fantasia siciliana

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Riusciva a sentire qualcuno cantare.

la, lala... lalalala, lala la..

La canzone echeggiava senza fine nelle sue orecchie, seppur debolmente, un lieve sussurro nel vento. Non avrebbe saputo dire da quanto tempo la stesse ascoltando. 
".......hunh?"
Fugo guardò in alto.
Si trovava in una stanza, foderata di librerie piene di libri antichi.
Una classe.
All'Università di Bologna.
C'era un professore arrabbiato davanti a lui, lo stava rimproverando.
"Cosa pensi? Pensi di farla franca dopo aver tralasciato delle lezioni fondamentali? Non distogliere lo sguardo! Sto parlando con te!"
Fugo incontrò il suo sguardo, ed il professore annuì.
"Mi aspetto di più da te, Fugo. Hai la cattiva abitudine di comportarti come se tu fossi qui solo perché i tuoi genitori hanno fatto modo che ciò accadesse. Ma i tuoi genitori non sono te, e tu non sei i tuoi genitori. Non stai imparando a migliorare lo status dei tuoi genitori, ma a liberare il tuo stesso potenziale."
La porta si aprì, e l'assistente del professore entrò.
"Ho alcune cattive notizie, Fugo. Tua nonna si è sentita male. Dovresti andare da lei."
Il professore lo aiutò a prendere un biglietto per un treno ad alta velocità, e lui fu a casa prima della fine della giornata.
"Oh...mio piccolo Panni. Mi sento molto meglio con te qui."
Sua nonna si riprese completamente. Fugo era sollevato. Tutta la sua famiglia era venuta a trovarla, e sembravano tutti felici di vederla stare bene di nuovo. Fugo era molto felice. Erano una famiglia dopotutto. Si amavano davvero l'un l'altro.
Le vacanze scolastiche erano alle porte; l'università aveva accettato di farlo rimanere a casa a patto che avesse mandato per posta le tesine. Egli lo fece, e andò a pescare con i suoi fratelli.
Quando raggiunsero il porto scoprirono che il peschereccio che avevano riservato si era rotto, ed era bloccato nel porto. Mentre provavano a decidersi sul da farsi, un altro capitano gli offrì un giro sulla propria barca. Ma i clienti che l'avevano già prenotata obiettarono.
"Ti abbiamo chiesto di non portare nessun altro!"
"C'è abbastanza spazio per tutti."
"Io dico che non c'è! Fai come dico!"
"Bene, allora scendete. Quando un'altra barca è nei guai, noi diamo una mano. Legge del mare."
"Cooooosa?"
Il cliente sgarbato realizzò che una folla si stava raccogliendo, e smise di lottare, brontolando tra sé e sé. Il capitano invitò Fugo ed i suoi fratelli a bordo. 
"Mio figlio sarà felice di aiutare voi ragazzini. Bruno!"
"Sì, papà?"
Un ragazzo dall'aspetto vivace uscì dalla cabina.

Lala lela relalala la...

Il nome del ragazzo era Bruno Buccellati. Aveva circa tre anni più di Fugo.
"Vai all'università?"
"Non è niente di che."
"Io cerco di istruirmi da solo con i libri, ma la cosa va piuttosto a rilento."
"Cosa stai leggendo?"
"Machiavelli."
"Il Principe?"
"Immagino che tu lo abbia già letto? Sono un grande in storia. So che è basato su Cesare Borgia, ma non penso che Machiavelli fosse tanto machiavellico quanto viene presentato. Lui era più un progressista riformista. Egli lanciò un monito contro il pensare troppo sulle cose, e consigliò alle persone di fare ciò che potevano con ciò che era alla loro portata."
"È una bella teoria."
"Non quello che ti aspettavi dal figlio di un pescatore?"
"Non è proprio che me lo aspettassi, ma non suona strano detto da te."
"Se la metti così, nemmeno tu sembri il tipico aristocratico. Non sei per niente altezzoso."
"Già..."
"Non è una brutta cosa!"
"Posso chiederti un consiglio su una cosa?"
Qualcosa in questo ragazzo metteva Fugo a suo agio, e si ritrovò a condividere tutti i suoi problemi. Buccellati ascoltò attentamente.
I due fecero amicizia, e diventarono grandi amici. Ogni volta che Fugo tornava a casa dall'università andava a fare un salto da Buccellati.
Un giorno il padre di Buccellati andò da Fugo.
"Ultimamente la polizia sta facendo delle domande in giro. Pensano che mi sia immischiato in affari di droga, per qualche motivo."
"Perché?"
"Non voglio parlar male degli altri capitani, ma qualche peschereccio aiuta a farne entrare. Dovrei dire ciò che so ai poliziotti?"
"Sembra rischioso.Se la mafia scopre che li hai informati ti daranno dei problemi."
"È ciò che dice mio figlio. Tu ne sai molto di legge e quelle cose lì, no? Potresti aiutarlo?"
"Farò del mio meglio."

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