Uno sporco Santa Claus

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Aveva scarpe rovinate, un buco sul lato destro mostrava un enorme dito del piede incoronato da un unghia sporca.

I pantaloni erano lerci, sembrava avessero attraversato una palude. La giacca sgualcita, con la tasca che penzolava tristemente. Fu il cappellino a catturare la mia attenzione. Quel cappellino da Santa Claus perfettamente illuminato. A intermittenza il blu, il rosso e il bianco cambiavano il turno di guardia.

- Scusi, lei chi è?

- Come dici ragazzino?

- Chi è lei?

- Non lo vedi da te, io sono il grande Santa Claus, alcuni mi conoscono come Babbo Natale.

- E che cosa sta facendo qui, non dovrebbe essere in giro a portare i regali di Natale?

- Ma non vedi? E' ciò che faccio.

Tirò fuori da un grande sacco, un foglio di carta lunghissimo che rotolò fino a terra talmente era lungo, andando a coprire quel ditone che spuntava dal buco della scarpa.

- Dunque vediamo tu devi essere il piccolo Jamie?

Avevo gli occhi spalancati. Ero incredulo, non avevo mai visto prima quell'uomo, eppure lui sembrava conoscere me, sapeva il mio nome.

- Ragazzo dico a te, mi senti? Sei Jamie Rotten, abiti al numero 12 di Evergreen Street?

- Sì sì, sono io, ma voi come fate a..

- Come faccio a sapere il tuo nome ragazzo? È scritto qui sulla lista, vedi?

Scorse il dito fino ad arrivare al mio nome, mi mostrò la lista.

- Ma allora lei è davvero...?

- Se sono davvero Babbo Natale? Certo che sono io, credi che me ne starei qui fermo al gelo ad aspettare mostriciattoli come te, altrimenti?

- E come mai il suo vestito...?

- Come mai è rovinato? Certo che sei proprio un impertinente, sai non tutti i ragazzini della tua età vivono in una città. Allora vuoi o non vuoi i tuoi regali?

- Sì, sì. Certo.

Dal grande sacco ne tirò fuori uno più piccolo, troppo piccolo per contenere regali.

Al suo interno vi erano migliaia di minuscoli sassi di diversi colori.

- Questi sono i regali che ti spettano.

- Non hanno né la forma né l'aspetto di regali, sembrano sassi.

- Sei proprio un insolente ragazzino, metti forse in dubbio la mia capacità di spacciare regali. Quelli che tu chiami sassi, sono l'essenza delle emozioni. Ti basterà prenderne uno in mano, per provare l'emozione che più ti aggrada.

- Sul serio?

- Certo.

- Grazie.

- Aspetta, dove corri? Dimentichi le istruzioni.

Incredulo di aver ricevuto un tale dono, ero andato via di corsa. Avevo con me un'enorme quantità di emozioni. Avendo dimenticato le istruzioni, solo col tempo avrei imparato a conoscerle. I sassi a prima vi-sta sembravano tutti uguali.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 23, 2020 ⏰

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