Ricordi.

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Ricordi quei muri che avevo costruito?
Beh tesoro,stanno crollando,
non resisteranno e non faranno nemmeno rumore.
Ho trovato un modo per farti entrare,
ma non avevo mai davvero avuto un dubbio.
E come se tu mi avessi svegliata,
ogni mia regola che tu hai infranto e un rischio che sto correndo.
Non ti respingerò mai,
Ho il mio angelo adesso.

NOBODY'S P.O.V.

Quella mattina fù una delle più belle per entrambi i ragazzi ,inconsciamente tra di loro si stava instaurando un legame che loro riconoscono come "amicizia".

Nel profondo peró sentono che quel rapporto ha radici più profonde di una semplice amicizia, Odio e amore sono due faccie della stessa moneta ,due ragazzi con un passato piuttosto difficile alle spalle,saranno mai capaci di riconoscere il loro strano rapporto?.

Entrambi bisognosi solo di qualcuno che gli stia accanto,sempre.

Bisognosi di un pó d'affetto, di una persona con cui ricreare un pó il "per sempre", due animi fragili,distrutti dagli eventi passati.

Due animi in cerca di qualcosa di giusto,di vero,in cerca di una vita che valga la pena vivere.

I due ragazzi giunsero davanti alla grande porta di legno dello studio del notaio.

ANGEL P.O.V.

"Vuoi che entri o ti aspetto qui?" Lei in risposta mi strinse di più la mano come a dirmi -ti voglio accanto-.

Bussammo alla porta e un esile voce ci invitó ad entrare.

Kate aprì la porta e lo sguardo della donna dietro la scrivania vestita di tutto punto si posó su di me

"B-buongiorno, a-accomodatevi".

Quella donna aveva uno sguardo familiare, molto familiare.

Ci sedemmo nelle comode poltroncine situate di fronte alla scrivania di legno di quercia.

A rompere i miei pensieri fù la voce delicata della giovane donna.

"Scommeto che tu sei Kate Roberts, piacere io sono Jennifer Beckly"

*INIZIO FLASHBACK*

Quella mattina mi svegliai presto e sinceramente non avevo voglia di vedere nessuno soprattutto Jen, ieri mi assilló con messagi e chiamate alle quali io non risposi.

Arrivai all'entrata della scuola aprì la porta principale ed entrai, il corridoio era pieno di ragazzi e i loro occhi erano puntati su di me.

Una voce stridula mi risveglió dai miei pensieri

"Angel. Angel, amore" che cazzo vuole di prima mattina

Continuai a camminare ignorandola. Finche una piccola mano mi afferó il braccio facendomi girare

"Che cazzo vuoi Jen?"

"Eddai, amore perché mi tratti così?"

"Per prima cosa non chiamarmi amore. E seconda cosa non ho tempo da sprecare con le troie, ne ho già avute troppe" mi voltai e continuai a camminare verso la mia classe.

Con una faccia da finto angelo Jen si presentó in classe dopo un pó, domandando alla vecchia rimbambita della prof di matematica di potermi parlare in privato e lei come una stupida qual'era acconsentì.

Mi portó nello stanzino dei bidelli chiudendo accuratamente la porta alle sue spalle.

"Senti, senza troppi giri di parole é una cosa importante, altrimenti non ti sarei stata appiccicata in quel modo, sai? Anch'io ho una vita oltre te" disse spostando i suoi lunghi capelli castani su una spalla. Sbuffai e annuì con la testa.

Fear of FallingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora