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Dopo la riunione della sera, i carbonari conversavano tra loro a gruppi; chi parlava di politica, chi dell'imminente rivoluzione, chi del tempo.

Arianna e Angelo, per non annoiarsi, si stavano sfidando a duello con i coltelli. A nulla valsero le prediche degli altri aggregati che dicevano loro di smettere, perché continuavano imperterriti.

Montanari stava parlando con due soci, e ogni tanto buttava l'occhio sui due giovani per assicurarsi che non si facessero del male.

In quel momento bussarono alla porta. Il medico andò ad aprire e si ritrovò davanti la persona che sperava di non vedere, almeno in quei giorni lì.

Si trattava della loro spia, Francesco di Castro, nonché il fratello di Arianna. 25 anni, carattere espansivo e gioviale, era entrato nella carboneria per aiutarli, in incognito, a smascherare eventuali colleghi imbroglioni.

"Buonasera, Francesco. Qual buon vento ti porta qui?"

"Ah, un vento non buono, Leó. 'A rivoluzione è zompata, n'a potete fa più "

Arianna si fermò di colpo e Targhini dovette scansarsi per evitare una coltellata in pieno viso.

"E perché mai? Sta andando tutto bene!"

"Invece no e te dirò anche perché. Er sor Filippo ha aperto la bocca e gli ha dato fiato, ha fatto er trombetta, l'amico, er paesano!"

"Che ha detto?" Volle sapere Angelino, perplesso.

"Ha fatto 'a spia!" rispose Francesco, battendosi una mano sulla coscia.

Gli altri affiliati, interdetti, ricominciarono a mormorare tra loro, creando un brusio parecchio fastidioso.

"Calma" tuonò Montanari, brusco.

"Fatelo parlá"

"L'ho saputo stamattina a Castel Sant'Angelo, tanto pe'comincià bene 'a giornata. Però, se guardi er lato positivo, nun ha fatto li nomi de li congiurati"

"Ma scusa, Francé" riprese Arianna, posando il coltello sul tavolino.

"Chi è questo? E perché l'ha fatto? Avrà preso na botta 'n testa, no?"

"C'è una spiegazione pure su quello" garantí suo fratello, più serio che mai.

"Siccome alla fija j'é schioppato er vaiolo, pensava fosse n castigo di Domini Dio che lo puniva per la rivoluzione che avrebbe dovuto fa' contro er Papa. Ha fatto l'infame perché voleva che se salvasse la creatura"

"E si è salvata?"

"La sotterrano stanotte" concluse, cupo.

"La giustizia ha fatto il suo corso" si intromise un carbonaro, scuotendo la testa.

Dopo una lunga discussione sul da farsi, Montanari decise che Filippo avrebbe dovuto pagarla. Con la vita.

"Bene, allora a chi tocca?" Volle sapere la ragazza, incuriosita.

"Aspetta" la interruppe Leonida, "qui si va secondo le regole. Facciamo la conta a chi tocca, però stavolta ne scegliamo due. Un coltello solo po' sempre sbagliá"

Per primo venne estratto a sorte Targhini, elettrizzato dall'idea di dover uccidere un traditore.

Quando venne sorteggiata anche Arianna, il chirurgo si oppose fermamente.

"Scordatelo, nun te permetto de fa' na cosa del genere"

"Me frega assai! Non so manco chi sia sto Filippo ma gli infami nun li sopporto! Annamo, Angelí?"

"Eh no!"

Montanari le tolse il coltello dalle mani, si infilò rapidamente il mantello e le accarezzò il viso.

"Sei na cosa troppo bella e se te succedesse qualcosa nun me lo perdonerei mai. Damme retta, lascia fa' a me e a lui"

"Lasciate almeno che vi aiuti, per favore"

"No, stanne fori" Concluse, col tono di chi non ammetteva repliche.

I due uscirono dallo scantinato e si diressero sul ponte di Castel Sant'Angelo, per poi attendere pazientemente il loro ex collega.

"Secondo me non verrà" sbuffò Targhini, con le ginocchia che cominciavano a fargli male.

"Eccolo che arriva, Angelí!" Rispose Montanari, indicando un ometto che passeggiava con un bastone in mano.

Era mezzanotte e, come ogni sera a quell'ora, Filippo Spada passò sul ponte. Era molto tranquillo, completamente ignaro di cosa lo attendeva.

I due carbonari, ben coperti dai mantelli, avevano già le armi strette in pugno.

Montanari, con un balzo di pantera, gli si parò davanti. I suoi occhi scintillavano, la sete di vendetta era più forte che mai.

"Chi sei?" Chiese lui, non avendolo riconosciuto.

"Sono io, Filippo. Ti volevo fare le condoglianze"

"Grazie, Montanari" rispose, con un fil di voce .

"No no, non per la tua bambina!" Si affrettò a replicare il medico.

"Per te. Sei te che sei morto!"

Detto questo, gli puntò il coltello proprio davanti alla faccia; il sor Filippo impallidí e mosse qualche passo all'indietro.

Stava per darsi alla fuga, ma non ci sarebbe mai riuscito: Targhini era dietro di lui, con il pugnale che mirava al suo petto.

Spada barcolló e cadde, in preda al terrore, e tentò disperatamente di rialzarsi.

"No, ve prego, so' padre de famija io!! Ma che c'avete da ride voi due!?"

"Ma guardalo, è un sorcio! Angelì, avanti tutta!"

Lo ricorsero fino a una colonna, dove la vittima prese a girarci intorno, per tentare di fuggire ai suoi aggressori.

Dopo averlo fatto girare come una trottola, Targhini e Montanari si divisero e lo barricarono, per poi sferrargli più di una coltellata al cuore.

Prima di stramazzare a terra lanciò un urlo belluino; una volta privo di sensi il chirurgo gli si avvicinò per vedere se, effettivamente, era ancora vivo.

Mentre il compare si stava accertando del decesso, Targhini udì dei passi che man mano si avvicinavano verso la piazza.

"Leonida, arriva gente!"

"Forza, al riparo!"

Sparirono così nella notte, compiaciuti e convinti di aver attuato la loro vendetta.

Arianna e i CarbonariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora