PROLOGO - alive?

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!!! ATTENZIONE !!!
QUESTA STORIA TRATTA ARGOMENTI DELICATI QUALI DISTURBI DELL'UMORE, ABUSO E VIOLENZA SESSUALE, SUICIDIO. 
Se conosceste persone in difficoltà o in situazioni analoghe, o se voi stessi lo foste, non esitate a chiedere aiuto. 

"Everyone you meet is fighting a battle you know nothing about. Be kind. Always."

Ci tengo a ricordarvi che qualsiasi sia la vostra battaglia, non dovete per forza affrontarla da soli. Se avete bisogno di parlare con qualcuno potete tranquillamente scrivermi in privato, vi ascolto sempre. <3

vi lascio qui sotto dei numeri verdi da contattare nel caso sentiste di non farcela. sappiate che vi rialzerete, c'è sempre una luce che vi guida, sempre.

TELEFONO AMICO: 02 2327 2327
TELEFONO AZZURRO: 1969
NUMERO PREVENZIONE SUICIDIO: 800 334 343
NUMERO PREVENZIONE DISTURBI ALIMENTARI: 800 180 969
NUMERO VIOLENZA DOMESTICA: 1522
SUPPORTO PSICOLOGICO: 800 833 833
SUPPORTO PSICHIATRICO: 800 274 274
TELEFONO ROSA: 06 375 18282
SUPPORTO PER AUTISMO: 800 031 819

!!!!!! TRIGGER WARNIG !!!!!!! 
In questo capitolo sono contenute esplicite scene di violenza.

Tum, tum, tum.
Primo, secondo, terzo, quarto, quinto battito.
Tum, tum, tum.
Chiusi gli occhi, respirai a fondo, strinsi i pugni, ma le mani tremavano troppo.
Tum, tum, tum.
La porta sbatté, era arrivato.
Tum, tum, tum.
Sentivo l'ossigeno esaurirsi ad ogni respiro un po' di più.
Tum, tum, tum.
C'era baccano ovunque, dentro e fuori di me. Mi stava cercando.
Tum, tum, tum.
Primo gradino, secondo, terzo, quarto, quinto. Eccolo sulle scale.
Tum, tum, tum.
Le gambe erano diventate gelatina, stavano cedendo. Non reggevano più il peso di tutto.
Tum, tum, tum.
Andai a fare compagnia ai mostri sotto al mio letto, sperando che non ci trovasse mai.
Tum, tum, tum.
Mi veniva da piangere, ma non potevo farlo. Avrei fatto rumore, mi avrebbe trovata.
Tum, tum, tum.
Chiusi di nuovo gli occhi, le suole delle sue scarpe erano davanti alla porta della mia stanza.
Tum, tum, tum.
Un colpo, due, tre, quattro.
Tum, tum, tum.
La porta si spalancò. Vedevo i suoi piedi, le sue scarpe. Mi cercava ancora. Era arrabbiato, davvero, davvero arrabbiato.
Boom.
La bottiglia di vetro si scagliò sul pavimento, la puzza di alcol invase la mia cameretta.
Boom.
Un calcio all'armadio. Un ringhio di rabbia: io non ero lì.
Uno, due, tre, quattro passi. Stava pensando a dove mi sarei potuta nascondere. Si fermò improvvisamente con i piedi dinanzi al letto.
Tremai come una foglia, ma non per il freddo.
Mi aveva trovata.
Sorrideva, cattivo.
Addio innocenza.
Due mani.
Addio amore.

Le sue braccia sui polsi facevano male.
Chiusi gli occhi, forse se li avessi tenuti chiusi non si sarebbe accorto della piccola lacrima che solcava il mio stanco viso, sola, proprio come lo ero io in quel momento. Sola. Io e le mie lacrime. Sole.
Era un tocco troppo freddo, mi faceva troppo male, io non volevo. Puzzava di alcol, sorrideva, faceva smorfie, mi spogliava, mi toccava, mi aveva lanciata sul letto. Mi divincolavo, stringevo le sue braccia e scalciavo per mandarlo via, ma ero troppo piccola, troppo minuta per riuscirci.
Chiusi gli occhi.
Io volevo solo stare al buio, non volevo vedere, vedere faceva ancora più male. La luce mi faceva piangere, io non volevo piangere.
Una spinta, due, tre.
Dolore.

Addio, Victoria.

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Beh cosa dire?
Sono tornata con una nuova storia.
È un po' particolare, anzi, molto particolare.
Spero mi resterete a fianco anche in questa nuova avventura.
Grazie infinite per il vostro sostegno.
Ila

OCEAN EYES.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora