terra bagnata

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«Cosa ci fai qui?»

Capitolo 2

Quella voce l'avrebbe riconosciuta tra un milione; un brivido di terrore si insinuò tra i suoi vestiti.

Si voltò in direzione della voce con occhi spalancati; ancora sperando che non si riferisse a lei.

Eppure lì, di fronte a lei, in carne ed ossa, nel suo bel kimono azzurro. Quegli occhi felini, quel viso largo, quei capelli mori...

Era Jennie Kim.

Ella guardava il kimono di Chaeyoung con superiorità, poi tornò a piantarlo su di lei.

«Quindi? Ti ho fatto una domanda» disse irritata.
Chaeyoung boccheggiò un attimo, poi si ricompose cercando di non avere uno sguardo troppo spaventato. Peccato facesse schifo a mentire.

«Ho pensato di usire e...» perse le parole vendendo la faccia della mora irarsi ancora di più «... E me ne stavo giusto andando» detto questo si voltò decisa ad andarsene, ma adando a sbattere contro il petto di qualcuno; alzò il volto timidamente incontrando gli occhi gelidi di Jisang. Rabbrividì.

Si guardò attorno spaventata cercando una via di uscita. Tutte le persone caminavano ridendo spensierate, senza prestare attenzione a loro, non avrebbe mai avuto il coraggio di fermare uno sconosciuto, anche se questo avrebbe significato stare ai giochi malvagi di Jennie.

«Credo che la festa prenderà una piega molto divertente» disse con un ghigno Jisang «Al fiume?» propose l'altra con tono d'intesa «Fiume sia»

Quello scambio di battute tra i due fece rabbrividire ulteriormente il corpo di Chaeyoung; aveva paura, e non sapeva di cosa stessero parlando.

Jisang la prese per il polso sottile e la tirò con non curanza.

«Muoviti Park»

*****

L'erba bagnata sotto i suoi sandali aveva infradiciato il fondo del suo kimono rosa pesca.
Tutto il calore delle bancarelle era lontano; superato esso si erano inoltrati nel prato verso il fiume; da lì la castana aveva formato mille ipotesi, e dubbi si erano insinuati nel suo animo spaventato.

Se mi buttassero nell'acqua gelida d'inverno?
Se lì ci fossero altre persone e mi piacchiassero?
Oppure mi chiuderanno dentro ai recinti delle bestie?

Non riusciva a darsi pace, e ad ogni secondo il suo cuore batteva più veloce. Le voci felici diventavano sempre più afflievolite, e i due suoi compagni camminavano velocemente.

Era scuro, oramai i suoi occhi si erano abituati eppure inciampava qualche volta sui sassi nascosti dall'erba discretamente alta. Essa era bagnata, la brina e la vicinanza del fiume l'avevano resa tale, e i suoi piedi, coperti da sandali consumati, ne pativano il puntiglioso freddo e l'agghicciante ansia. Sperò che qualcuno arrivasse a salvarla. Chiunque. 

Guardò la luna, essa splendeva nel cielo e li osservava; indifferente era lì, niente avrebbe aiutato Chaeyoung. Voleva piangere, ma non lo fece, trattenne quelle lacrime con fermezza, come se da esse dipendesse la sua stessa vita. Così si disse:

Se questa è la mia fine, allora devo essere al meglio della mia forma.

Così si sforzò, tenne lo sguardo fermo e ogni briciola di paura sembrava scomparsa. Smise di inciampare, e aumentò il passo. Ovviamente dentro di sè si sentiva morire.
Jennie guardò quel cambio di emozioni, e non lo sopportò. Prese Chaeyoung dalla spalla con forza, così togliendola dalla presa del ragazzo, e la spinse con forza per terra.

Nei ramoscelli di ciliegio crebbero le roseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora