Capitolo 1

28 3 0
                                    

"Perché è tutto così buio perché non c'è nessuno" gridai ma nessuno mi rispose. Ad un certo punto vedo una luce accecante ed un uomo per terra che mi fissava aveva gli occhi iniettati di sangue. Mi avvicinai e lo vidi, era un uomo così familiare ma non riuscivo a capire chi fosse. Era vestito in modo elegante: con una camicia bianca e una giacca nera anche se la camicia ormai era rossa.

"AHHHHHH" oddio un altra volta quell'incubo sono ormai 10 anni che mi perseguita. "Eden Bianchi ti vuoi svegliare che siamo già in ritardo?" disse mia madre. Guardo l'orologio e vedo che sono le 6 di mattina, mi sgridai mentalmente e comincia a vestirmi velocemente, "devo sbrigarmi  se no perderemo il treno" dissi tra me e me. Presi i primi vestiti che trovai nell'armadio cioè i miei amati jeans neri e il mio top preferito ed i miei amati anfibi neri; mi truccai con un po' di mascara per valorizzare i miei occhi azzurri-verdi e velocemente acconciai i miei capelli biondo cenere con una coda di cavallo. Presi il mio inseparabile zaino eastpak blu e corsi giù dove trovai mia madre e mio fratello già pronti che attendevano solo me.

"Eden sei sempre la solita ritardataria" mi rimproverò mia madre e io in risposta le feci la linguaccia, nel mentre mio fratello ridacchiava e mi diede un bacio sulla testa, visto che io ero molto più bassa in confronto a lui . Salimmo in macchina dove io e Luca -mio fratello- cantammo a squarcia gola le canzoni che passavano alla radio, e nostra madre faceva delle facce strane, perché -devo ammetterlo- non eravamo così intonati.

Arrivati in stazione nostra madre fece un urlo di gioia e velocemente convalidammo il biglietto e subito ci sedemmo ai nostri posti. Il treno stava per partire e ,come in macchina, cominciammo ad ascoltare la musica, solo che ora non potevamo più cantare ad alta voce, nel mentre per rilassarmi leggevo uno dei miei libri preferiti "Orgoglio e Pregiudizio".

Sì, lo so, è strano ma nostra madre non ci ha voluto dire dove ci saremmo trasferiti. Passate le 3 ore di treno nelle quali ho assillato mia madre di dirci dove stavamo andando -un po' come Ciuchino nella favola di Shrek-, ma fu tutto inutile. Quando scendemmo dal treno riconobbi subito la stazione di Milano centrale e fui così felice che stavo per abbracciare mia madre ma per sbaglio ho abbracciato uno sconosciuto. "AHAHAHAH" erano le risate di mio fratello, e io per questo gli diedi uno schiaffo sulla spalla ma non gli feci nulla.

Passata la mezz'ora di taxi arrivammo finalmente nella nostra nuova casa, era un appartamento  nel quartiere Brera situato vicino al Teatro alla Scala. L'appartamento si trova in un edificio storico di Milano, nell'edificio ci sono 6 piani e casa "nostra" si trova all'ultimo -fortunatamente nell'edificio vi è situato un ascensore- . Oltre che all'esterno anche l'interno è arredato in maniera antica; le pareti esterne erano su un rosa che tende al salmone invece dentro la maggior parte delle stanze è verniciata di bianco, però non come negli ospedali che è un bianco latte, quelle delle pareti è sul beige. Nell'appartamento ci sono otto stanze: quattro sono camere da letto poi vi è una cucina e un salone e due bagni. 

La mia stanza è molto bella, le pareti sono di un rosa antico molto chiaro che si abbinano al resto dell'arredamento. Il letto è come quello delle principesse a baldacchino sempre con colori che tendono dal rosa al bianco, vicino al letto c'è una scrivania con uno specchio molto grande, all'altro lato della stanza ci sono degli scaffali sul bianco e vicino una porta che penso porti alla cabina armadio; una volta entrata scoprii che mi sono sbagliata perché dopo la porta vi è situato il bagno che penso di dover condividere con mio fratello, dato che sono presenti due lavandini. Continuando il giro della stanza notai che il mio armadio è posto dopo un'alta porta che si trova nella parete perpendicolare a quella del bagno.

Dopo aver posato le cose essenziali nella mia stanza decisi di esplorare un po' la casa. La stanza di mio fratello è strutturata come la mia solo che le pareti sono bianche/beige e non ha un letto a baldacchino ma uno normale a due piazze. La cucina, invece, è molto grande rispetto a quella del nostro vecchio appartamento a Roma, penso che mamma abbia scelto questa casa solo per la cucina, dato che ha una grande passione per la cucina. Molte volte vorrei essere come lei che è riuscita ha trasformare la sua passione in un lavoro.

"Ti piace la casa tesoro?" mi chiese mia madre appena entrata nella cucina, "E' molto bella, sopratutto la mia stanza mi piace tantissimo" risposi allegra a mia madre; "Mamma non ci credo che dovrò condividere il bagno con quella caccola -mio fratello ci raggiunse e cominciò a lamentarsi con la mamma- la mattina ci mette delle ore per prepararsi!". Io feci la faccia offesa e la mamma comincio a ridere. Caccola era il nomignolo che mi aveva affidato da quando stavo ancora nella pancia di mamma e da lì in avanti non ha mai smesso di chiamarmi in quel modo.

Quando nostra madre e mio fratello si ricomposero dopo le risate, la mamma diede a mio fratello la bella notizia che doveva andare a ritirare i libri di testo all'università, ed allora fui io a ridere perché mio fratello fece una freccia troppo buffa, era un misto tra il disperato e lo sconvolto, perché eravamo appena arrivati e la mamma già l'aveva mandato a studiare. Luca era uno di quei secchioni che prendono tutti bei voti a scuola, però non si sarebbe mai detto visto che la prima impressione era quella di un cavernicolo che pensa solo alle ragazze e al calcio, poi lo conosci ed, effettivamente, è un cavernicolo però è un cavernicolo con un cuore ed un cervello che funziona ed anche bene perché è riuscito ad uscire dal liceo con la lode. Peccato che io non abbia ripreso da lui, a scuola avevo la sufficienza solo perché stavo simpatica ai professori.

Quando mio fratello tornò dall'università cenammo tutti e tre insieme con dei buonissimi piatti preparati dalla mamma. "Visto che è la nostra prima sera a Milano volevo preparavi qualcosa di tipico" introdusse così la cena mamma poi portò a tavola la polenta e le cotolette.

Finita la cena andammo ognuno nelle proprie camere a dormire, appena sdraiata sul letto mi preparai mentalmente a come potrebbe essere il mio primo giorno di scuola.

Beautiful AngelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora