Prologo

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“Hai preso tutto?”

“Sì, mamma, ho preso tutto.” Emily alza gli occhi al cielo, sta cominciando a non sopportare più la voce stridula e il tono severo di sua madre, che la costringe a fare cose stupide e noiose.

“Ok, dammi un bacio e vai, sei già in ritardo!” squittisce la madre.

“Ciao mamma.”

La ragazza gira nuovamente gli occhi ed esce di casa. Sua madre l'ha costretta ad andare ad un corso di ballo da sala, sostenendo che deve essere preparata per il ballo della scuola. Ad Emily non è mai piaciuto fare queste cose e, tra l'altro, non è nemmeno sicuro che il ballo si farà quest'anno: i fondi della scuola sono sempre meno. In ogni caso, è sopravvissuta ai balli di scuola degli anni scorsi senza nessuna lezione, perché cominciare proprio ora?

In un paio di minuti Emily è già davanti alla porta della palestra, entra e raggiunge lo spogliatoio femminile. Il corso è nella stessa palestra in cui lei fa basket e, francamente, preferirebbe fare basket, piuttosto che balli da sala. Al pensiero fa una smorfia e comincia a cambiarsi. Alle diciannove in punto inizia la lezione e tutti si riuniscono nella sala principale.

“Salve a tutti, ragazzi! Allora, vediamo un po'...” l'insegnante scorre con lo sguardo tutti i nuovi arrivati e continua a parlare senza sosta per qualche minuto. “Come hai detto di chiamarti?” chiede poi, inidicando la ragazza mora in fondo alla sala.

“Ehm... Emily.” accenna un sorriso, più che altro di cortesia.

“Bene Emily, vedo che non hai un cavaliere.”

Il sorrisetto, che spunta sulla faccia dell'insegnante appare abbastanza antipatico agli occhi di Emily, ma lei cerca di non farci troppo caso e annuisce timidamente con un cenno del capo.

“Bene, non temere. C'è il mio assistente più fidato qui per aiutarti.” quel sorrisetto antipatico appare di nuovo sul viso della donna. “Harry, ti dispiace alzare quel culo? Sei sempre con quel telefono in mano!” cerca di non farsi sentire dai ragazzi nuovi, ma con scarsi risultati. Una risatina generale riempie la sala.

“Uh? Ehm... certo.” mugugna il ricciolino, per poi appoggiare il telefono su un tavolino lì accanto e avvicinarsi all'insegnante.

La postura del ragazzo diverte molto Emily, tiene sempre le gambe chiuse e le braccia dietro la schiena, sembra un soldato... effemminato. Quei jeans stretti di certo non lo aiutano ad assumere un'aria più maschile.

“Harry, per oggi Emma sarà la tua ballerina. Vedi di fare il bravo.” la donna rivolge uno sguardo severo al ragazzo, che non si muove di un ciglio per qualche secondo.

“Emily, mi chiamo Emily.” la corregge la ragazza.

“Oh, fa lo stesso. L'importante è che si sia capito.”

La mora si ritrova a chiedersi chi abbia messo la fede al dito di quella donna, non lo trova possibile. Dopo qualche secondo Harry raggiunge la sua nuova ballerina e le porge un mano, gli altri intorno a loro cominciano a seguire le istruzioni dell'insegnante. Emily poggia la sua mano su quella di Harry e pone attenzione alle parole della donna, che sta parlando.

A metà lezione i ragazzi hanno già cominciato a ballare un po', il riccio e la mora sono a pochi centimetri di distanza. Harry è abituato a ritrovarsi in situazioni del genere con degli sconosciuti, Emily no. La ragazza cerca di fare un passo, imitando l'insegnante, ma si ritrova a pestare un piede ad Harry per l'ennesima volta.

“Uh, scusa... ancora.” una risata nervosa esce dalla bocca della mora.

“Non serve che tu mi chieda scusa ogni volta che mi pesti il piede.” Harry la guarda divertito.

Stringimi come fai tu !Larry¡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora