Capitolo 4. Partenza

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Che?! Com... Come ha fatto?!

Mi rialzo in piedi e mi metto a fissarla «Ma cosa?! Come hai fatto?!» Non sembra in vena di darmi alcuna spiegazione, infatti gira sui tacchi e si avvia verso la porta da cui l'ho vista entrare la prima volta «Allora vuoi andare o no? Oppure devo aspettare che i topi mi mangino?» Sarcastica la ragazza. Senza una parola mi avvio e inizio a seguirla. Ogni tanto mi fa cenno di aspettare e svolta un angolo per controllare che non ci sia nessuno. Finalmente vicini alla porta, mi porge il mio mantello. « Ti ci stavi strangolando quando ti ho trovato » dice lanciandomi la stoffa «te l'ho tolto e nascosto, nessuno sospettava minimante della tua presenza» E con un cenno del capo si avvia, col cappuccio calato sul volto, verso la strada. Girovaghiamo a testa bassa senza attirare l'attenzione dei passanti. Tutto sembra procedere liscio, siamo quasi fuori dalle mura« PRENDETELO E UN FUGGITIVO!!!» Mi volto di scatto per capire cosa sta accadendo, non l'avessi mai fatto: il cappuccio mi cade all'indietro e prima che riesca a rendermi conto di averlo perso gli inquisitori mi stanno gia correndo incontro. Senza pensare ad Alexis mi metto a correrre per le strette vie, rifacendo tutta la strada che avevamo appena percorso. Riesco a seminare momentaneamente gli inseguitori e mi rifugio dietro ad un carro di verdure per riprendere fiato. Mi guardo attorno via libera penso. Cerco la strada più vicina per dirigermi fuori dalle mura, e, con mia grande fortuna, non è lontana da qui. Nascondo il volto sotto il cappuccio e nell'ombra mi dirigo alla porta.

In un angolo c'è Alexis. Si vede che mi sta aspettando. Silenzioso e invisibile le spunto accanto. La sua unica reazione è: l'alzarsi e dirigersi fuori dalle mura. Con passo svelto abbandona immediatamente il sentiero e si dirige verso una pineta scura ma "regolare". Dopo circa mezz'ora di camminata con passo serrato, arriviamo ad una piccola radura. Lì Alexis pronuncia le prime parole da quando siamo partiti. Si appoggia a un pino dal tronco piuttosto largo, sul quale si lascia scivolare fino a terra; slaccia il mantello e vedo che sotto ad esso ha varie borse.

Se ne slaccia una e me la lancia, che io afferro al volo. « Provviste » Bel dialogo penso. Lei intanto scoglie anche le altre due borse piu piccole. Da una estrae un pugnale e con uno scatto di due metri mi e addosso puntandomelo alla gola : «Se ancora solo una volta, osi scappare e creare trambusto giuro che questo» con un cenno del capo indica il pugnale costantemente premuto contro la mia gola « te lo ficco in gola»

Poi con calma si allontana. Si siede davanti a un masso piuttosto piatto e lì apre un foglio di pergamena, una mappa.

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