"ma che ti prende oggi?" gli chiesi lasciando la mano.
"niente ma resta" disse con il tono ancora freddo, ma alzando gli occhi verso di me.
"posso andare al bagno almeno? mh?" alzai un sopracciglio e lui sbuffò.
me ne andai senza ricevere una risposta precisa, cosa che mi interessava ben poco in quel momento visto che avevo bisogno di andare al bagno urgentemente.il corridoio del mio piano era vuoto e quindi potevo andare tranquillamente al bagno del medesimo piano.
aprii la porta e trovai l'ultima persona che avrei voluto vedere. kim taerin.
cercai di ignorarla e far finta che non esistesse, ma quando stavo per andare in uno dei bagni, lei mi bloccò la strada.
"che vuoi adesso?" dissi stufata cercando di stare calma
"hyunjin" rispose convinta.
"e prenditelo, non ti ferma nessuno." dissi per levarmela di dosso.
all'improvviso provai un dolore caloroso sulla guancia e una lacrima fece strada su di essa. cercai di respirare regolarmente stringendo i pugni.
"sei una puttana." mi sussurrò all'orecchio prima di andarsene via e quando sentii la porta chiudersi, entrai nel bagno chiudendo a chiave.tutto d'un tratto iniziai a piangere stanca di quella vita.
non avevo mai fatto nulla di male a qualcuno, perché avevo questo brutto karma? dov'era rimasto quello buono?
in quel momento avevo bisogno di un abbraccio, non ce la facevo più, mi limitai a mettere le ginocchia sul petto e avvolgere le mie gambe con le braccia piangendo silenziosamente.
ormai era abitundine.mentre mi stavo sciacquando il viso sentii un tonfo dall'altra parte del corridoio, dove stava la mia classe.
asciugai velocemente le mani e il viso e andai dove provenivano altri rumori strani.hyunjin's pov
alaya era già andata ed io sospirai cercando di togliermi dalla testa l'immagine di quella mattina.
che ci faceva park jimin con lei?
sapevo solo che quel tipo non doveva avvicinarsi a lei, per nessun motivo.sentii dei passi nella stanza, alzai la testa per vedere.
beh come si dice: parli del diavolo e spuntano le corna."hwang hyunjin." fece un sorrisetto arrogante.
"park jimin." feci una smorfia, soltanto al pensiero di dover vederlo tutti i giorni mi disgustava.
"ho notato che sei molto attaccato alla straniera.. alaya" iniziò"che vuoi da lei?" chiesi alzandomi e avvicinandomi a lui "tu sai cosa." rispose in modo serio avvicinandosi altrettanto.
"stai lontano da lei, park." ringhiai.
"altrimenti? mi succhierai il sangue? ah no aspetta, non puoi." ridacchiò.
mi irritò, lo spinsi contro il muro prendendolo per il colletto
"no, ma ti ammazzerò." ringhiai di nuovo.
i suoi occhi si colorarono di giallo, riuscivo a vedere il mio riflesso e i miei occhi rossi. diamine, non qui.
"provaci" mi spinse.
si avvicinò poi a me e gli lanciai una sedia per rallentarlo, ma lo mancai e fece un tonfo contro il muro dietro di lui. mi raggiunse prendendomi per il collo, strozzandomi.
"che vuoi fare, nano?" strinse la presa, stava per rispondere ma una voce dolce e femminile intervenì."ma che state facendo?" jimin lasciò la presa immediatamente e riuscimmo a ritrasformarci in esseri umani in pochi secondi.
"n-niente, alaya" rispose il più basso.
"ti va di prendere qualcosa da bere?" cercò di cambiare argomento, non gliel'avrei fatta passare liscia così.
"certam-" "no dobbiamo studiare insieme." la interruppi sorpassando jimin e prendendola per polso per uscire da quell'aula, anche se la giornata non era finita.non sapevo dove portarla, ma doveva stare lontana da quel mostro. non che io sia meglio, ma quello era un mostro anche caratterialmente.
in modo spontaneo la portai sul tetto della scuola facendole fare le scale e ignorando le sue domande."perché mi hai portata qui?" stava per arrabbiarsi, si notava dal tono di voce. non riuscivo ad inventarmi una scusa al momento e dissi la prima cosa che mi venne in mente "perché voglio stare da solo con te, okay?" era anche una mezza verità, se devo essere sincero.
dopo tutto, quella ragazza, mi mancava. mi faceva sentire bene anche se non era quella la mia missione, ma devo ammettere che non mi sono mai sentito al mio agio con una ragazza prima di lei. il suo essere così piccolina mi faceva venire voglia di proteggerla per sempre e non solo perché era il mio compito, ma perché avevo come il bisogno di farlo, perché il solo pensiero di qualcuno come jimin che me fa del male mi fa imbestialire.notai il suo viso rosso, ma no, non quel rosso da timidona che è. guardai attentamente, i suoi occhi erano leggermente gonfi e rossi.
"hai pianto?" le chiesi preoccupato, scosse la testa per dire di no "alaya non ti credo" e non le credevo veramente.
"stai tranquillo." rispose imbarazzata, come se non volesse parlarne. non riuscivo però a stare tranquillo.
"no, tu mi racconti ora." presi il suo viso tra le mie mani per tirare su il suo sguardo.
"t-taerin." disse con voce spaventata.
"ma fa niente, ho preso dei banana milk e dei mochi, ti va?" cercò di cambiare argomento mostrandomi la bustina di plastica e sorridendo.
"sei sicur-" "hyunjin, sto bene. c'è una panchina lì, andiamo." mi prese per mano portandomi con se.quando vidi le nostre dita intrecciate e il suo sorrisone, sentii un calore al petto.