{6}: Cura

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«Io e Zenitsu andremo a recuperare i corpi rimasti all'interno della casa, così da dare loro una degna sepoltura. Tu, (Nome), puoi tenere d'occhio Inosuke», propose Tanjiro, sfilandosi il suo haori, bloccandosi, poi, un attimo. «È così che si chiama, vero? Me l'ha detto durante il combattimento, quindi non ricordo bene», concluse, piegando velocemente l'indumento e adagiandolo sotto la testa del ragazzo cinghiale a mo' di cuscino, sollevando delicatamente il suo capo.

Annuii, osservandolo in silenzio. Quando si rialzò, il mio sguardo lo seguì insicuro. «Siete sicuri non vi serva il mio aiuto? In tre faremo più in fretta e mi dispiace lasciarvi tutto il lavoro. Se avete voglia di aspettare che finisca di curarlo, vengo con voi».

«Beh, tu non riesci a muoverti, no? So che vuoi renderti utile, ma aiutarci non gioverà affatto alla tua salute. E, comunque, non credo sia il caso di lasciare i ragazzi da soli. Preferisco ci sia almeno una persona a guardarli. Non ti preoccupare per noi», mi sorrise Tanjiro, cercando di essere il più rassicurante possibile.

«E poi, che razza di gentiluomini saremmo se lasciassimo scomodare una donzella ferita?», si aggiunse Zenitsu, lanciando senza troppa cura il suo haori addosso ad Inosuke. «Tranquilla, (Nome)-chan. Capisco tu voglia passare più tempo possibile con me, ma non temere. Finirò in men che non si dica e tornerò da t-»

«La vuoi piantare?!», lo rimproverò Tanjiro assestandogli una botta sulla nuca. «Muoviamoci piuttosto. Voglio terminare prima che tramonti il sole».

Detto ciò, lo afferrò per la divisa, trascinandolo all'interno della casa, ignorando le lamentele del povero biondo.

«Tanjiro! Ehi, Tanjiro! Che ho fatto di male questa volta?! Ehi! Perché fai il cattivo con me?! Rispondimi!»

L'acuta voce dello spadaccino pauroso venne lentamente inghiottita dall'oscurità dell'abitazione, lasciandomi in compagnia dei piccoli riuniti e del selvaggio privo di sensi.

Zenitsu mi ricordava un bambino che abitava nel mio stesso villaggio d'origine. Si chiamava Taiyo ed era rumoroso ed esuberante proprio come lui. Non erano rare le volte che si fermava a mangiare a casa nostra, praticamente costringendomi a giocare con lui e pregando mio nonno di raccontargli le sue gesta da Ammazzademoni. Ironia della sorte, era pure biondo.

Riportai la mia attenzione sul ragazzo cinghiale, sentendomi un po' meno in colpa per non aver accompagnato gli altri due alla ricerca. Non si era mosso neanche di un centimetro. Era lì, praticamente moribondo e tremante, indifeso e ferito. Prima di aprire il barattolo di unguento adagiato sulle mie ginocchia, sistemai con più cura l'haori paglierino di Zenitsu sul corpo marmoreo di Inosuke, senza lasciarmi sfuggire il movimento irregolare del suo petto che si sollevava ed abbassava seguendo il ritmo del suo nervoso respiro.

Mossa da un'esigenza ancor più viva di quella precedente, svitai il tappo del barattolo di unguento, raccogliendone un po' con indice e medio. Prima di iniziare a medicarlo, lanciai un'occhiata in direzione dei bambini, trovandoli radunati a parlare e a controllarsi le reciproche ferite.

Ma un gemito di dolore da parte del ferito riportò immediatamente i miei occhi sul suo volto divenuto pallido. Dopo aver cautamente spostato le sue ciocche scure dalla sua fronte, passai il medicinale sopra il taglio con movimenti lenti e circolari. Certamente, non avrebbe fatto miracoli, se non offrire un po' di sollievo. Ma, data la situazione, non potevo fare altro. In realtà, non potevo fare assolutamente niente neanche per rendermi utile agli altri due, a causa della mia impossibilità a muovermi e quel che era peggio, la mia rigenerazione, unico lato forse positivo di essere demone, era diventata molto più lenta di quella di tutti i demoni che mi era capitato di incontrare e la meditazione al chiaro di luna aiutava ben poco. Tutto ciò era stressante. La prospettiva di infilarsi in un futon caldo all'interno di una delle profumate Tenute del Glicine e di sorreggere una bella ciotola di riso fra le mani si fece sempre più allettante e di certo gli altri la pensavano allo stesso modo.

Il bacio del demone [Hashibira Inosuke x Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora