Lavoro

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Dopo aver mangiato, andai nel mio nuovo ufficio e lì trovai Nicolas... da lì capii che mi aspettava una lunga giornata... Egli cercò di spiegarmi le regole, il problema era stargli al passo, andava troppo veloce.

"Nicolas"

"Si?"

"Chi ti ha insegnato a parlare in modo tale da non far capire a nessuno quello che cazzo dici?"

"Sei tu quella che non riesce a stare al passo, sei distratta"

"Io non sono distratta. Sei tu quello che parla come un pappagallo."
Dissi scocciata del suo comportamento

"Il mio lavoro non è insegnare a una donna il mestiere"
Rispose marcando perfettamente la parola donna.

"Se non ti va bene puoi pure andartene non sei costretto a stare qui a straparlare."

"Non voglio avere problemi con Francesco"

"E allora impegnati a parlare decentemente!"

"Ma chi diavolo ti credi di essere ragazzina?"

"La persona che parrà fine alla tua miserabile vita se continui a farmi innervosire!"

"Credi che abbia paura di una donna che si è fatta toccare da un russo?"

"Prego? Guarda che non me lo sono scopata!"

"Fa lo stesso, gli sei stata vicino"

"Ma che cazzo di ragionamento hai... Mi ha presa in ostaggio!"

"E ne hai goduto... il suo corpo così vicino al tuo, ti sei strisciata sul suo cazzo come una cagna"

"Senti, nessuno osa darmi della puttana!!"

"Non è quello che sei?"

"Vedi, è qui che voi uomini vi sbagliate. Per voi tutte le donne sono puttane, ma quando voi le scopate, molestate e le toccate... oh quanto ci godete, quando vi succhia il cazzo portandovi al culmine del piacere in meno di due minuti. Siete capaci da farvi fregare solo alla vista di un corpo femminile"

Nicolas rimase in silenzio a fissare un punto indefinito della stanza, non sapeva più cosa dire...

Ben ti sta!

Lo guardai con sfida mentre lui cercava di ricomporsi alle mie parole...

"Puoi uscire, lavoro meglio da sola"
Senza dire nulla se ne andò dal mio ufficio ed io cominciai il lavoro.

Dopo 2 ore scoprì che i russi volevano attaccare di nuovo il club nord, mi alzai dalla sedia con l'intenzione di andare ad avvertire mio padre ma lui mi precedette

"Come procedono i lavori?"
Chiese curioso

"I russi vogliono attaccare il club nord"

"Cosa?"

"Si, tra meno di venti minuti saranno sul posto"

"Andiamo Sofia"

Sentendo quelle parole mi emozionai... però riuscii a ricompormi in poco tempo, presi la pistola dal casetto ed andai con mio padre e i suoi uomini.

Quando eravamo arrivati sul posto era tutto tranquillo e questo era veramente strano. All'improvviso sentii qualcosa vicino al mio orecchio, che mi fece volare leggermente una ciocca di capelli, il problema era che non stava soffiando il vento

"Cazzo! Vi ho detto che la donna è mia!"

Sentii qualcuno parlare in russo... da lì capii che avevano provato a spararmi, mi girai e vidi che il proiettile l'avevo preso, nella spalla, uno degli uomini di mio padre.

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