non gliene importasse niente di quel che ne sarebbe potuto conseguire: lui avrebbe preso la sua strada e lei... avrebbe dovuto fare i conti con se stessa, abituarsi a un nuovo capitano e dire addio a quello vecchio - perché i ninja che facevano parte degli ANBU erano pressoché inavvicinabili, sempre impegnati con le loro missioni di spionaggio, sempre a caccia di traditori da ammazzare, sempre con quelle facce coperte e le mani sporche di sangue.
Non era affatto sicura che avesse capito bene all'inizio, perché un Uchiha avrebbe dovuto entrare nella squadra speciale di Danzo?
A lui neanche piacevano gli Uchiha in generale.
Aveva accettato la scelta di Itachi perché non voleva essere d'impiccio. Lei non era fatta per gli ANBU, ne era consapevole, lei non avrebbe mai potuto fare quello che facevano loro con lo stesso stoicismo.
'Prenditi cura di te' le aveva detto
'Tu non farti ammazzare'
Lui le aveva sorriso.
Grazie al terzo Hokage aveva avuto la possibilità di interessarsi alla politica del villaggio, ai suoi bisogni e tutto ciò poteva essere oggetto di studio di un eventuale prossimo Hokage. Lei non avrebbe mai voluto occupare quel ruolo, sapeva di non avere le capacità di guidare un villaggio ma da quando lo conosceva aveva sempre pensato che Itachi potesse essere perfetto per quel compito.
Non si aspettava però che anche il terzo fosse d'accordo con quel suo pensiero e ne rimase piacevolmente sorpresa, soprattutto perché negli anni che seguirono aveva percepito sentimenti contrastanti indirizzati al clan Uchiha. C'era chi li tollerava a stento, chi li ammirava (ed erano generalmente pochi), chi provava un viscerale odio nei loro confronti e chi li ignorava a basta - Yuka davvero non riusciva a capire.
C'erano state volte in cui aveva perso letteralmente le staffe e quasi ammazzava di botte chi aveva osato parlar male del suo ex capitano - non si era mai lasciata andare tanto da cominciare una rissa... non lei. Per cui si limitava a guardarli malissimo e a sopportare, ingoiare l'amaro e continuare a far finta di nulla.
D'altra parte gli Uchiha non erano neanche gente con cui era facile parlare: lei stessa aveva avuto difficoltà la prima volta che si era ritrovata davanti Fugaku, quasi se la faceva nelle mutande. Aveva conosciuto tanti Uchiha nella sua vita e poteva farne un'accurata distinzione.
C'erano i tipi come, appunto, Fugaku. Normalmente distribuivano stizza e senso di inadeguatezza per le strade tant'era il loro orgoglio, qualcosa di insopportabile.
Poi c'era Mikoto, anche lei era un Uchiha d'oc ma almeno si sforzava di sembrare affabile con le altre persone, infatti era una delle poche kunoichi di quel clan a essere anche solo vagamente simpatica. C'era Shisui, ma quello non sembrava neanche un Uchiha - già detto, un idealista come pochi - e in più sorrideva di frequente.
Un Uchiha sano di mente non sorriderebbe così spesso come faceva lui.
Sasuke era troppo piccolo ma aveva già dimostrato una genuinità che non sembrava appartenere ai suoi parenti. Neanche lontanamente.
Per quanto riguardava Itachi...
Con gli anni aveva imparato a conoscerlo come le sue tasche. Ci aveva messo un po' ma ne era valsa la pena.
Tredici anni ed era già un capitano ANBU.
Erano in molti a essere gelosi di lui e delle sue abilità, doveva ammettere che anche lei un po' lo invidiava ma quando seppe cos'era il potere per un componente del clan Uchiha e come lo si otteneva si era messa una mano sul cuore. L'ennesima pugnalata.
Non riusciva proprio a stargli dietro, per niente.
Ogni volta che le sembrava di avvicinarsi, ecco che qualcosa l'allontanava. Era il destino?, era con quello che doveva prendersela? O semplicemente la colpa era tutta sua e della sua debolezza, della sua goffaggine.
La cosa che la faceva ridere era che il resto del villaggio credeva che fosse l'unica ninja a poter competere con lui - era veloce, forte e resistente come nessun altro, il suo corpo non sembrava neanche quello di un essere umano, incuteva timore agli avversarsi meno ambiziosi soltanto con lo sguardo, era una maestra nel taijutsu e dominava perfettamente l'arte del fulmine e del vento; in più aveva studiato per anni qualsiasi tecnica di sigillo, le conosceva a memoria ed era in grado di replicarle tutte.
Nonostante questo però si sentiva sempre inferiore a lui. Non era una mera questione fisica, Itachi la batteva sempre senza neanche usare lo Sharingan, ma mentale.
Itachi aveva una mente superiore, non poteva farci niente.
Lei voleva quella stessa forza soltanto per aiutarlo a non lottare da solo.
Non ci riusciva.
'Oggi Yuka è scivolata in una pozzanghera' così cominciava il diario di Tenma, ogni singolo giorno. Riportava tutto quello che le succedeva o che succedeva alla squadra, anche le cose più stupide - specialmente quelle.
Yuka aveva sempre pensato che Tenma fosse un ragazzo sveglio, un po' scontroso con chi non conosceva ma la faceva sempre ridere, per questo non le aveva mai sfiorato l'idea che fosse una cattiva persona.
'Il maestro non se l'è sentita di farle continuare la missione tutta sporca di fango, per cui Itachi le ha prestato il suo cambio. L'avrei fatto io ma il saputello ha ribadito che i miei vestiti le sarebbero stati troppo larghi e le avrebbero impedito di combattere'
All'inizio non capiva quell'assurda rivalità che c'era tra lui e Itachi.
In realtà ancora prima di conoscerla, Tenma aveva sempre reputato l'Uchiha un piccolo genietto snob - quando poi ha saputo che anche lei avrebbe fatto parte del team 2, più passava il tempo e più si comportava in maniera strana.
In quell'occasione, per esempio, Tenma l'aveva rimproverata perché non aveva pensato a portarsi un cambio di vestiti - doveva essere una missione di livello C ai confini, non sarebbe dovuto neanche servire un cambio!
'La missione affidataci da Nonna Gatta è conclusa. Yuka era proprio carina con quelle orecchie da gatto. Ha persino detto che mi stavano bene. Boh...' se la ricordava quella missione, era stata una delle prime missioni svolte con la squadra.
Le successive note raccontavano le solite cose, come 'Il maestro Minazuki ci ha offerto i ravioli, il piccoletto se n'è andato quasi subito' o 'Yuka ha preparato un pranzo al sacco favoloso!'
Si chiese se anche Itachi l'avesse letto.
Anche se non sembrava perfino Tenma nutriva rispetto nei suoi confronti, soprattutto dopo che si erano conosciuti meglio: Tenma era affascinato dalle sue abilità ma al tempo stesso aveva capito quel che mancava a Itachi e non perdeva occasione per ricordarglielo.
Yuka ricordava di come una volta li aveva beccati a confabulare - in verità era Tenma che confabulava, l'Uchiha si limitava a starlo a sentire.
'Itachi mi fa davvero incazzare' diceva a un certo punto 'Dovrebbe imparare a fare l'essere umano oltre che il ninja' sì, era un idealista pure lui.
'Oggi ho ucciso qualcuno per la prima volta. Itachi mi ha detto che è normale, fa parte del nostro mestiere e non importa se si tratta di un uomo, una donna o un bambino come noi... gli ho dato un pugno e poi Yuka me ne ha dati due'
'Itachi mi ha battuto'
'Il piccoletto mi ha messo di nuovo KO'
'Oggi ho imparato una nuova tecnica ma contro Itachi non è servita a niente'
'Yuka è veramente carina' la kunoichi lesse quel taccuino una sola volta e tutto ciò che vi era scritto all'interno era stato cucito sul suo cuore, non l'avrebbe mai dimenticato 'Lei è simpatica, gentile. Certo che è anche una matta esaltata, non ci vuole molto per farla divertire, la sua risata è bellissima, una musica. Lei è ottimista, mi incoraggia e non si da mai per vinta. Io... credo di amarla. E nonostante sembri anche lei preda del fascino Uchiha io non mi arrenderò. Farò in modo che mi ricambi'
Tenma era morto senza poterle confessare i suoi sentimenti.
Il giorno dopo Yuka visitò la sua tomba e parlò sinceramente con lui, sperando che potesse sentirla. Gli disse che le mancava da impazzire e che con la sua morte tutta la sua vita era come caduto in un baratro. Fu sincera, tranne che per una cosa.
Avrebbe tanto voluto piangere.
< Hai mai provato tanto dolore da sentirti male, Yuka? >
Non si aspettava certo una domanda del genere, non da un tipo come Shisui almeno. Cosa avrebbe potuto rispondere, poi? Aveva sofferto nella sua vita, quand'era piccola piangeva spesso da sola perché sentiva la mancanza di sua madre - quando poi tornava da lei faceva finta di niente ma di notte piangeva di felicità.
Sì, era una frignona sostanzialmente < Quando mia madre è morta >
Ricordava ancora il momento in cui Takeo apparve alla sua porta per darle la tragica notizia e di come Tenma le aveva stretto la mano ai suoi funerali con lo sguardo basso. Itachi l'aveva guardata... tutto in un solo sguardo.
Shisui era seduto su una pietra, l'aveva raggiunta durante gli allenamenti - l'aveva pure osservata per un po' senza mostrarsi - e si era fermato a fare 'quattro chiacchiere' < Poi quando Tenma è stato ucciso e... per Itachi >
Shusui si lasciò sfuggire un sorriso < Itachi si porta un gran bel peso sulle spalle >
< Già > la sua voce era un sussurro e non solo perché era stanca < Sono passati due anni da quando è entrato nell'ANBU e lo vedo raramente >
Itachi era sempre occupato.
Missioni di qua, missioni di là, quando finalmente riusciva a incontrarlo aveva occhiaie profonde e il viso più pallido del normale. Nonostante tutto sembrava non molto diverso dal solito, sempre sull'attenti.
Ma ultimamente... ultimamente era...
< Yuka, senti >
Itachi sembrava assente. Immerso nei suoi pensieri. A che cosa starà pensando?
< Dimmi >
...
Fortuna che il tempo stava cambiando. A breve sarebbe cominciato a piovere.No.
< Ci siamo dentro tutti e due in questa storia > continuò a dire Shisui mentre lucidava la sua ninjato < La risolveremo >
< C-Come? > la sua voce era un singhiozzo.
Shisui le sorrise teneramente < Itachi è fortunato ad avere una persona come te al suo fianco >
Era debole, sì, vergognosamente debole in confronto a Itachi ma lei non era stupida.
Quando due settimane dopo la discussione con Shisui si era presentata al quartier generale degli ANBU senza il permesso scritto dell'Hokage o del massimo responsabile - il rispettabilissimo Danzo Shimura - aveva capito che il suddetto capo sapeva qualcosa che gli altri neanche immaginavano.
Alcuni erano suoi complici, altri facevano finta di non vedere quanto marcio c'era in quell'assurda situazione e altri ancora neanche ci pensavano, erano soltanto felici che ci fosse un Uchiha in meno sulla faccia della terra.
A volte ci si accorge troppo tardi di amare una persona.
Si è convinti che quello che ci lega a quella persona sia semplicemente amicizia, affetto anche fraterno e poi ci si rende conto come per magia che quando ti guardava arrossivi dentro, che quando ti parlava non prestavi l'attenzione necessaria alle parole ma al timbro, quando ti porgeva la mano e ti sfiorava per sbaglio rabbrividivi.
Avevi la pelle d'oca.
Per Yuka era stato un processo distruttivo oltre ogni dire. Innanzitutto non aveva idea si potessero provare certi sentimenti, credeva addirittura che fosse ammirazione, la scema. Ma no.
Non era nulla di ciò. Yuka l'aveva capito troppo tardi ed era principalmente per quel motivo che aveva aggiunto un'altra regoletta alla lista: prima di essere un ninja, sei un essere umano, ricordatelo quando puoi permettertelo.
Itachi se n'era andato, lei si era risvegliata da poco e ancora il suo corpo non dava segni di voler collaborare: era rigido, i muscoli incollati tra loro e le ossa deboli ma peggio di ogni altra cosa versavano i suoi nervi.
Era da una settimana che non chiudeva occhio, se provava a mangiare rischiava come minimo di vomitare anche l'anima ed era soltanto da un paio di giorni che aveva ripreso a parlare correttamente senza balbettare o affannarsi. Era ancorata al letto.
Sembrava una malata terminale e se ne vergognava.
Era una ninja, lei, mica una persona qualunque...!
'Non piangere' aveva detto.
Ma era difficile.
'Non piangere'
'Non piangere'
Poi ancora 'Bada a Sasuke'.
Non sapeva dove fosse Sasuke.
Non vedeva niente di diverso della stanza d'ospedale da giorni, non riusciva neanche ad alzarsi. Sentiva male ovunque: la gola, il petto, lo stomaco e... la testa! Dei, che male!
Ancora c'erano le immagini, quelle terribili immagini nella sua testa. Tenma, sua madre, Lui. Il dolore, mille senbon giganti che l'attraversavano da parte a parte, la carne lacerata... e dopo tutto questo lo stava pure a sentire, l'Imbecille.
Era pure sorvegliata giorno e notte, come se gli ANBU si aspettassero chissà cosa da una kunoichi che non era neanche in grado di tenere una katana senza crollare in ginocchio. Stupidi.
Passava le giornate a fissare il cielo fuori dalla finestra, perennemente sereno senza neanche una nuvola e le metteva agitazione perché voleva solo tornarsene a casa, dove nessun ANBU poteva mettere piede grazie al sigillo che aveva impresso lei stessa.
< Yuka >
Ah già.
Capitava non di rado di ricevere la visita dello Stupido numero uno < Che vuoi, Danzo? > non si scomodò neanche a guardarlo, per poi continuare < Di nuovo >
< Sono costretto a chiedertelo ancora >
Muori, stronzo.
< Itachi ti ha detto qualcosa prima di andarsene? >
Yuka scosse la testa < No >
< Se dovessi anche solo avere conferma dei miei sospetti circa un tuo eventuale tradimento è mio dovere interrogarti alla base, lo sai, vero? >
Di interrogatori ne aveva visti, lei.
Ibiki non era uno scherzo, nessun ANBU giocava quando c'era da 'interrogare' e molto spesso gli inquisiti non riuscivano più a camminare dopo. Camminare, parlare, respirare.
Le stava implicitamente dicendo che l'avrebbe torturata a morte?
Era vero, Itachi non le aveva detto nulla.
Era stato tutto merito dello Sharingan, lo stesso che l'aveva ridotta in quello stato.
< Non ho ragioni per mentire, Danzo. Inoltre non so se l'hai notato ma non posso ancora muovermi per via dello Tsukuyomi, sono viva per miracolo > fu allora che lo guardò nell'unico occhio buono sperando di essere convincente < Itachi ha cercato di uccidere perfino me. Cosa ti aspetti che ti dica? >
< Me ne vado > era stata la prima cosa che le aveva detto.
Yuka era rimasta impalata lì a fissarlo, nel buio della foresta, l'unica cosa che stava capendo era che il suo capitano era macchiato di sangue - sangue non suo - e che stava partendo per chissà quale luogo e ragione, di punto in bianco.
Perché?
< Non tornerò più>
Perché?
< Ita- >
La interruppe < Scusa > si concesse di mostrarle un piccolo sorriso, impercettibile, Yuka sentiva la gola gonfia e il cuore aveva quasi smesso di battere per un emozione che non aveva mai provato in tutta la sua vita < Bada a Sasuke > Ti prego.
...
La guardò negli occhi e questo bastò...
Poi... era meglio non ricordarselo.
Quando riaprì gli occhi era già passato un mese ed era in ospedale.
... non le era rimasto più niente...
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Ti prego, piangi. Ma solo quando c'è la pioggia
FanfictionLei poteva dire di conoscerlo, ci aveva messo degli anni... Itachi Uchiha non era mai stato semplice da decifrare, neanche quando era un bambino. Nonostante tutto però poteva dire di esserne rimasta affascinata. Aveva provato mille emozioni quando c...