Capitolo 1
31st December 1965
Il cielo era dipinto di un azzurro scuro; la notte era nel suo sorgere e il giorno aveva ormai dato il suo "arrivederci". Le stelle spuntavano dal nulla, illuminando mentre tutto si oscurava. Il venticello di dicembre accarezzava i corpi dei passanti, facendoli rabbrividire; e battevano sui tetti, ma essi rimanevano illesi.
Per quanto triste e normale potesse apparire il paesaggio, l'aria che tirava diceva tutt'altro.Essa arrivava ai vetri delle case e li faceva vibrare lievemente, e attraversandoli, c'era chi stava per portare i fuochi d'arteficio in giardino, chi si provava i kimono entusiasta, chi invece aveva optato per dei vestiti alla moda, tutti avevano il sorriso stampato in volto.
Perchè era questa l'aria che tirava il giorno di Capodanno, festaiola, eccitata, entusiasta, e con molte aspettative.
«Jennie! Sbrigati o farai tardi!»
La voce di una donna sulla quarantina risuonava tra le pareti di una casa; la donna irritata sbatté il piede sul pavimento di legno ornato da tappeti di un verde opaco.
Era Kippeum Kim, la donna di casa Kim. Era la classica mamma apprensiva ma anche bacchettona, che nascondeva sempre un sorriso su quelle labbra sottili.
Era alta e anche un po' in carne, aveva braccia spesse che incrociava sempre, forse sembrava temibile, ma quel suo sorriso stretto e genuino calmava ogni animo.
Aveva capelli neri raccolti nel suo chignon perfetto e liscio, occhi orientali e truccati, un naso piccolo e labbra sottili splendenti di trucco.
Kippeum vestiva spesso di arancione, e al momento indossava un vestito a maniche corte, lungo fino a mezzo polpaccio. Niente di elegante, ma che a lei sembrava carinissimo.«Mamma aspetta!» dal piano di sopra una voce femminile e giovane risuonò, seguita da alcune risatine fanciullesche.
La donna, udendo, sbuffò esasperata allantonandosi dalle scale per dirigersi in cucina. Da dove spuntò un uomo sulla quarantina. Lui era il marito di Kippeum, era Jowoo Kim. Un uomo alto e dall'aspetto ben piazzato; col sguardo severo, i capelli mori corti, i baffi lunghi e la mascella pronunciata. Nonostante il suo aspetto lui non era niente di così spaventoso; in realtà era una persona comprensiva, che pensava solo attraverso la logica, non dava niente per scontato ed era sempre pronto ad aiutare «Seriamente ragazze faremo tardi!» urlò per farsi sentire «Hei! Qui c'è anche un ragazzo!» una voce maschile e giovane arrivò dall'alto rimbombando. Si sentirono altre risate, poi dei passi e una porta venne chiusa.
L'uomo scosse il capo della serie: "io ci ho provato".Al piano di sopra, in una delle camere, suonava una canzone delle Kim Sisters e in sottofondo voci giovani si sovrapponevono.
Dietro quella porta di legno chiaro c'era una camera rumorosa, fatta da giovani vizi e spensieratezze.
Essa aveva pareti bianche tappezzate di poster di Shin Junghyeon, delle Kim Sisters, dei Patti Kim e molto altro; la scrivania era in disordine, piena di matite colorate , quaderni altrettanto colorati e trucchi sparsi.
L'armadio era aperto e mostrava i vestiti disordinati di tutti i tipi, e accanto c'era lo specchio con delle scritte in rossetto e dei post-it.
Sul letto c'erano diversi kimono, e una ragazza era sdraiata con il corpo nascosto dall'ammasso di tessuto. Ella guardava il ragazzo seduto per terra e cantavano insieme ciondolando il corpo, con voce stonata e rumorosa la canzone Hallelujah I Love Her So.
Più in là c'era una ragazza di fronte allo specchio che confrontava due kimono, e portava un cipiglio indeciso sul volto.
«Tua madre ti ha già chiamata due volte, non credi sia il momento di sceglierne uno?» cominciò il ragazzo dai capelli neri seduto per terra. Alzando il tono per farsi sentire.
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Nei ramoscelli di ciliegio crebbero le rose
Fiksi Penggemarchaelisa Poggiasti le tue labbra sulle mie gambe, due boccioli di rose, sui miei ramoscelli, spezzarono la corteccia. Quando due mondi opposti, ma completamente indentici, si incontrano sbocciano le peonie. Ed è subito primavera; lasciata all'odore...