Capitolo 3. Novità

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<<Mmmm Cosa?>>, domandai con perplessità.

<<Se per caso avessi qualche uovo>>

<<Oh si certo!>>, risi e andai a prenderlo nel frigo.

Tornai subito e glielo diedi. Mi ringraziò e se ne andò.

Decisi di cucinare a Nathan una salutare piadina con i funghi, speck e formaggio, quella che mangiavamo quando uscivamo con gli amici. Era la nostra preferita! Quanto mi andava di ritornare a quella spensieratezza, ma nello stesso tempo sarei andata in contro a quell'angoscia.

Basta Ania ti prego devi mettere uno stop a tutta questa follia!

Mi dissi mentalmente e mi guardai allo specchio del bagno, difronte a me con qualche lacrima che mi gocciolava e vidi riflesso il volto di mia madre, tutt'altro che radioso come quando lo vedevo da ragazzina, ma un'espressione triste e addolorata.

Sussultai e urlai e corsi via da li.

Sentii rumore di mandata alla porta e mi voltai: era Nathan che non appena entrò mi guardò e mi corse incontro non appena posata la valigia e chiusa la porta alle sue spalle.

Ero accovacciata a terra, lacrimavo, tremavo e singhiozzavo: i ricordi sembravano aver preso nuovamente possesso della mia ragione.

Nathan mi abbracciò e mi riscaldò tra le sue braccia. Ricordo solo che gli dissi di non lasciarmi mai sola, perché mi sentivo inseguita da qualcosa...qualcosa di molto inquietante che non avrei saputo spiegare mai.

Riposammo abbracciati. Al mio risveglio mi ricordai che era sabato e che avevamo programmato la cena!!

Palesai a Nathan la mia idea che condivise subito e la trovò come un ottimo diversivo per la mia situazione.

Così mi aiutò a pulire il soggiorno e il bagno e iniziai a preparare i miei noti antipastini.

Una volta aver finito li esposi sul ripiano della cucina e sentimmo suonare al citofono. Nathan andò ad aprire ed ecco i Signori Chaase, sempre molto puntuali tutti e due ed entrarono.

Si accomodarono sul divano e ci diedero la busta con l'impanata:

<<è con le patate al forno e la salsiccia piccante, visto che siamo in tema del "piccante">>, disse la signora Chaase e mimò le virgolette con le dita.

Le sorrisi e la estrassi dalla busta e la adagiai sulla tavola lasciandola ancora impacchettata.

Ci sedemmo difronte a loro e il signor Edgar Chaase iniziò a chiedermi come andasse a lavoro quando sentimmo suonare al campanello ed erano già arrivati i signori Anderson.

Sasha mi salutò calorosamente e lo stesso fece la bambina. Per ultimo venne il signor Anderson che mi diede la busta con la ciambella che portava su una mano:

<<L'ha cucinato mia moglie, spero vi piaccia!>>, sorrise e fu la cosa che disse non appena si accomodò vicino a sua moglie difronte i signori Chaase.

Mentre andai a riporre la ciambella sul mio piano cucina, notai che lo sguardo di Edgar sembrò manifestarsi infastidito quando Sasha si sedette difronte a lui.

Mi accomodai sulla poltroncina difronte a Nathan mentre la bambina giocava con la bambolina di pezza sul tavolinetto di vetro.

<<Allora mi dicevi Ania?>>, domandò Edgar spezzando il rumoroso silenzio.

<<Oh si, la nostra azienda sta avendo successo...e Beth ha delle idee davvero fantastiche! Pensa che ha elaborato degli ottimi tessuti che tendono alla vera pelle per le nostre fantastiche borse>>, gli porsi dei fogli e lui e sua moglie sorrisero compiaciuti e me li restituirono.

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