Capitolo 2

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Dopo quasi un'ora d'attesa ferma davanti alla macchina di Madi, devo ammettere la mia sconfitta. La mia amica si è dimenticata di me o almeno deve aver cambiato idea, perché qui non è arrivata. Penso di entrare a cercarla, ma probabilmente non avrò la minima possibilità di trovarla, soprattutto se Dylan aveva ragione e lei si trova adesso una stanza a caso in quella casa enorme, divertendosi con un delinquente alcolizzato.

Ho i piedi doloranti per via dei tacchi, così scalcio via le scarpe e mi siedo sul cemento freddo e sporco, della strada, tenendo la schiena sulla ruota sporca della macchina!

Avrei davvero dovuto accettare di andare con lui. Adesso sarei stata nella mia stanza, nel letto da sola e arrabbiata ma al sicuro.

Il suono potente del motore di un'auto potente, si avvicina sempre più a dove mi trovo, ma non ho voglia di verificare se mi sto sbagliando o meno. Sfortunatamente, la stanchezza sta vincendo e sto per chiudere gli occhi. Restare sveglia è un'attività che necessita troppa energia e in questo momento ne ho pochissima. La frenata brusca però mi fa destare e osservo incuriosita la stessa Ferrari nera nella quale ho rifiutato di salire prima e che certamente, è guidata dallo stesso ragazzo fastidiosamente figo.

«Non ci hai ripensato, cara Abygail».

"Non prendermi in giro con -cara Abygail-, ci conosciamo a malapena e non ci ho ripensato" vorrei rispondere, ma non ho il coraggio di farlo. Così rispondo con un semplice ma deciso no, nonostante non sia questa la risposta che volevo dare.

Non ho intenzione di cedere con lui, anche se ogni parte del mio corpo è attratta dalla sua presunzione.
Sfortunatamente, la maggior parte delle volte è necessario fare quello che è giusto, non quello che desideriamo.

«Sei seria? Preferisci morire di freddo e stanchezza qui, piuttosto che venire con me?».

Posso sentire, con estrema facilità, lo stupore e la derisione della sua voce. Ma cosa si aspetta? L'ultima cosa che voglio è avere debiti con lui, e già mi ha salvata una volta stasera, non tenterò il bis facendomi accompagnare a casa.

Lo guardo e il suo sorriso mi fa quasi ripensare alla mia decisione. Ho bisogno di tutto l'autocontrollo per tenere la mia decisione ben ferma ed evitare di correre da lui. "Devi tenere duro, Aby! Devi" , mi ripeto in continuazione per essere sicura di non cedere.

«Facciamo così. Giuro che non ti toccherò nemmeno con un dito. Se vuoi posso anche evitare di parlarti, ma sali in questa dannata auto e lascia che ti porti a casa».

Per un secondo ho avuto l'impressione che avrebbe colpito il volante o che sarebbe uscito e mi avrebbe trascinata dentro, ma sembra bravissimo a cambiare umore e in un attimo diventa di nuovo calmo e indifferente.

«Va bene?», aggiunge senza guardarmi.

Vorrei dirgli di si, farmi portare via da questo schifo di serata, ma prima ho una domanda che mi ronza per la testa.

«Perché ci tieni tanto a portarmi a casa? Hai detto che non merito nessuna sforzo da parte tua».

Un senso di confusione gli compare sul viso e, per qualche secondo, abbassa la testa e guarda in basso.

«Ti ho salvata da un possibile stupro, sei stanca e in lacrime, perché dovrei abbandonarti qui? Se faccio una buona azione, voglio portarla fino alla fine».

Amore PericolosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora