- Ti va di uscire un attimo? -
- Dove? -
- Fuori, in giardino... -
- A far cosa? -
- Poi sono io quello che pensa male! -
- Sei un idiota Anderson! - dico facendo la finta offesa
- Dai... stavo scherzando; andiamo fuori a fumare... -
- Ok, ma solo perché così fumo! Non perché me l'hai chiesto tu - dico alzandomi e dirigendomi verso non so dove.
- Ehm... dove... -
- Seguimi -
- Io non ti sto seguendo, io sto casualmente percorrendo la tua stessa strada e, sempre casualmente... -
- Taci un attimo per favore -
- Con questo cosa vorresti dire? -
- Che, per carità, adoro la tua voce, ma il tuo orgoglio è estremamente insopportabile -
- Parlato quello che da oggi in poi chiamerò Mr. Orgoglio -
Stavo camminando cercando di infastidire il più possibile Thomas, devo dire che è molto divertente, quando lui si gira verso di me improvvisamente e la mia faccia si scontra col suo petto; dopodiché sento le sue mani che afferrano i miei fianchi e, sollevandomi, mi carica sulle sue spalle come se fossi un sacco di patate.
- Thomas Anderson mettimi immediatamente giù! -
- No! Hai continuato a prendermi per il culo, se ti metto giù che cosa ci guadagno? Altre prese per il culo? No grazie... poi ho una bella visuale da qua -
- Sei la persona più idiota e pervertita che io conosca! Mettimi immediatamente giù! Sennò oltre agli insulti ti riempio anche di botte! -
- Oddio che paura! -
- Ti ricordo che mi ha allenato mio fratello e che adesso ho ripreso ad andare in palestra. Sono piccola ma potente e... -
- Senti siamo arrivati; se ti metto giù fai la brava bimba? -
- Sei mi chiami bimba no -
- Ma sei piccolina, diabolica e carina: le caratteristiche perfette per fare la bambina... poi non mi dispiacerebbe chiamarti bambina... -
- Cosa? -
- Niente... prometti di smetterla se ti metto giù? -
- Va bene... - dico e, più delicatamente di quanto mi aspettassi, mi mette giù e finalmente i miei piedi toccano terra.
- Grazie -
- Grazie a te - dice con un sorrisetto malizioso; alzo gli occhi al cielo girandomi per dargli le spalle.
- Addirittura le spalle! Questo a fatto male! - forse non è stata un ottima idea girarmi di schiena perché, lui che mi sussurra nell'orecchio, diamo che mi fa venire un po' di brividi.
- Tieni! - non si sposta, rimane sempre dietro di me, ma vedo il suo braccio che mi circonda mostrandomi una sigaretta
- Grazie - non dico nient'altro, prendo la sigaretta e l'accendo, facendo un lungo tiro.
- Pace fatta? - sento la sua testa appoggiarsi sulla mia spalla, mi giro verso di lui e noto che sta facendo gli occhioni dolci e il labbruccio.
- Va bene... -
- Sì! - mi giro e lo vedo esultare e, istintivamente, sorrido
- Che fai mi prendi in giro? -
- No... è che vederti esultare così è divertente -
- Contento di farti divertire - dice facendo un grandissimo e fintissimo inchino.
Decido di non rispondere a parole; abbozzo solo un piccolo sorriso e continuo a fumare la mia sigaretta appoggiandomi con la schiena ad un albero che avevo appena notato.
- Ehi hai un accendino? Il mio è vuoto... - la sua voce interrompe i miei pensieri.
Mi giro verso di lui e, un'altra volta, incrociamo lo sguardo, non so per quanto tempo, ma è sempre una fatica bestiale staccarmi da quello sguardo ipnotico.
- Ehm, si certo... - dico rispondendo alla sua domanda e mettendo una mano in tasca.
Tiro fuori l'accendino e glielo do; lo osservo attentamente, non mi perdo neanche una sua mossa: lui che prende al volo l'accendino che gli ho lanciato, la fiammella che esce, la cartina e il tabacco che bruciano...
- Era di Alex, vero? -
- Cosa? -
- Era di Alex, l'accendino... la prima volta che l'ho visto mi sembrava familiare, ma l'ho capito solo ora... -
- E come hai fatto a ricordartene, è un accendino... -
- Foto... -
- Cosa? -
- Hai sentito bene... -
- Cosa centrano le foto adesso -
- Senti entra sennò non capisci... - sto iniziando ad arrabbiarmi ma, prima di iniziare a litigare, faccio come mi dice, anche se di malavoglia.
- Di qua - dice indicandomi una rampa di scale.
Finite le scale, un lungo corridoio con cinque o sei porte; Thomas entra in una di queste e io lo seguo chiudendo la porta dietro di me.
- Allora? Cosa centrano le foto? -
- Tuo fratello mi aveva detto che a volte eri noiosa, ma non mi immaginavo così tanto -
- Ah sì? Beh se la metti così allora scordati la pace, Anderson! - dico marcando il suo cognome; so che preferisce quando lo chiamo per nome, ma perché dovrei? D'altronde lui mi sta prendendo in giro
- Ecco... tieni, così magari rompi un po' meno, Williams! - dice porgendomi una scatola bianca
- Touché! - dico prendendola e togliendo il coperchio.
Appena tolgo il coperchio noto subito che sono foto, tantissime foto.
- Oltre alla passione per il fumo, le belle ragazze e la boxe, mi piace la fotografia -
Non gli rispondo, prendo tutte le foto in mano, appoggio la scatolina sulla scrivania e mi siedo sul letto.
La prima è una foto molto tenera: sono James e Alex che dormono abbracciati; la seconda è un tramonto; la terza sono le sue sorelle che giocano insieme...
Continuo così per circa altre venti foto finché non lo vedo: nella foto che sto tenendo tra le mani è ritratto il profilo di mio fratello in bianco e nero, mentre si accende una sigaretta; indossa degli occhiali da sole, il ciuffo scuro è come ogni volta confusionario, le labbra stanno stringendo la sigaretta e solo adesso me ne accorgo: l'accendino che ha in mano è lo stesso che ho io. Quell'accendino nella foto è quello che Alex mi ha regalato qualche anno fa.
- C'è un motivo per cui sono appassionato di fotografia... ti aiuta a ricordare i momenti belli e quelli brutti, ti aiuta a ricordare le persone che, anche per poco, hanno fatto parte della tua vita, ma soprattutto ti aiuta a non dimenticare... -
Ecco qui il ventottesimo capitolo!
So che è un pochino noioso, ma i piccoli dettagli servono per poi arrivare a qualcosa di molto più grande ;) Perciò fate ben attenzione a tutti i dettagli!
Spero che la storia vi stia piacendo!
Come al solito non dimenticatevi di votare!
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Routine
Teen FictionElizabeth Williams è una ragazza tutt'altro semplice e genuina: ha diciotto anni, lunghi capelli mossi neri e due grandi occhi azzurro ghiaccio, occhi che, come diceva suo padre, morto quando lei aveva solo dieci anni, possono distruggere e costrui...