Pazzi da Legare.

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Ninfadora sussultò non appena sentì lo scricchiolio delle scale di mogano sotto i suoi piedi. Ricordava che, quando era piccolina e la notte non riusciva a dormire, si alzava dal letto, infilava le pantafole a forma di coniglietti e si dirigeva verso il salotto. Peccato che, le scale che collegavano la camera da letto della piccola Tonks e la sala pranzo, scricchiolassero sempre. Di conseguenza, veniva sempre beccata da suo padre, che aveva il sonno molto leggero, perciò, tutti i suoi piani andavano in fumo, letteralmente parlando. Aveva sempre detto al padre che doveva fare qualcosa per quelle dannate scale ma Ted Tonks posticipava sempre. Alla fine Tonks era giunta alla conclusione che il padre non le avrebbe mai aggiustate, né ora né mai.
Perciò, quando sentì quelle scale di mogano scricchiolare le riaffiorarono i ricordi del padre, che le ripeteva che non poteva gironzare a notte fonda come se nulla fosse.

Scacciò via i ricordi e tornò verso la sua meta, non aveva alcuna voglia di perdere altro tempo. Sbuffò appena, scostando i capelli che, quel giorno, aveva deciso di trasformare in un bel rosa cicca, dal volto dai lineamenti delicati. Maledì ancora una volta, la sua estrema goffaggine, grazie alla quale, anche involontariamente, finiva nei guai rompendo qualcosa, come quella sera.

Gazza l'aspettava nel suo ufficio in quanto, tornando da un allenamento di Quidditch, ella aveva fatto accidentalmente cadere tutti i trofei che il custode aveva da poco finito di lucidare. Ma lei non l'aveva mica fatto apposta! Ma mentirebbe se dicesse di essersi pentita, aveva sempre provato un certo moto di antipatia verso quel vecchio scorbutico troppo affezionato alla sua gatta e che covava un certo odio per tutti i ragazzi dai diciotto anni in giù. Cercava sempre pretesti per punirli, insomma, Tonks gli aveva addirittura chiesto scusa e ciò le era costato tanta forza di volontà e un bel pugno nell'orgoglio.
Ma lei non ci poteva fare niente, se le stavi antipatico dovevi metterti l'anima in pace e non darci troppo peso perché il giudizio della ragazza non sarebbe cambiato!

Arrivò finalmente davanti all'ufficio dell'insopportabile custode, avrebbe dovuto mettere a posto tutte le sue scartoffie mentre Gazza avrebbe ispezionato il castello in cerca di giovani ragazzi che infrangevano il coprifuoco insieme alla sua  inquietante gatta, Mrs Purr.

La Metamorfomagus bussò alla porta in attesa di una risposta che non arrivò. Bussò ancora una volta, magari Gazza si era addormentato e Tonks non ci teneva a svegliarlo e scatenare la sua ira su di lei. Aprì lentamente la porta e fu sorpresa di vedere la stanza vuota. O meglio. La stanza era piena di oggetti ma Gazza non era lì dentro e nemmeno la sua stupida gatta. Tonks sbuffò, non solo aveva rinunciato a preziose ore di sonno per andare a quella stupida punizione, adesso avrebbe anche dovuto aspettare che quello stupido custode arrivasse all'orario che più preferiva?! Nossignore!

Si accorse, solo dopo aver sclerato mentalmente numrose volte, di un biglietto appoggiatto sulla scrivania.
-Oh- disse solamente la strega mentre, ridacchiando, afferrava il biglietto. Con una calligrafia al dir poco orribile, Gazza la informava che non ci sarebbe stato ma, che avrebbe dovuto trascrivere su carta tutte le punizioni scritte su pergamena che il custode le aveva lasciato su uno scaffale. L'ufficio era molto piccolo e pieno di muffa, per cui non fu difficile per Tonks trovate le schede. Vi erano scritte molte, ma davvero molte, punizioni state inflitte a degli studenti che avevano studiato ad Hogwarts prima di lei. Erano circa cento fogli.
Se il custode non era ancora uscito fuori di testa, vuol dire che ci mancava davvero poco! Insomma, quale persona sana di mente dava come punizione ad uno studente di riscrivere tutte le cento punizioni state inflitte negli anni, solo perché l'inchiostro era sbiadito?!

Ma porco Salazar, Ninfadora avrebbe preferito dover lucidare tutte le armature del castello, che non erano poche, anziché scrivere. Riusciva già a sentire il dolore che avrebbe provato alla mano non appena avrebbe finito il suo lavoro. Con un sonoro sbuffo, cercò una piuma con cui scrivere e una boccetta d'inchiostro che, fortunatamente, il custode le aveva lasciato sulla scrivania. Si sedette con ben poca grazia sulla sedia in legno davanti alla scrivania e prese il primo foglio di pergamena sgualcito. Il lavoro era molto noioso, in venti minuti Tonks aveva riscritto solo cinque punizioni ed erano tutte abbastanza noiose! In confronto ai guai che combinava la strega, gli studenti degli anni precedenti erano degli agnellini. Continuò a scrivere punizioni abbastanza noiose fino al decimo foglio.

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𝙢𝙞𝙡𝙡𝙚 𝙨𝙥𝙞𝙣𝙚 | 𝗣𝗮𝘇𝘇𝗶 𝗱𝗮 𝗟𝗲𝗴𝗮𝗿𝗲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora