I. Due linee rosa

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«Merda» sussurrò Erica, la testa poggiata sopra il water. Si era appena svegliata e non aveva idea del perché continuasse a vomitare: che si fosse beccata l'influenza? Dubitava, era sempre vestita bene e non aveva mai preso freddo. Chiamò la dottoressa, ma era stato abbastanza inutile, le aveva semplicemente prescritto di stare a riposo e evitare di mangiare cibo pesante, per poi staccare bruscamente la telefonata. Allora si era vestita in modo comodo, per poi andare velocemente in farmacia a chiedere consiglio. Lì una delle due impiegate, entrambe appena uscite dall'università, le chiese quale fosse il suo problema. «Vede, è da due giorni che continuo a vomitare e mi gira spesso la testa» disse la ragazza. «Ha altri sintomi?» disse la farmacista, «Dissenteria?» «No» «Inappetenza?» «No, anzi» «Febbre o mal di gola?» «Assolutamente no». La giovane donna allora si fermò, la squadrò e le chiese: «Quando ha avuto l'ultima mestruazione?». Erica si fece un calcolo: sbadata com'era aveva smesso di prendere le pillole circa due mesi prima e da allora... «Circa 24 giorni fa, perché me lo chie... » il terrore affiorò sul suo viso. Non poteva essere incinta, non sarebbe dovuto accadere: i suoi genitori erano sempre stati molto all'antica e non l'avrebbero perdonata se avesse avuto un figlio da sola. Inoltre lei non lo voleva un figlio, odiava i bambini ed era una ragazza studiosa, non poteva permettersi di rovinarsi la carriera così. Poi il figlio sarebbe stato del suo ex ragazzo, un giovane uomo sempre apatico e cinico, uno stronzo nei suoi confronti e non sarebbe mai riuscita a guardare quel bambino in faccia. Però c'era un problema... ma innanzitutto doveva essere certa di essere incinta. Comprò due confezioni di test, "per sicurezza", e andò a casa di un'amica, non avrebbe mai potuto permettere ai suoi di scoprirlo. Quattro test in totale. Fatti a distanza di 30 secondi l'uno dall'altro. Era scoppiata a piangere tra le braccia della sua amica, e appena vide i risultati il panico esplose nella sua testa: positivi. Quattro su quattro, per un totale di otto linee rosa, due per ogni test. La mente tornò a quando i medici le diagnosticarono un problema, una grave anemia che non le avrebbe permesso di fare certi interventi, tra i quali l'aborto. Tornò a casa, piangendo e urlando alla creatura che portava in grembo quanto non la volesse, quanto fosse sbagliata e figlia del demonio. Entrando in casa, afferrò il telefono fisso e compose un numero ben noto alla bionda: casa di Andrea. Rispose fortunatamente quest'ultimo. «Sono Erica, senti lo so che non vuoi più avere niente a che fare con me -il ragazzo si era subito zittito dopo tali parole- ma almeno per l'amor del cielo ascoltami: sono incinta di quasi un mese ed è tuo. Io non ho intenzione di tenerlo ma non posso abortirlo, quindi lo darò in adozione. A meno che tu non te ne prenda cura...» disse lei tutto di un fiato. «Ho... bisogno di tempo» la interruppe Andrea «Dammi solo un giorno, domani ti dirò». Così dicendo, riattaccò la chiamata.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 08, 2020 ⏰

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𝘎𝘳𝘦𝘦𝘯 𝘦𝘺𝘦𝘴 || 𝘊𝘢𝘮𝘱𝘦𝘳𝘬𝘪𝘭𝘭𝘦𝘳Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora