{8}: Nervosismo

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Camminammo per un bel po' fino a quando il sole non scomparve, nascondendosi alle spalle dei monti all'orizzonte. O meglio, Tanjiro, Zenitsu e Inosuke camminarono. Io continuai ad essere trasportata senza troppa grazia da quest'ultimo, venendo sballottata qua e là con poco riguardo. Zenitsu aveva ripreso i sensi dopo quelli che saranno stati trenta minuti, ma non seppi quantificarlo con esattezza. Non appena mi aveva vista sulla spalla di Inosuke era andato letteralmente fuori di testa, pretendendo l'incarico di trasportarmi, ritenendo il ragazzo "indegno" e sgarbato.

Onestamente, non so se sarebbe stato meglio. Era molto agitato, frenetico, impacciato. Era tutto un tremore e urlava a squarciagola esigendo qualcosa che credo neanche lui sapesse esattamente di cosa si trattasse o se ne fosse sicuro. Per me, si trattava solo di un capriccio. Non avevo certo scordato la sua reazione quando gli avevo toccato il viso per curare le sue ferite, seppur in modo rudimentale. Nonostante le pochissime ore di conoscenza, avevo già capito fosse semplicemente interessato ad un qualsiasi contatto con l'altro sesso. Non che ci volesse un genio per arrivarci. In ogni caso, non ottenni mai la risposta a quel, per me, angosciante quesito perché Inosuke si rifiutò categoricamente di cedermi alle braccia del biondo, definendomi un "compito" da portare a termine.

«Non avvicinarti, maledetto mollaccione! La sto già portando io! Io sono molto più forte di te!»

«Ma tu le fai male! Non hai un minimo di riguardo nei suoi confronti! Se la trasportassi io starebbe molto meglio! Togliti, stupido cinghiale!»

«Non avvicinarti!», ripeté Inosuke, piantandogli il palmo della mano in faccia per tenerlo a debita distanza. «Ora lei è compito mio! Ho iniziato io e termino io!»

A causa del battibecco, il ragazzo cinghiale iniziò ad agitarsi ancor più di prima, sballottandomi all'infinito. Nemmeno i rimproveri di Tanjiro servirono a qualcosa.

«Ragazzi, guardate che (Nome) non è un pacco postale. Ha emozioni e volontà proprie. Inosuke, stai un po' più fermo, non vedi che le stai facendo ma-»

«Zitto, fronte larga! Ricorda che sono molto più forte e migliore di te sotto praticamente qualsiasi aspetto!»

«Ragazzi», tentai.

«E questo cosa centra? Quello che dici non ha alcun senso! Quello che ti sto dicendo è che dovresti trattare (Nome) con un po' più di gentilezza, dato che al momento non sta bene! Ma mi pare evidente che tu non ci riesca!»

Persino un ragazzo pacato come Tanjiro stava iniziando ad innervosirsi. Complici sicuramente la stanchezza e lo stress.

«Cosa?! Insinui che tu possa farlo meglio di me?!»

«Guarda che questo non è una specie di gioco! Non so perché qualsiasi cosa ti si dica tu la prenda come una sfida, ma ti garantisco che nella maggior parte dei casi la gente non cerca questo! Ora metti giù (Nome)!»

«Ragazzi!», provai di nuovo, cercando di ignorare il dolore lancinante alle costole che, ormai, mi stava facendo uscire di testa.

«Nessuno di voi può farlo perché siete indegni! Lasciate che vi dimostri di quale tatto ha bisogno una donna! Del mio! Non di quello di due selvaggi come voi!», si aggiunse Zenitsu.

«Hah?! Io possiedo tutto il tatto del mondo! Come se un piagnucolone scansafatiche con la paglia in testa come te possa essere meglio di me!»

«Paglia in testa? Io?! Ma ti sei visto?! Sei uno scherzo della natura! Senti, ti consiglio di tornare a sfondarti di testat-»

«Ragazzi!!», urlai finalmente con tutto il fiato che i miei addolorati polmoni mi concessero.

Ero arrabbiata.

Il bacio del demone [Hashibira Inosuke x Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora