Capitolo otto

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Forte e chiaro
Capitolo otto

Baby ne ho presi i colpi,
Ma siamo ancora in piedi.

Succede tutto in un secondo.
Quando Luca si scaglia violentemente contro Samuel, Mirko ci mette davvero un attimo per capire.
In un gesto e prima ancora che Charlie possa realizzarlo, Mirko si interpone tra lei e loro e con entrambe le mani, la tiene ferma.
Le persone si fanno spazio attorno a Luca e Samuel come se fosse tutto uno spettacolo e velocemente formano un cerchio immaginario. Mirko non si sorprende ma anzi, coglie la palla al balzo per parlare a Charlie e "Vieni, ti porto via" le comunica all'orecchio, per contrastare l'alto volume della musica. La prende quindi per le spalle magre e in meno di un'istante, Charlie si trova lontana da Samuel, da Luca e dalla rissa appena scatenata.
Mirko le sta dietro, facendole spazio con le braccia, tra le persone, per passare. Lei prosegue dritto, senza sapere la loro destinazione e lascia che sia lui a guidarla.
All'improvviso un rumore sospetto la fa però rallentare, Charlie si ferma sul posto e si volta alle sue spalle, in direzione di Luca.
Sbatte le palpebre più volte per vedere meglio ma niente, c'è troppa gente fra loro. Sente gli occhi pesanti, quasi impastati. Mirko sembra capire, "Va tutto bene" le dice, "Adesso usciamo fuori, al fresco. Manca poco, siamo vicini".
Charlie annuisce, senza riuscire ad emettere un solo suono. Si rimette a camminare, a corto d'aria e di parole.
Usano la porta d'emergenza.
Una volta fuori, Charlie respira a pieni polmoni, si porta una mano sul petto, ha il battito accelerato ed è visibilmente turbata.
"Luca?" chiede subito a Mirko, "Dov'è?".
"Adesso ci raggiunge, va tutto bene" la tranquillizza lui, "Come ti senti?" le domanda. Mirko la scruta da capo a piedi con occhi attenti, le guarda più attentamente l'avambraccio e contrae il muscoli del viso: "Ti ha fatto del male?".
Charlie non capisce fino a che non guarda in basso, sul braccio ha la pelle rossa e un grande livido. Senza pensarci, si abbassa la manica della maglia per nasconderlo e scuote il capo, come per negare l'accaduto.
Mirko non capisce il gesto, ma prima che possa domandarle qualcosa gli suona il cellulare. Risponde sapendo già chi sia l'emittente e dopo poche parole, chiude la chiamata.
"Vieni a casa con me, Luca sta andando lì".

Mirko estrae dal congelatore del ghiaccio istantaneo per poi spezzarlo e porgerlo a Luca. Lui se lo appoggia sullo zigomo sinistro e dall'espressione sembra provare fastidio quindi Charlie lo guarda con un'aria parecchio preoccupata. Mirko non riesce a trattenersi: "Se la caverà" mormora, quasi ironico. Si appoggia allo stipite del frigo, incrociando le braccia alla felpa extra large e bonariamente sorride a Charlie, che sposta lo sguardo da Luca a lui. Due piccole fossette compaiono sul viso magro e sbarbato di Mirko, Charlie fatica a concepire quanto la somiglianza con Luca sia davvero disarmante. Mirko si comporta come se avesse sempre tutto sotto controllo, Charlie si chiede quante volte lui abbia dovuto recuperare a qualche guaio combinato dal suo migliore amico. Ciò nonostante, il senso di protezione che emana resta comunque pazzesco.
"Non fare lo stronzo" esclama quindi Luca, scollandosi il ghiaccio dal viso e appoggiandoselo sul dorso della mano.
Ha la guancia paonazza, leggermente violacea e un piccolo taglio sul sopracciglio.
Nonostante questo, non sembra preoccupartene ma anzi "Come stai?" lo domanda a Charlie.
"Io bene" risponde lei, "Tu? Come ti senti?"
"Sto sicuramente meglio dell'altro".
"Luca, dai" esclama Mirko, per zittirlo.
Charlie sorride, ma non vorrebbe farlo.
Luca lo percepisce e turbato, stira le labbra tra loro, rendendole due piccole fessure. "Sicura di star bene?"
Charlie annuisce. Nonostante ciò, Luca non sembra esserne convinto. La studia a lungo e lei sostiene il suo sguardo per un po'.
"Vuoi che porti io Charlie a casa?" chiede successivamente Mirko.
"No" Luca scuote il capo, si alza subito dalla sedia e "Ci penso io" mormora, deciso.

Luca si chiude il portone d'ingresso alle spalle e attacca l'allarme di casa mentre Charlie cammina rapida verso il suo Mercedes nero.
Rimane impalata davanti alla portiera dell'auto quando invano, tenta di aprirla e si accorge che la sicura sia ancora attivata. Quindi guarda Luca con aria interrogativa. "Non usi questa?" gli chiede, ingenuamente.
In un'altra situazione, Luca sorriderebbe alla sua affermazione buffa. Tuttavia, al posto di rispondere, la raggiunge e Charlie sembra non capire. Aggrotta le sottili sopracciglia sulla fronte e comincia a mordersi un labbro, confusa.
"Dobbiamo parlare" mormora Luca con tono deciso, come per giustificare questa sua azione.
Charlie annuisce ma non risponde, anzi si allontana di qualche passo quando lui prova a dimezzare la distanza interposta fra loro.
Luca sospira, apparentemente calmo: "Ce l'hai con me, vero?" chiede, ma è una domanda inutile perché è come se già sapesse la risposta. Traspare dal suo sguardo e dai suoi movimenti.
"Mi hai baciata e sei scomparso. Sono buona ma non sono scema"
"Non è quello che penso, infatti" risponde seccato lui, quasi si fosse offeso. Si passa una mano tra i capelli nero corvino e se li spettina leggermente.
Charlie, invece, sposta il peso da un piede all'altro per contrastare il nervosismo, "Non hai risposto a nessuna delle mie chiamate".
"Lo so" mormora Luca, "Ero arrabbiato" ammette, sincero.
Charlie ride senza entusiasmo, Luca non si aspetta questo genere di reazione quindi la guarda stralunato.
"Ti comporti come un bambino" si giustifica lei.
"Questa non è una novità" mormora sarcastico, "E comunque si, non avevo voglia di starti a sentire" risponde, seccato e nervoso. Luca calcia un sasso nel buio perché si sta davvero alterando. La luce dei lampioni illumina la strada deserta, non saranno nemmeno le cinque del mattino.
Charlie alza gli occhi al cielo, "Non è difficile, Luca" dice allora lei, severa. "Devi semplicemente dirmi che non ti interesso".
"Il problema è proprio questo!" ribatte lui, "Tu mi interessi, Charlie".
Charlie assume un'espressione infastidita, "Non è così" mormora, "Se così fosse, mi avresti dato modo di spiegarti, ti saresti dato il tempo di capire".
Luca scuote il capo come per accentuare il disaccordo che riscontra con le parole dure di Charlie. Si rende conto che il suo discorso non sia sbagliato ma anzi, che sia ragionato, eppure non è facile per uno come Luca. Fidarsi. Dare possibilità. Andare oltre.
Quando poi, "Mi porti a casa, per favore?" gli chiede, Luca socchiude gli occhi e poi sospira rumorosamente. Si volta nei suoi confronti alla ricerca del suo sguardo.
"Si, certo" mormora, con lo sguardo perso, che trasmette una fragilità che Charlie non aveva mai riscontrato prima nei suoi occhi,
"Ma solo se tu hai ancora voglia di spiegarmi tutto, per davvero".

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