Harry aveva fatto di tutto per non pensare a Louis i quei giorni. Aveva cercato di concentrarsi sul lavoro, si era dedicato allo scegliere i regali per la sua famiglia e per Jonathan e aveva cominciato a fare la spesa per la vigilia di Natale. Come sempre l'avrebbe trascorsa a casa di sua madre per cucinare insieme a lei.
Non era stato facile evitarlo, però. Louis si era presentato a scuola anche nei giorni successivi, per accompagnare e andare a prendere Annabel, e sembrava che facesse di tutto per incontrarlo. Harry non voleva illudersi di qualcosa che non sarebbe mai accaduto, perché non avrebbe sopportato una nuova delusione. E poi era fidanzato, dannazione! Come poteva trattare con una tale superficialità il suo rapporto con Jonathan?
Fu proprio quella la cosa peggiore di tutte: prendere consapevolezza del fatto che la sua relazione fosse al capolinea e lui non se ne fosse nemmeno accorto. Aveva sempre saputo che a loro due mancasse qualcosa, ma qualsiasi cosa fosse non aveva mai voluto approfondire per la paura di scoprirlo. Louis aveva soltanto scoperchiato il vaso di Pandora.
Harry non era più attratto da Jonathan. Non provava più neanche un legame simile all'abitudine. Aveva smesso di pensare a lui come suo compagno, e in qualsiasi modo cercasse di giustificare la cosa doveva ammettere di aver voluto portare avanti un rapporto che in realtà non esisteva. Non più.
Mentre attraversava la strada per andare nella caffetteria più vicina si rese conto che oramai trascorreva meno tempo possibile a casa, proprio per non condividerlo con lui. Quando erano arrivati a quel punto? Aveva avuto bisogno delle parole di Louis per rendersi conto di non amarlo più? Si chiese come poteva esser stato così insensibile ai suoi stessi sentimenti. Era difficile pensare di non riuscire a capire neanche se stesso.
Non fece neanche in tempo a pensare a Louis che immediatamente l'uomo gli si materializzò davanti all'interno della caffetteria. Indossava un maglione rosso di lana, a tema natalizio, e un jeans che gli fasciava perfettamente le forme. Portava poi un cappotto color cammello piegato sul braccio e un paio di stivaletti dello stesso colore. Nonostante fossero passati gli anni Louis manteneva la stessa bellezza sbarazzina, come se il tempo non fosse passato su di lui. C'era qualcosa di eternamente delicato nei due occhi cristallini profondi come l'oceano.
"Ciao.", gli sussurrò raggiungendolo.
"Ehi, Harry." Louis gli sorrise stupito. Forse aveva intuito che Harry lo avesse evitato nei giorni precedenti, e adesso era solo sorpreso di vederlo interagire con lui. "Sei qui per prendere la colazione?"
Il problema era che Harry non voleva evitarlo. Non più. Non aveva senso seppellire le sue sensazioni. Doveva cominciare a provarle davvero, a scendere a patti con i propri sentimenti.
"Sì.", gli disse quindi senza esitare.
"Cosa prendi?"
"Un muffin ai mirtilli e un caffè americano."
A nulla servì lottare per evitare che fosse Louis a pagare la colazione. In men che non si dica si ritrovarono entrambi a un tavolo, un muffin ai mirtilli e uno al cacao davanti a loro, mentre attendevano le bibite.
"Come mai sei qui?", gli chiese Harry, stupito che si trovasse proprio nella caffetteria vicino casa sua. Poteva essere una coincidenza?
"Ero in giro a fare le ultime faccende per domani. Sono venuto qui per prendere la colazione ad Anna. I cookies che fanno qui sono i suoi preferiti."
Harry cominciò a liberare il suo muffin dalla carta ma attese che un cameriere portasse loro anche le bibite per iniziare a mangiare.
Per qualche istante sorseggiarono rispettivamente caffè e the in silenzio, Harry aspettando che fosse Louis a parlare, Louis che sembrava perso nei suoi pensieri.
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Il mio regalo di Natale
FanfictionDopo otto anni di lontananza Harry e Louis si rincontrano a Holmes Chapel, il posto in cui si sono conosciuti. Harry è adesso il maestro di Annabel, la figlia di Louis. Scopriranno presto che - nonostante il tempo trascorso - qualcosa tra loro è rim...