E vidi un angelo che scendeva dal cielo con in mano la chiave dell'Abisso e una grande catena. Afferrò il drago, il serpente antico, che è diavolo e il Satana, e lo incatenò per mille anni; lo gettò nell'Abisso, lo rinchiuse e pose il sigillo sopra di lui perchè non seducesse più le nazioni, fino al compimento dei mille anni, dopo i quali deve essere lasciato libero per un po' di tempo. (Apocalisse, 20: 1-4)Il cuore di Raquel non si calmò nemmeno quando si costrinse a prendere un respiro profondo. L'odore acre di ferro e carne bruciata, che le aggrediva le narici ormai da mesi, aveva ancora il potere di rivoltarle lo stomaco.
Con la gola stretta in una morsa dolorosa, si avvicinò al ghigno sinistro del Maligno, immergendosi in quell'oceano tenebroso affamato di luce. Della sua luce, che giorno dopo giorno si era affievolita e ora tremava, debole come una candela prossima allo spegnimento. Solo due braci le ardevano di fronte in quella notte priva di stelle. Due occhi furbi, che la spogliavano squadrandola da capo a piedi.
"Okay" disse, con l'arroganza che l'aveva sempre cottraddistinta, anche se ormai l'inferno aveva spezzato la sua voce in un sussurro flebile e sofferente. Il gelo della nebbia scura che la circondava era così intenso da farle male, pulsandole nelle dita. Brividi di ghiaccio la tormentavano, penetrando fin dentro alle ossa. Come parassiti, avevano trovato dimora nella dannazione eterna e si erano cibati della sua agonia senza riposo, moltiplicandosi nel suo tormento privo di speranza.
Soffocò un grido quando percepì il respiro di fuoco del Re dell'Inferno scottarle la pelle e incendiarle gli occhi colmi di lacrime.
"Nessun ripensamento?" sussurrò Satana, puntando il fuoco del suo sguardo nell'oceano increspato degli occhi di Raquel. Fiamme furiose divampavano più violente che mai, in un luccichio tra il cremisi e l'aranciato.
Di dubbi e ripesamenti ne aveva fin troppi. Scendere a patti con il Nemico non era di certo nei suoi piani. Anche se i suoi simili l'avevano abbandonata e data in pasto alla Bestia, il suo cuore ancora sanguinava al pensiero di tradire quella che un tempo era stata la sua famiglia.
Abbassando lo sguardo sul pavimento coperto di sangue e viscere che le graffiava i piedi nudi, rimpianse per un'ultima volta la pace eterna e la luce rassicurante del Paradiso.
Quella vita ora sembrava non appartenerle nemmeno piu'. Era lontana ed irraggingibile.
Quando chiudeva gli occhi ora, rannicchiata contro le sbarre di freddo metallo, cullata dalle urla dei dannati, doveva combattere per non annegare in un mare di pensieri.
Un mare che aveva il sapore del sangue e il suono di un'unica parola."Giustizia", era il termine che avevano usato gli arcangeli, quando avevano squarciato la gola di Elemiah.
Immobile, inerme, l'aveva visto piegarsi sulle ginocchia e soccombere alla vergogna e al pentimento, prima ancora che alla spada.
Il cielo rannuvolato del suo sguardo le aveva detto addio in una supplica spoglia di parole.Solo allora aveva capito che a quel crudo spettacolo, spacciato per punizione esemplare, la giustizia non era mai stata invitata. Da quel giorno, qualcosa in lei era cambiato per sempre.
Quel dolore, che le faceva tremare le ginocchia al ricordo del suo amico d'infanzia, era reale e inguaribile, pericoloso quanto il fiore di appassita tristezza che era germogliato nel suo petto.
Quella sofferenza, una croce sconosciuta agli altri angeli, che parevano rivestiti di una corazza insensibile ad ogni forma di dolore, era figlia della ribellione che aveva sedotto Satana in persona.
Un peso impossibile da dimenticare o ignorare, che la faceva sentire sbagliata, di fronte alla loro calma imperturbabile. Che le impediva di riconoscersi nelle loro espressioni stoiche.
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Piume d'angelo.
ParanormalLa storia di come l'incontro tra un angelo e Lucifero ha cambiato per sempre le loro vite. Attenzione: con questa storia non ho intenzione di urtare la sensibilità religiosa di nessuno. Ma si sa, la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzi...