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Era sera Luke dovrebbe tornare a momenti, mamma come al solito non c'era , mentre Ethel stava apparecchiando la tavola, io invece ero in camera mia con addosso ancora l'accappatoio di una doccia fatta un'ora prima , così decisi finalmente di iniziare a vestirmi, indossai uno skinny jeans scuro con sopra una semplicissima maglietta a maniche lunghe, la cosa carina erano i finti bottoncini, stavo per infilarmi le pantofole quando sentii il campanello, aprii la porta di camera mia e avvisando ad alta voce a  mia sorella che sarei andata io ad aprire, speravo fosse mio fratello, ma in realtà era Bonnie
-Oh sei tu Bonnie- le dissi con poca enfasi e un po' delusa, non perché non volevo vederla anzi ero felice che fosse arrivata ma volevo riabbracciare mio fratello.
Bonnie: wow vedo che sei davvero felice di rivedermi
Io:no scusami è che mi aspettavo fosse Luke.
Dissi facendola entrare in casa
Bonnie: tranquilla.
La portai in camera mia dove finii di prepararmi,  Luke non era ancora arrivato e stavo letteralmente perdendo le speranze nel suo arrivo, aveva sempre mantenuto le sue promesse e il giorno prima mi aveva esplicitamente promesso che sarebbe tornato s casa per cena ma che il giorno seguente sarebbero dovuto andare via, anche se per poco ero felice, tornai in cucina seguita da Bonnie.
Bonnie: vedrai che sarà solo in ritardo può capitare.
Mormorai qualcosa di incomprensibile mentre entravo in cucina , in quell'esatto momento mi sentii sollevare da terra stretta in un abbraccio, Luke era arrivato ed non lo avevo minimamente sentito, gli circondai il collo con le mia braccia affondando il volto nell'incavo del suo collo.
Io: mi sei mancato così tanto.
Sussurrai per tenere intimo quello che non era per niente qun segreto.
Luke: anche tu bambolina.
Si mi era mancato anche quel nomignolo che non mi rispecchiava per niente, mi rimise giù e solo allora notai un ragazzo alle sue spalle, era davvero alto, proprio come mio fratello, il ciuffo lungo gli ricadeva sugli occhi, che spostò all'indietro, mostrando così i suoi occhi azzurri, cristallini, era davvero bello, lo vidi avvicinarsi a me e piegarsi alla mia altezza
-quindi tu saresti la bambolina dagli occhi verdi- aveva una voce profonda che lo rendeva estremamente attraente, iniziò a girarmi intorno scostandomi alcune ciocche che mi ricadevano lungo il viso.
-Ora capisco perché tuo fratello ti chiama in questo modo- mi scostai tremendo leggermente sentendo le mani di un ragazzo a me sconosciuto sulla mia pelle.
-Veronica il mio nome è Veronica-
Luke: non fare l'idiota,Ronnie lui è Nathan un mio amico, mi dispiace non avervi avvisato che sarebbe venuto anche lui.
Ethel:tranquillo c'è abbastanza cibo per tutti.
Io: si per fortuna che nostra sorella penso sempre al prossimo.
Boom... ecco la prima frecciatina, non avrei mai smesso di rinfacciargli di avermi lasciato a nostro padre, lei aveva 19 anni poteva benissimamente difendersi, e invece è scappata.
Io: oh! Ho dimenticato di presentarti una persona, Luke lei è Bonnie...Bonnie lui è Luke.
Luke: oh si...noi due non ci siamo forse già incontrati da qualche parte.
Bonnie annuì sorridendo, Nathan non aveva fatto altro che guardarmi fisso senza preoccuparsi se mi desse fastidio o meno mentre Ethel dopo quella frecciatina aveva abbassato il capo iniziando ad impiattare così ci sedemmo tutti tranquillamente a tavola per cenare.
Tutti eravamo lì che parlavamo e ridevamo e solo Ethel era a testa china che se ne stava zitta e Luke parve accorgersene.
Luke: Ethel tutto bene?
Ethel stette per qualche instante zitta poi alzò lo sguardo verso di me, mi guardò con uno sguardo triste pieno di dolore, solo allora capii che non sarebbe più riuscita a trattenersi a lungo, scossi la testa per farla stare zitta, ma lei non lo fece.
Ethel: è passato fin troppo tempo ed io avrei dovuto dirtelo subito.
Io: non ora Ethel non davanti a loro.
Se Bonnie scoprisse la verità scapperebbe via da me, fu quello che pensai immediatamente nella mia testa, e Nathan mi avrebbe considerata una puttana come tutti gli altri.
Ethel: nostro padre la stessa notte in cui è andato via...
Io: ti ho detto di stare zitta Ethel, fa per una volta nella tua vita qualcosa che ti sto chiedendo di fare io!
Urlai per farla zittire, se avrebbe parlato tutto sarebbe finito.
Luke: continua Ethel.
Disse con tono pacato e nostra sorella continuò senza dare però ascolto a me.
Ethel: nostro padre ha violentato Ronnie,
Gli occhi di tutti erano puntati su di me
Ethel:e la stessa cosa ha fatto il suo ex un anno fa.
Come faceva a saperlo, quel segreto ara custodito nel mio piccolo diario.
Ethel: mi dispiace Ron, ho letto il tuo diario.
Luke: perché non me l'avete mai detto, e dov'eri tu mentre nostro padre ne approfittava di lei!
Sbottò all'improvviso, io intanto avevo chinato il capo iniziando un pianto silenzioso, sentivo lo sguardo di Bonnie bruciare su di me, mentre Nathan aveva stretto con forza il manico del coltello fra le mani quasi come arrabbiato, non so perché ebbe quella reazione me ad ogni modo ora più vulnerabili le di quanto non fossi già nella mia vita.
Ethel:mi dispiace così tanto, avrei dovuto parlartene prima ma non l'ho fatto.
Io:avanti Ethel perché non rispondi alla domanda che ti ha posto Luke...d'overi mentre nostro padre se ne approfittava di me?
Ethel:ero in casa ma non ho fatto nulla per fermarlo.
Io: io chiedevi il tuo aiuto Ethel e tu mi hai chiuso la porta in faccia, come se quella lì sul letto non era tua sorella di 15 anni che chiedeva disperatamente aiuto...
Mi bloccai quando sentii sbattere una mano sul tavolo, mi voltai verso colui che aveva attirato l'attenzione di tutti, Nathan.
Nathan: credo sia ora di andarcene Luke, tua sorella non deve sopportare altro.
Bonnie: è qui che ti sbagli, ormai ci siamo, tanto vale dirle tutto.
Luke: Ronnie, tutta la storia del servizio militare, io e Bonnie che ci siamo conosciuti ad una festa, non è nulla vero
Alzai lo sguardo verso di lui Mentre altre lacrime mi rigavano il volto.
Luke: io... Nathan, Bonnie e in parte anche Ethel, facciamo parte di una sorta di gang, se scompaio e perché ho delle missioni da svolgere che mi impegnano molto, e proprio quella sera io non c'ero solo perché avevo uno giro di spaccio, da ora non smetterò di sentirmi in colpa.
Io: non sei tu che devi sentirti in colpa .
Lo interruppi
Luke:ho incaricato Bonnie per tenerti al sicuro, per tenerti d'occhio.
Fu allora che mi sentii cadere il mondo completamente addosso, mi voltai verso di lei.
Io: t-tu...tu sei diventata mia amica solo perché è stato mia fratello a chiedertelo.
Iniziai a singhiozzare, tutto stava andando dinuovo a puttane.
Io:tranquilla da oggi quest'agonia di starmi a fianco contro la tua volta può anche finire.
Mi alzai dalla sedia ma prima che potessi chiudermi in stanza fui avvisata che la mattina seguente sia io che mia sorella saremmo state portate con loro in quella sottospecie di caso-covo che si ritrovavano.

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Piansi per tutta la notte senza chiudere occhio, Bonnie non aveva fatto nulla per venirmi a parlare e ciò mi faceva tanto male, anche se io non l'avrei lasciato parlare avrei comunque apprezzato il fatto che forse un minimo da quando avevamo iniziato ad essere "amiche" qualcosa di me le interessasse, ma a quanto pare mi sbagliavo, mi ero sempre sbagliata su tutto.
Mi alzai dal letto e andai a guardarmi allo specchio, gli occhi erano gonfi e rossi dal pianto e di li a poco sarei scoppiata dinuovo in lacrime, indossavo ancora gli abiti della sera precedente, non avevo voglia di fare nulla m, 'e di truccarmi, ne di lavarmi, ne di preparare le borse per andare con mio fratello l, non volevo vedere nemmeno lui in quel momento, così in modo svegliato e lento misi i vestiti che avevo in un borsone, li avevo buttati all'interno in modo disordinato ma non mi interessava più di tanto, quando uscì dalla stanza tutti erano già pronti per lasciare l'appartamento, così anch'io mi feci forza e scesi insieme a loro nel parcheggio lasciando poi che mi portassero fino al loro covo per iniziare un nuovo incubo che in realtà aveva già avuto inizio.

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