Capitolo 1

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Eren stava camminando tranquillamente per la, stranamente calma, città. "Non é molto semplice trovare momenti cosi in una città affollata come Wall Maria" pensò soddisfatto mentre si diregeva verso il negozio dove era stato inviato, sotto richiesta stretta di sua sorella Mikasa, a ritirare dei vestiti ordinati da un sito (non mi pagano per dire il nome).

Proprio per il fatto che non c'era nessuno ci mise dieci minuti in meno per arrivare al negozio.

Appena entrò trovó subito Il negoziante con lo sguardo:era un uomo sulla quarantina con baffi a spazzola e una pelata molto.... luccicante.

Appena vide il ragazzo, il signore, si rizzó sul posto come se fosse entrato un generale, e lui, fosse un cadetto fresco fresco di arruolamento in attesa degli ordini.

- buongiorno, di che cosa ha bisogno signore?- chiese il negoziante con tono servizievole e sprizzante di energia come se fosse un grillo a cui abbiano appena dato una dose di anti-depressivi e metanfetamina.

- dovrebbe essere arrivato un pacco a nome Ackerman, é per me- disse tono apatico come per far presente che non volesse trovarsi lì, ed era vero, odiava andare in giro ma ancora di più, relazionarsi alle persone, che a suo pensiero, erano troppo stupide per lui, persino sua sorella, Mikasa, non spiccava di intelligenza

Be' non che c'è ne fosse da stupire, era da quando era nato che provava a scoparselo, persino quella stessa mattina.

Mikasa chiese se poteva passare del tempo nel suo (di Eren) letto per tranquillizzarsi su un brutto sogno, di conseguenza, Eren, accettò e le permise di coricarsi affianco a lui  ma, Mikasa, trenta secondi massimo dopo essersi accomodata, senza troppo ritegno per la parentela, provò a spogliarlo per fortuna, Eren, stroncò le sue idee,  insieme alla perversione, sul nascere, con un:
- te l'ho ripetuto, sono gay, non bisessuale nè tantomeno etero, e anche se lo fossi non lo farei di certo con mia sorella, se ti piace così tanto l'idea di incesto, adottati un bambino e scopatelo-
Ovviamente Mikasa, come le altre volte, si arrabbiò e lo "cacciò" di casa, intimandolo di andare a prendere i vestiti appena arrivati al negozio vicino a casa.

A risvegliarlo dai suoi pensieri fu il commerciante che, con voce seria e profonda disse:
- mi scusi signore, glielo porto subito- dopodiché sparì dietro la tenda che stava dietro al bancone e, probabilmente, conduceva al magazzino.

Eren sentì che il puntatore del pericolo, nella sua testa, si era allarmato da quell'impressionante cambio di comportamento da parte del negoziante.

"è strano, troppo, ma infondo...cosa potrebbe succedere?" Pensò Eren per incoraggiarsi a ignorare quell'allarme chiamatasi anche istinto.

Subito dopo averlo pensato, il signore, uscì da quel presunto magazzino con in mano un pacco di cartone.

Dopo averlo poggiato davanti al bancone, si diresse verso la cassa trovatosi poco più in là, giusto alla fine del tavolo.

Una volta digitato varie cifre sulla cassa disse: - allora lo registro come consegnato signore...mi può dire il suo nome così lo faccio presente nell'attestato di consegna?-

Il ragazzo, con tono freddo e distaccato disse: - Eren Jeger-

Il signore, leggermente curioso sul fatto di come mai il suo pacchetto non combaciasse con il cognome chiese:
- ma...non é Ackerman?-

- no mi ha chiesto di di portargli il pacchetto visto che aveva delle cose da fare- preferiva non andare sui particolari di dove, o cosa, stesse facendo sua sorella in quel momento.

Il signore, con tono comprensivo, e stranamente pensieroso disse:
- capisco... be' infondo é normale- concluse mentre batteva lo scontrino e passava il pacco al "proprietario"

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