storia 1

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La pietra mi taglia con durezza i piedi mentre cammino, i rami mi toccano il volto, le foglie mi coprono dal sole.
Il cervo è davanti a me.
Non mi può vedere né sentire, ma sente che lo sto osservando. L'ho scovato da pochi minuti, quando inizia a correre: lo inseguo con l'arco e le frecce strette al corpo, i piedi sanguinanti. Sento la concentrazione e la felicità della caccia, l'odore del mio sudore e della mia cena, sento i rumori dei miei passi e dei suoi zoccoli mentre si rincorrono nella foresta. Mi tuffo in un cespuglio di mirto e salto il ruscello per stargli alle calcagna. Il dolore dei muscoli, delle ferite e la fatica mi scivolano addosso come le Pioggie Sacre, purificandomi per uccidere.
Lo perdo di vista, devo fidarmi delle tracce che ha lasciato: le seguo inesorabilmente fino alla loro fine, in un lago profondo e buio.
L' Ottaibrec è riuscito a scapparmi ed a tornare nella sua tana, sott'acqua.
Ritorno alle case a mani vuote, ancora con il fiatone. Sotto l'albero grande una folla acclama con pacche sulla spalla da parte degli uomini e baci dalle donne mio fratello Onurb per aver catturato due alpaca e tre pernici. Gli sono grato, non avremmo mangiato altrimenti.
Il pasto collettivo si svolge davanti al Tempio degli Dei, una caverna che ospita le statue degli Dei dagli otto volti e delle Candide Sorelle. Mi sono fermato spesso nel tempio, per imparare a cantare ed a rendere onore agli dei, sognando di diventare la Custode del Tempio quando sarò anziana.

La Canzone di InaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora