<<scusa posso sedermi? >>e bam! Parti' tutto così.Ed eccomi qua. Cristina, per gli amici cris. Ho compiuto 20 anni già da un po', e sono emozionatissima. Aspetto questo giorno da tutta l'estate :il mio primo giorno del terzo anno di università. Peccato che non frequenterò la mia solita scuola. Mi sono trasferita a San Francisco, dopo una lunga permanenza durata sette anni a santa Monica. Mi sono iscritta in una nuova scuola. L'università è molto grande, con un campus a dir poco fantastico. Ho già scelto i corsi giornalieri e non vedo l'ora di cominciare. Sono scesa dall'aereo dieci minuti fa. Ho chiamato un taxi che mi porterà direttamente all'università. Il problema è che è in ritardo e con lui anche io. Sono tutta indolenzita, odio gli aerei. Se non fosse stato strettamente necessario non ci sarei neanche salita. Credevo facesse più freddo, ma fa molto caldo per essere settembre. Non vedo l'ora di arrivare all'università.
Comincia a salire l'ansia. Sento il telefono che vibra nella tasca, sta squillando.
<<hei Matthew, già mi manchi>> <<anche tu >> <<non vedo l'ora di tornare da te>> <<sei emozionata? >> <<si, non sai quanto >> <<vedrai che ti divertirai>> <<speriamo, io ce la metto tutta>> <<brava, così ti voglio. Ostinata>> <<tu invece? >> <<oggi ho un doppio turno al bar. Tornerò stanchissimo >> <<ogni tanto vienimi a trovare all'università >> <<mmmm... Non so... Ti ricordi quel barattolo di crema al cioccolato... >> <<dai, non fare lo stupido>> <<sono serio, serissimo >> scoppia a ridere. <<Cris, ora devo andare, ci sentiamo dopo>> <<va bene, ciao Matthew>> <<ciao Cris>>attacco. Adoro mio fratello. Da piccoli ci odiavamo, ma ora non riusciamo a separarci. Ah, ecco! Il taxi! Gli faccio cenno di avvicinarsi. <<Salve>> <<salve signorina, salga pure. Io intanto carico i suoi bagagli nel cofano >> <<grazie ancora>> <<di nulla>>. Apro lo sportello e mi siedo sul sedile. È freddo a differenza dell'aria calda che esce dall'impianto di riscaldamento.La città è bellissima, rimango ad occhi aperti. <<le piace signorina? >> mi chiede il tassista vedendomi così immersa con lo sguardo in qualsiasi cosa: semafori, piazze,bar e persone.
<<Si, tanto. >> mi sorride, come per dire "ahhh, i nuovi arrivati. Sempre così". Mi guardo nello specchietto e mi sistemo una ciocca di capelli dietro l'orecchio. << siamo quasi arrivati>> mi avverte. Guardo l'ora e per non farmi prendere dal panico mi volto e continuo a guardare fuori dal finestrino.Pago il tassista e prendo le valigie. Wow! L'università è ancora più bella e grande di quello che immaginavo. Faccio un respiro profondo e inizio ad avvicinarmi. Quante persone!! Mi avvio verso la reseption del campus per prendere le chiavi della mia camera. C'è una signora(sicuramente la segretaria). Non avrà più di trentacinque anni, ma visto che ha due chili di trucco in faccia non aiuta molto. È molto magra, ha la pelle chiara e è gli occhiali rosa sono appoggiati sulla punta del naso.
<<buongiorno, mi chiamo Cristina Monterosa. Mi sono appena iscritta >> attendo che controlli sul computer. <<Salve, lei è in stanza con Virgin Wood. Ecco le chiavi>>dice prendendole da un enorme scaffale. <<Camera 22 B>> <<Grazie mille>>. Mi allontano dalla reseption. Salgo le grandi scalinate di marmo arricchite da ringhiere bianche e nere. Queste valigie sono pesantissime, e poi sono molte. Non c'è la farò mai. Ah, mi fermo a metà strada. Mi siedo su uno scalino. Prendo il telefono dalla tasca e apro whatsapp. Ho solo qualche messaggio del mio ex :Devon. È ostinato. L'ho lasciato perché non mi calcolava, e ora si sente solo. Non sa chi ha perso. Le mie amiche mi avevano detto di lasciarlo perdere, ma non le ho ascoltate. Mi importava solo di lui, e di nessun altro. Non voglio pensarci più. Mi alzo, metto il telefono in tasca e prendo le valigie. Arrivo nell'ala est del campus, e scopro con mia grande sorpresa di aver sbagliato dormitorio. Perfetto! Sono un'imbranata. La differenza salta subito all'occhio. Mi trovo circondata da ragazzi in asciugamano. Mi guardano stupiti. Giro i tacchi e scappo giù per le scale cercando di non cadere. Che figura! Cammino dalla parte opposta a passo svelto,perche solo tra mezz'ora inizieranno le lezioni e non voglio arrivare tardi il primo giorno di scuola. Raggiungo l'ala ovest e mi imbatto in una ragazza dai capelli scuri e ricci, che le stanno molto bene. Mi squadra da capo a piedi, e solo dopo mi rendo conto del perché. Dopo la corsa non mi sono accorta degli aloni di sudore che avevo sotto le ascelle. Imbarazzata, la oltrepasso e vado a cercare la mia camera. Dopo dieci minuti sprecati alla ricerca della mia stanza la trovo. Prendo le chiavi e apro la porta con il la scritta 22 B incisa sul legno. <<O mio Dio!! >>
Salto un battito del cuore quando vedo la mia "compagna di stanza" che si struscia su un ragazzo. <<oh, ciao>> dice lei imbarazzata saettando il suo sguardo verso di me. <<ciao? >> rispondo. Sono un po' a disagio. <<ho interrotto qualcosa? >>continuo. <<No, no, Luis se ne stava andando. Vero Luis? >>si gira verso il ragazzo. Lui fa un cenno con la testa e esce dalla stanza.
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occhi grigi come le nuvole
ChickLitChi comincia ad amare deve essere pronto a soffrire.