INTERNO NOTTE
Penombra. Poco meno di un'ora all'alba.
Musica di sottofondo -appena udibile. Qualcosa di maliconico, non troppo ritmato.
Viene inquadrato un letto matrimoniale disfatto. Carrellata su un corpo di donna coperto da un lenzuolo; la donna si regge sul gomito e guarda l'uomo alla sua destra. Fra i due, solo un posacenere e qualche rancore.Dillinger aspira accendendo l'ennesima sigaretta. Guarda il pacchetto: finito. Lo appallottola e lo tira via.
Lei lo guarda con un misto di affetto e compassione.
Lui è lì, ma 'lì' non è proprio dove vorrebbe essere, è piuttosto dove lo hanno messo. Una lampante testimonianza di come non tutto va sempre per il verso giusto e che anche se le persone non cambiano mai davvero hanno pur sempre il dovere di adattarsi. Il presente sarà anche un dono, ma troppo spesso è una fregatura. Per questo ha imparato a diffidare dai regali.
Lei lo guarda e nel suo modo di farlo c'è come la convinzione che il suo odio possa valere a salvarlo.
«Credo che tu abbia ancora una possibilità», dice.
«Dubito di averne mai avuta qualcuna».
«Ti costa così tanto fidarti di me?».
Dillinger sorride. Non è una questione di fiducia: a lui le persone ottimiste sono sempre state un po' sul cazzo. L'ottimismo aprioristico, nel suo modo di vedere le cose, rasenta la totale idiozia. Tutti loro sono costretti a vivere delle vite alienanti, mostrarsi grati di tutto l'orrore quotidiano è sorridere e ringraziare chi ti sta schiaffeggiando. Non riesce a trovarci una logica. Nella sua esperienza, se non c'è una motivazione è quasi sempre una cosa stupida. Forse anche questo suo modo di pensare è stupido, ma è il suo carattere. L'unico che ha a disposizione.
Si sente un po' in colpa rendendosi conto di non riuscire a spiegarsi – ché certe cose non è facile dirle a sé stessi, figurarsi agli altri.
«Funziona così», dice Dillinger. Anche se non ci crede.
«Funziona così», ripete lei. «Ma già che ci scegliamo il personaggio da interpretare, potremmo almeno sceglierne uno che ci piace».
Dillinger spegne la sigaretta, guardandola di sottecchi.
«Il tuo personaggio ti piace?».
Lei scrolla le spalle.
«Non mi dispiace. Di questi tempi, è già qualcosa».
Dillinger si alza in piedi. Lo sguardo di entrambi si sposta su un fagotto poggiato sul tavolo.
Lo hanno ricevuto quel giorno, devono portarlo oltre il confine quella notte stessa. La Resistenza ha le sue regole, la sua gerarchia e la sua catena di comando, da cui loro sono esclusi. Lui perché è straniero, lei perché è una donna. Anche chi combatte il fascismo ha i suoi problemi con il concetto di uguaglianza, anche se non vuole ammetterlo.
Dillinger si avvicina alla finestra. Luci azzurre e rosse gli affaticano gli occhi. Rumore di sirene.
«Ti stanno ancora cercando», dice lei.
«Mi preoccuperebbe il contrario».
Lui è in pericolo. Lo hanno riconosciuto, quel pomeriggio. Sanno che è uno straniero, e per questo deve morire.
Lei lo detesta, ma forse in fondo vorrebbe davvero salvarlo. Come se salvandolo potesse salvarsi anche lei. Non c'è nulla che venga fatto in completo disinteresse. Nemmeno in amore.
Specialmente in amore.Dillinger inizia a vestirsi.
«Hai deciso di andare?».
Deve andare. Un uomo che è un uomo deve pur credere in qualcosa, ma lui non è mai andato d'accordo con nulla.
«Fra poco».
Lei gli volta le spalle, un po' offesa e un po' preoccupata.
Dillinger non dice nulla. Ne ha incontrate tante di persone interessate solo a spargere consigli come sale sulle ferite.
«E cosa farai? Finirai solo per farti ammazzare!».
Era un singhiozzo quello?
«Bisognerà pure sacrificare qualcosa».
«E tu saresti quello sacrificabile?».
«Sono quello che sono, e non è un granché».Soggettiva su Dillinger che prende la pistola, poi si avvicina al letto.
Primo piano sul volto della donna. La mano di Dillinger le accarezza la guancia.«Non ti faranno nulla» dice. «Sei solo una puttana».
Dillinger esce dalla stanza.ESTERNO ALBA
Soggettiva.
Dillinger corre guardandosi indietro. Rumore di sirene.
Dillinger si infila in un vicolo, un camion si avvicina in retromarcia. Dillinger sale sul cassone e batte due colpi sulla fiancata. Il camion riparte.
Stacco.INTERNO GIORNO
Panoramica del ristorante di un albergo di lusso.
L'inquadratura si ferma sul volto della donna, riconoscibile dagli occhi verdi.
Un uomo, di spalle, si avvicina alla donna e si siede davanti a lei.«Il nostro uomo?» domanda.
La donna accavalla le gambe e si sistema il basco rosso sul capo.
«Partito all'alba, come previsto. Piuttosto, c'è da fidarsi di quei due tizi del camion?».
L'uomo annuisce: «Sono dei nostri».ESTERNO GIORNO
Inquadratura di taglio, si vede un grosso camion, i teli della ribalta sollevati. La telecamera si avvicina – musica in crescendo.
All'interno, una coppia di maiali con una divisa militare sono in piedi di fianco a un cadavere. Uno dei due è inginocchiato, sta frugando le tasche del morto. L'altro, più basso e tarchiato, osserva l'operazione. Viene mostrato di sfuggita il cranio della vittima perforato da una pallottola.
Il primo suino prende il portafogli della vittima, lo apre e guarda i documenti.«...Dillinger. Uno straniero».
L'altro tira su con il naso, annuendo.
«Te l'avevo detto».
«E se ti fossi sbagliato?».
«Non sbaglio. Io posso dirlo a un chilometro di distanza se sono stranieri».I due risalgono sul camion. La musica aumenta di intensità.
Stacco.INTERNO GIORNO
Stesso ristorante di prima. La conversazione fra l'uomo e la donna prosegue.«Non credevo ci saremmo riusciti».
«Non ci credeva nessuno».
«Hai fatto un ottimo lavoro, Magdalene».
La donna sospira.
«Se per te è un ottimo lavoro mandare un uomo a morire, allora sì».
«Avrebbe potuto fidarsi di te».
«Lo ha fatto».
La donna tira fuori un piccolo fagotto di stoffa dalla borsa e lo porge al suo interlocutore.
Lui, stupito, scosta appena un lembo di quella stoffa a quadretti.
«Come...? Non erano questi i piani!».
«Infatti, Peter».
La donna estrae una pistola con tutta la calma e lo charme di cui è capace.
«Dillinger sapeva che non c'era da fidarsi di te. Ha preferito che fossi io a portarlo».
L'uomo trema di rabbia. Si alza di scatto, la sua sedia vola a terra.
«Tu sei solo...»
Viene interrotto dal rumore di uno sparo.Cambio di inquadratura.
Peter è a terra in un lago di sangue.
Magdalene lo scavalca con signorilità, intorno tutti fuggono terrorizzati.
Lei osserva il cadavere con disprezzo.«...una puttana che fa la rivoluzione».
Piano americano.
Magdalene rimette la pistola nella borsetta e si allontana.
Dissolvenza in nero.
Titoli di coda.
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I mercoledì del mostro
Short StoryRaccolta di racconti. Un nuovo racconto ogni mercoledì (salvo cataclismi).