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Ero lì, davanti a quella cattedrale..
Notre Dame

Senza pensieri, senza niente, la città era piena di quelle facce,quelle facce felici, altre tristi, e poi ci sono, neutrale a tutto.

Sulle note di Crying in the Club mi guardai intorno, camminando per le vie di Parigi, mi ricordo la prima volta che incontrai Camila.

Stavo giocando con me bambole
«Posso giocare con te?» disse una bambina con i capelli riccioluti, che si era avvicinata a me
«Certo! Io faccio Ken» le risposi ridendo
«Io mi chiamo Camila»
«Io Jasmine»

Avevamo circa 5 anni,ma eravamo molto amiche, molto unite,sin da piccole avevamo la passione del canto, ora lei era in America, mentre io ero a Parigi, per lavoro.
Alzai la testa, distogliendo lo sguardo dalla mia Canon, cercando qualche obbiettivo da fotografare, vidi un ragazzo, con una bendana grigia fra i capelli che stava guardando una cartina, forse stava cercando un bar, un ristorante o magari un'altro monumento,fatto sta che era perfetto, subito dopo scattai una foto, era perfetta, nel mentre che ero concentrata a guardare la foto il ragazzo si avvicinò, guardando la foto.

«Fai la fotografa?» disse una voce roca, bassa, alzai la testa guardandolo, occhi di un color nocciola,barbetta accennata, come se fosse appena rasata, e capelli ricci, biondi cenere.

«Oh.. Beh no, a dire il vero è come un hobby» dico guardando ancora la foto sorridendo.

«Hai un'accento ambiguo, sei inglese?» perspicace il ragazzo.

«Esattamente, e tu hai l'accento da australiano» mentre lo dissi spengo la la amatissima telecamera da €1.000, ad un certo punto vidi che il ragazzo continuava a guardarsi intorno.

«C'è qualcosa che non va per caso?» non stavo capendo, nel guardarlo notai che aveva qualche tatuaggio, e non so nemmeno ma quei occhi..
Più li guardavo più mi incantavo in essi, erano come calamite.
«No tranquilla è solo che sto cercando i miei amici, dovrebbero essere da queste parti» disse quasi teso,forse si sentiva a disagio, però pensandoci era lui che si era avvicinato a me,dovrei sentirmi io a disagio

«I-io tolgo il disturbo, dovrei tornare a casa..» detto questo scappai nel mio appartamento, il palazzo è metà hotel e metà appartamenti.
Appena entrai mi rifugiai in bagno, guardandomi allo specchio noto quanto sono messa male in questo momento, ed erano solo le 19

Mi struccai e mi misi qualcosa di comodo, per poi iniziare a cazzeggiare il telefono, fra chiamate e cazzeggiate inizia a farsi sera, andai sul balcone, guardandomi il panorama, il tramonto, che volevo immortalare fotografandolo, però decisi di non farlo, i tramonti così ti capitano poche volte nella vita, e perché sprecarla?
Nel mentre sentii un leggero trambusto sotto l'hotel, una trentina di ragazze, davanti l'entrata, e 4 ragazzi che entravano, 2 ragazzi si erano fermati a parlare, mentre gli altri erano già entrati
Ma chi sono..
Ormai mi ero scocciata a guardare tutte quelle ragazzine in piena fase di ormoni, le posso anche capire, erano molto carini

Ore 22:17

Volevo uscire, non c'è la facevo a tenermi chiusa dentro una stanza, avevo passato parecchie ore a guardare quella foto, lui mi sembrava di conoscerlo
Sbuffai per poi mettere i miei amatissimi Boyfriend Jeans e gli anfibi,felpa, e uscire dal hotel

Parigi questa sera aveva l'aria molto viziata, di dolci,croissant, e poi dei miei amatissimi Macaron, certo erano le 10 di sera, però andai subito ad una pasticceria, e presi alcuni Macaron, appena ne mangiai uno non potei mugulare per quanto fossero buoni,mi sono sempre chiesta come fossero fatti.
Alzai la testa, guardando le persone passare, i bambini, turisti
Come sarebbe Parigi senza turisti?
Sarebbe buio, senza quella luce che illumina questa straordinaria città

pictures of us [ash.irwin]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora