Capitolo 2

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Il rumore assordante della sveglia rimbomba in tutta la stanza ed io non posso fare altro che portarmi il cuscino sulle orecchie e continuare a dormire.
Ciò mi risulta impossibile nel momento in cui mi ritrovo mia sorella completamente distesa sopra.

"Per l'amor del cielo Amanda vuoi spegnere questa cazzo di sveglia?"
La voce di mia sorella mi giunge dolcemente alle orecchie facendomi mugugnare qualcosa di incomprensibile.
"Dai andiamo alzati che tra poco dobbiamo partire" continua lei.
Decido poi di alzarmi, nel farlo accuso un improvviso giramento di testa che mi fa cadere rumorosamente a terra, impreco sotto voce e con un po' di fatica riesco ad alzarmi, spegno finalmente la sveglia e osservo mia sorella che nel frattempo non ha fatto altro che ridere.
"Allora principessina hai finito di ridere?"
"S-si sorellona...S-solo un a-attimo che m-mi ri-riprendo..." mi dice quasi a stento tra una risata e l'altra.
"Ma si fai con comodo, prenditi pure gioco di me"
Ruoto gli occhi al cielo, esco dalla stanza e mi dirigo in cucina per fare colazione.
"Buongiorno" mi dice mia mamma.
"Dormito bene?" Continua mio padre
"Giorno...ho passato notti migliori ma tutto sommato si, posso dire di aver dormito parzialmente bene"
Bevo velocemente la mia cioccolata calda per poi uscire dalla cucina.
"Amanda" mi ferma la voce di mia madre.
"Si?"
"C'è qualcosa che non va?"
"E sentiamo, da quando vi interessate di me?" Così facendo esco dalla cucina e mi reco in bagno.

Faccio una doccia calda per distrarmi un po' da tutti i pensieri che da giorni girano nella mia testa.
Chissà come sarà la nuova casa, se troverò degli amici.

Se ci saranno ragazzi carini.

Oh ma andiamo, sei seria?

Amanda dai sappiamo tutti che sei talmente disperata che ti fidanzeresti anche con un cavallo.

Bla bla bla...

Decido di mettere fine alla discussione con la mia coscienza ed uscire dalla vasca.
Indosso i vestiti che ieri avevo messo da parte, metto un po' di mascara per poi sedermi al centro della stanza.
Inizio a pensare a tutti i momenti sia belli che brutti passati qui, ripenso ai momenti di sfogo, giorni in cui sarei voluta sparire ed altri giorni in cui mi sono rialzata pronta a sfidare chiunque mi si mettesse contro.

"AMANDA"
La voce di mia madre mi distoglie dai miei pensieri
"DOBBIAMO PARTIRE, DAI MUOVITI"
Sbuffo alzando gli occhi al cielo, prendo il mio cellulare e le cuffiette ma prima di lasciare la mia stanza scrivo una frase su una delle pareti.
"E anche se la vita a volte ti fa schifo, non ti abbattere e usa la tua arma migliore: il sorriso".

Mi siedo sul sedile posteriore della mia auto, metto le cuffiette e faccio partire una playlist casuale mentre tutto il paesaggio scorre sotto i miei occhi.
Finalmente cambierò vita.

Shame of my bodyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora