Amore Pericoloso

Capitolo 4

Torno nella mia stanza e accendo la tv cercando annoiata qualche programma interessante. Mi fermo su un nuovo episodio di Next top models. Guardo quelle ragazze perfette, pensando che è con ragazze simili che Dylan si fa vedere in giro, lo confermano le copertine dei giornali di gossip. Per la prima volta, oggi la sua immagine mi invade di nuovo la testa. La sensazione di avere le farfalle nello stomaco è più prepotente che mai, così spengo il televisore e mi butto sul letto provando a dormire. So che avevo promesso a Madi di aspettarla sveglia per offrirle l'occasione di raccontarmi la serara, all'improvviso voglio soltanto crollare per non pensare.

Sono improvvisamente con Madi. Lei ride e bacia appassionatamente il suo ragazzo. Sembrano veramente innamorati e io posso finalmente rilassarmi. Ora lui la porta verso una moto nera, di quelle da corsa, lucida e romabante. La mia amica ci salta sopra come un'inconscente. Lui l'aiuta e le insegna a guidarla. Inizio a sentirmi a disagio, tutto quello non è giusto. Non appena la moto parte, sento un nodo nella gola. Madi sembra essere nata per quella vita. «Guarda, Tim! Sono bravissima». urla. Si volta per guardarlo e in quel momento una macchina appare dal nulla e corre verso di lei. La colpisce. Il suo corpo viene sbalzato a metri di distanza. Apro la bocca per gridare ma non riesco a far uscire un fiato.

Mi sveglio agitata e sudata, allarmata dalla sirena di un'ambulanza. Cerco di calmarmi, alla fine è stato soltanto un brutto sogno. Guardo il mio cellulare e decido di chiamarla per tranquillizzarmi, ma al suono della segreteria telefonica mi risale l'ansia.

Provo a ripetermi che non succederà nulla e che posso tornare a dormire, ma appena chiudo gli occhi mi riappare l'immagine di Madi stesa a terra.

Consapevole che così non riuscirò mai a dormire perchè non potrei perdonarmi se succedesse qualcosa a Madi, mi alzo dal letto e mi preparo velocemente. Sostituisco i miei abiti comodi con dei jeans neri e una maglietta dello stesso colore. Non posso certo andare da Jo vestita come una ragazzina in rosa. Lascio i capelli sciolti e i miei grandi boccoli biondi cadono bene sulle spalle. Mi guardo allo specchio e ammiro il contrasto tra il mio pallore e i vestiti scuri. Potrei truccarmi ma non ho nè voglia nè tempo.

Mentre scendo le scale, chiamo un taxi che arriva in tempo record, probabilmente vista l'ora, le strade sono abbastanza libere. L'autista riceve le mie indicazioni e io fingo di non arrossire per la vergogna quando l'uomo mi guarda scuotendo la testa.

Oh, se i miei gentori sapessero cosa sto facendo! E dove sto andando!

Appena ci avviciniamo noto che il taxi si ferma molto prima del locale. «Non posso partarti più vicino, lo sai, per le piste».

Socchiudo gli occhi. Vorrei dirgli che io non so proprio nulla di ciò che accade qui, ma sarebbe inutile, non mi crederebbe. Lo ago mentre cerco di ricordarmi delle corse illegali di cui mio padre parlava qualche tempo fa.

Jo' è un bar veramente orribile. Il logo è quasi cancellato e come se prima della decadenza avesse un altro nome. Il volume musica è troppo alto, la gente grida, balla o è strafatta.

Qualche macchina di lusso e delle moto sono parcheggiate davanti a questo postaccio è un gruppo di persone si trovano in torno a loro. Alcuni scaldano i motori, alcuni parlano mostrando le loro auto, le ragazze più o meno svestite cercando di attirare l'attenzione maschile. Sono completamente disgustata e avvicinandomi vedo che in quell'abbandono, ci sono dei frigoriferi con dentro delle bevande, per di più alcolici, di cui chiunque può servirsi senza chiedere e pagare.

«È quella chi è?», chiede una ragazza mora truccata troppo pesantemente. La sua gonna è cortissima e il top striminsito. Se ne sta seduta su una moto, vicina a un ragazzo che indossa già il suo casco. Dalla mia posizione posso vederle l'intimo ma lei non sembra infastidita da questa cosa. Il ragazzo con il casco mi fissa, e anche se non riesco a guardare il suo viso, riesco a sentire il suo sguardo su di me.