La Genesi

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Dal Vangelo secondo Satana, capitolo primo.

A tutti i lettori, io, Satana, Lucifero, nonchè Signore supremo dell'inferno, auguro la perdizione.

Vi scrivo per comunicarvi le verità che per troppo tempo Dio e gli angeli vi hanno celato e, devo essere sincero, anche per affinare le mie abilità di scrittore, mentre attendo l'ispirazione per il best-seller più acclamato di tutti i tempi. Non giudicatemi, ognuno ha i propri sogni nel cassetto.

Ora però, non commettete l'errore di prendere alla leggera queste pagine, seppellendole tra le montagne di racconti fantasy e romanzi rosa che siete abituati a sfogliare, seduti comodi in poltrona, sorseggiando una tazza di the fumante.
Mi piacerebbe che le consideraste come un' autobiografia o, meglio ancora, come un testamento, senza illudervi però di meritare davvero la mia eredità.

Prima di cominciare, vorrei scoraggiare tutti i cattolici bigotti che, per un bizzarro scherzo del destino, sono capitati nel mio terreno di caccia. Non siete i benvenuti.

Con tutti coloro a cui invece è rimasto ancora un briciolo di sale in zucca, vorrei chiarire alcune cose.

Primo: so che fin da bambini vi hanno corrotto con idee malsane e scorrette sulla mia natura, perciò non ho la presunzione di credere che vi fiderete di ciò che vi dirò. Vi avranno insegnato che sono il male, il maestro della tentazione, il re della menzogna e del peccato. E, credetemi, anche se vi assicuro che sono stato condannato senza un giusto processo, ho imparato che cercare di dissuadervi da idee così radicate nelle vostre testoline bacate è una battaglia persa in partenza. Parto perciò senza nessun tipo di aspettativa, come dovreste fare voi, del resto.

Secondo: non mi assumo in alcun modo la responsabilità per le conseguenze della lettura di queste pagine. Alcune mie rivelazioni potrebbero sconvolgervi. Perciò, su consiglio del mio avvocato (me medesimo) esorto le persone deboli di cuore o particolarmente suscettibili ad abbandonare la lettura. Poi non venitemi a dire che non vi avevo avvisato.

Terzo: no, niente terzo punto. il numero tre porta iella, lo sanno tutti.

Quarto: se al termine di questa storia proverete simpatia per me, non preoccupatevi, questo non fa di voi delle persone cattive. O almeno, credo.

Vorrei cominciare parlando di mio Padre. O meglio, nostro Padre. Si, avete capito bene, intendo proprio il Grande Capo. Fermi. Frenate l'entusiasmo, perchè ora arriva la parte in cui mi accusate di blasfemia. Comunque, tanto per chiarire, non è certo colpa mia se la realtà non è ricoperta di zucchero come vorreste.
Inanzitutto, l'Onnipotente, che poi non è nemmeno potente come si immaginerebbe, non è neppure Altissimo (non vogliatemene, ma la scienza parla chiaro, e un uomo di un metro e sessanta è persino sotto la media) o Signore dei Cieli, dato che non ritorna in Paradiso da quando ancora andavano di moda le pelli di animali.

Forse l'unico nome che davvero gli si addice è Creatore. Da quando l'ho conosciuto, non ha mai fatto altro. Sempre intento a plasmare nuova vita, come un bimbo che scopre per la prima volta di poter modellare l'argilla.

Iniziò tutto per gioco: la Terra e intere schiere di angeli furono create solamente per colmare la solitudine che dall'inizio dei tempi lo aveva rattristato. Gli angeli però, non erano molto più che semplici automi, privi di pensiero proprio. Certo, qualcuno era più grazioso (non faccio nomi, non amo vantarmi, anche se modestamente, molto modestamente, so di essere irresistibile) e qualcuno meno (molto meno) ma non certo all'altezza dell'Innominabile. Noiosi, monotoni, senza personalità. E, su questo, cari miei, mi strugge dovergli dare ragione. Cretedemi, fa più male a me che a voi.

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